No alla chiusura dell'ospedale San Gennaro

(«il comunista»; N° 146;  Dicembre 2016)

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No alla chiusura dell’ospedale san Gennaro. E’ questo il grido di battaglia della popolazione del rione Sanità, quartiere del centro storico di Napoli. Zona ad alta densità demografica, in netto degrado, dove la disoccupazione e la miseria fanno da serbatoio alle associazioni delinquenziali che quasi quotidianamente si affrontano armate per il predominio di attività illecite seminando terrore tra la gente.                                                                                                                             

I tagli alla sanità hanno portato alla chiusura di diversi ospedali in tutta Italia. Napoli non è esente da questa cosiddetta “ristrutturazione” e la soppressione di vari reparti in tutti gli ospedali della città o il loro trasferimento in altri presidi in vista di un'ulteriore loro “ottimizzazione”, fino alla scomparsa di molti Pronto soccorso, sono il colpo di grazia che le istituzioni hanno inferto ad una città nella quale la disoccupazione e la precarietà hanno oramai raggiunto un punto critico.

Il rione Sanità è un quartiere proletario dove la miseria e la rassegnazione non hanno piegato la dignità delle persone che ci vivono. L’ospedale San Gennaro è situato in una struttura molto antica, di periodo medioevale, di interesse storico artistico oltre che sanitario.

 Reparti importanti di questo ospedale, come quello di ostetricia, sono stati trasferiti gradualmente, e in sordina, in altre strutture fino ad arrivare alla chiusura del Pronto soccorso. Restavano in piedi solo due reparti, quello oncologico e quello ematologico ma in procinto di essere trasferiti.

Solo a questo punto la reazione della gente del quartiere, fino a quel momento incredula, è stata unanime e, insieme a gruppi di centri sociali, ha dato vita ad un presidio permanente all’interno dell’ospedale per evitare il trasferimento del resto delle attrezzature. Il coinvolgimento di altre centinaia di persone non si è fatto attendere, sfociando in cortei cittadini quasi quotidianamente per chiedere il ripristino del Pronto soccorso e la riapertura dell’ospedale.

Non sono servite le parole del presidente della regione campania, De Luca, che assicurava la non chiusura dell’ospedale con la costituzione di poliambulatori. I manifestanti non hanno accettato contentini, ricatti e ulteriori prese in giro delle istituzioni, riversandosi nelle adiacenti vie principali con tanto di blocco stradale al grido di “giù le mani dall’ospedale San Gennaro!”.

Momenti di tensione ci sono stati quando un ennesimo corteo sfociava in barricate con cassonetti incendiati in una via ad alta intensità di traffico. Fino ad ora i celerini hanno solo fatto da spauracchio, ma senza intervenire realmente. I timori che la protesta si possa allargare spingono la questura ad interventi mirati.

Napoli è una polveriera dove le contraddizioni toccano ormai un punto molto critico. L’utilizzo di ammortizzatori sociali ha creato finora un certo equilibrio nei rapporti di forza, garantendo una specie di pace sociale. Ma non sarà sempre così. La rivolta del rione Sanità è un esempio molto importante di cui tener conto per il futuro delle lotte, aldilà dei risultati contingenti che ora si potranno ottenere. La borghesia, approfittando della crisi economica e delle sue conseguenze sui profitti capitalistici, si sta rimangiando, pezzo dopo pezzo, tutte quelle “garanzie” che sembravano acquisite una volta per sempre. E' quel che succede allo stato sociale, oramai quasi del tutto smantellato, e perciò allo stesso “diritto alla salute”. L’ulteriore smantellamento di comparti industriali, così come quello dei servizi, con l'inevitabile aumento della disoccupazione, creerà sempre più incertezze tra i proletari, e metterà sempre più in discussione l’equilibrio nei rapporti di forza favorendo, oltre all'aumento della protesta sociale e alla rinascita della lotta di classe, anche la possibilità di intervento dei comunisti rivoluzionari.

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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