Metalmeccanici tedeschi: firmato un accordo sindacale di piena collaborazione tra operai e padroni

(«il comunista»; N° 152; Gennaio - Marzo 2018)

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Il 6 febbraio scorso l'unione sindacale dei metalmeccanici IG Metall e l'associazione padronale Suedwestmetall hanno concluso una trattativa firmando un accordo che, secondo i diversi media, ha un valore "storico". Vediamo che cosa riportano i media e perché esultano in questo modo.

Le richieste operaie, sostenute anche da scioperi, l'ultimo dei quali era di 24 ore alla fine di gennaio, riguardavano gli aumenti salariali (dell'8% secondo alcuni giornali, del 6% secondo altri) e la possibilità di avere una specie di part-time anche per gli uomini nel caso di esigenze familiari pressanti (figli piccoli, familiari ammalati da assistere ecc.), ma lo si prevede anche per lavori usuranti! In conclusione l'accordo prevede (1): un aumento dei salari tra il 3,5 e il 4,3%, il pagamento di una tantum di 100 euro per il primo trimestre 2018 e il pagamento di una quota fissa di 400 euro a luglio 2019; quanto all'orario di lavoro - e qui sembra la vera novità "storica" - sarà possibile per gli operai, motivandone la ragione, accedere alla riduzione d'orario dalle attuali 35 ore settimanali a 28 con una riduzione in busta-paga [il sindacato non ha ottenuto che alla riduzione dell'orario settimanale corrispondesse il salario intero, come richiesto dagli operai], che verrà compensata con un bonus di 8 giorni in più di ferie. Questo part-time non è a tempo indeterminato: vale solo per due anni, poi l'operaio che ne ha usufruito deve tornare all'orario pieno. Se gli operai hanno avuto la possibilità, nel caso di necessità, di accedere al part-time, l'accordo prevede che le aziende possano portare le ore settimanali a 40 ore (naturalmente su richiesta degli stessi operai) che verranno pagate normalmente e non come straordinari. Secondo i calcoli della Barclays (2), gli imprenditori del settore registreranno in realtà un incremento del costo unitario del lavoro dell'1,5%, grazie alla produttività del lavoro tedesca che si aggirerà sullo 0,7%. L'accordo, però, non riguarda l'intera categoria dei metalmeccanici, che consta di 3,9 milioni di dipendenti, ma solo 900.000. Resta comunque il fatto che gli operai sono stati mobilitati non tanto per ottenere una difesa reale dei loro interessi di classe (il 3 o 4% di aumento salariale rappresentano briciole rispetto al costo della vita: su 2.000 euro sono 80 euro al massimo), quanto per rafforzare quel che al padronato interessa di più: la collaborazione tra le classi, di cui i sindacati ufficiali si fanno carico da quando si sono ricostituiti dopo la fine della seconda guerra mondiale.

E' istruttivo leggere le dichiarazione del CEO della Opel, Michael Lohscheller, dopo aver firmato l'accordo con la IG Metall nel dicembre scorso: "Con l'accordo creiamo i presupposti per implementare PACE! ancora più velocemente". Il piano industriale PACE! era stato presentato dalla Opel tra novembre e dicembre del 2017 per riportare in utile la Opel e la sua filiale britannica Vauxall. Le notizie apparse nei media dello scorso anno riportavano che la Opel, che versava in crisi da tempo, è stata rilevata dalla francese PSA (Peugeot-Citroën), ma aveva bisogno di un piano di rilancio ed è stato inventato per l'appunto il piano industriale PACE!, ossia un piano di stretta collaborazione tra operai e azienda in modo da "salvare" l'azienda evitando la chiusura di alcuni stabilimenti, promettendo di non licenziare nessuno (per quanto tempo?).

Infatti, il CEO della Opel ribadisce che "il nostro obiettivo comune è rendere la Opel di nuovo competitiva. E' quindi importante che il management, il comitato aziendale e l'IG Metall lavorino insieme attraverso la cogestione" (3). Nessun licenziamento, al momento, è stato previsto, ma nel piano PACE! è inserito anche un programma di pensionamento anticipato che verrà esteso ai dipendenti nati tra il 1957 e il 1960 (quindi a i dipendenti di età fra i 58 e i 61 anni, senza che ciò voglia dire posti di lavoro per i giovani) e una riorganizzazione del lavoro caratterizzata da una mobilità interna attraverso la quale gli operai potranno essere spostati da una linea ad un'altra, da uno stabilimento ad un altro a seconda delle esigenze aziendali, esigenze dettate in particolare dall'andamento del mercato delle auto. Per l'ennesima volta, se il padronato concede qualcosa agli operai, sia pure sotto la pressione di qualche sciopero, cerca di farlo ottenendo in contropartita il massimo di vantaggi e per questo può contare, come sempre, sui sindacati collaborazionisti.

 


 

(1) Cfr. www.lametasociale.it/?p=12402.

(2) Cfr. www.ftaonline.com/news/germania-ig-metall-raggiunge-un-accordo-sui-salari.

(3) Cfr. www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2017/12/15/psa _opel_ raggiunto_ un_ accordo_ con_ i_ sindacati_ tedeschi_ sulla_ ristrutturazione.html

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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