Alcuni dati sull'Egitto

(«il comunista»; N° 142;  Febbraio 2016)

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Qualche dato per inquadrare le vicende d'Egitto:

L'Egitto è grande tre volte l'Italia, ha più di 85 milioni di abitanti: è la terza economia del mondo arabo, dopo Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, con un PIL di 305,6 mld $ nel 2015. L'andamento economico, secondo i dati a disposizione, negli ultimi anni ha visto: dal 2006 al 2008 una crescita media del 7%, nel 2009 del 4,7%, nel 2010 del 5,1% e nel 2011, a causa delle rivolte interne, del 2,2%; in seguito non è stata  migliore, tanto da portare la disoccupazione al 13,4%, e per i giovani addirittura al 36%. Con un deficit consistente del bilancio statale, l'Egitto di Al Sisi ha potuto contare sull'aiuto di Arabia Saudita, Kuwait ed Emirati Uniti, con cui ha stretto forti relazioni in contrasto con Turchia e Qatar, sostenitori invece degli islamisti; con Israele mantiene invece un rapporto da statu quo, conveniente per entrambi data l'instabilità perenne del Sinai; chiude quasi del tutto le porte con Hamas e la Striscia di Gaza. Ai suoi confini l'Egitto instaura buoni rapporti con il Sudan, anch'esso interessato alle acque del Nilo, mentre con l'Etiopia i contrasti sono destinati ad acuirsi a causa dei lavori che l'Etiopia ha iniziato per la costruzione di un'enorme diga sul Nilo Azzurro. Apre i rapporti con Russia, Cina e India, pur non potendo fare a meno dei rapporti con gli Stati Uniti dai quali riceve ancora aiuti finanziari e militari per 1,3 mld di dollari annui; anche gli Stati Uniti, pur raffreddando ultimamente i rapporti con l'Egitto, non ne possono fare a meno da un punto di vista sia strategico, sia di influenza sull'intera area nella quale interagiscono, oggi con il tentativo di penetrazione da parte di Russia, Cina e India, tutte le potenze imperialiste del mondo. I rapporti economici e politici con l'Unione Europea sono buoni, e con l'Italia in particolare, con cui ci sono in ballo investimenti per più di 5 mld di euro (costruzione di porti e infrastrutture varie, armamenti ecc.) per non parlare degli accordi con l'Eni per le attività esplorative, per il gas e il petrolio, nel deserto occidentale ai confini della Libia e nelle zone off-shore del Mediterraneo e del Sinai. Le ombre profilatesi sui rapporti con l'Italia a causa dell'assassinio Regeni, alla fine, non faranno saltare i reciproci affari. All'inizio del 2011 il presidente Hosni Mubarak, da 30 anni al potere, è costretto a dimettersi in seguito alle rivolte e alle imponenti manifestazioni che spingono gli Stati Uniti ad abbandonare il fidato alleato; con le elezioni del 2012 viene eletto presidente Mohamed Morsi, leader dei Fratelli Musulmani. Nel 2013 scioperi e proteste popolari contro il governo Morsi danno inconsapevolmente il là al golpe militare: il 3 luglio il presidente Morsi viene destituito dal colpo di stato guidato dal generale Al Sisi, ministro della Difesa nel suo stesso governo, e poi condannato a morte. Il 2 dicembre 2013 il Parlamento approva la bozza della nuova Costituzione, ma l’opposizione non partecipa al voto; gli emendamenti miravano a:

- proibire che i partiti usino la religione come fondamento dell’attività politica;

- consentire una nuova legge anti-terrorismo, sostitutiva dello stato di emergenza vigente a fasi alterne dal 1981 al 2013, dando alla polizia ampi poteri di arresto e sorveglianza;

- attribuire al presidente il potere di sciogliere il parlamento; -      abolire il controllo giudiziario sulle elezioni.

Il generale Al Sisi, una volta insediatosi decisamente al potere, lascia la divisa e si fa eleggere presidente nel 2014.

 

 Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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