O dittatura della borghesia, o dittatura del proletariato

(«il comunista»; N° 161 ; Ottobre 2019)

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“Il ghiaccio è rotto”, scriveva Lenin sulla Pravda il 6 marzo 1919 mentre ancora il congresso di fondazione della III Internazionale teneva i suoi lavori “entro le grigie mura del Cremlino”. “La fondazione della III Internazionale, dell’Internazionale Comunista, è il preludio della repubblica internazionale dei soviet, della vittoria internazionale del comunismo”. E Trotsky: “La classe operaia mondiale ha strappato ai suoi nemici la più inespugnabile fortezza – l’ex impero zarista. Con questo caposaldo come base, essa raduna le forze per l’ultima, decisiva battaglia. Che gioia, vivere e combattere in giorni come questi!”.

Oggi, tirando un sospiro di sollievo, i dotti storiografi riformisti sorridono degli entusiasmi, delle speranze e delle certezze di allora. Tutto sbagliato, dicono. (...)

La prognosi – dicono – non si è avverata: abbasso la prognosi! La dittatura del proletariato è rimasta un sogno: abbasso la dittatura (per chi ci ha mai creduto) del proletariato! L’appello ai proletari di tutto il mondo affinché si unissero sotto un unico vessillo si è perduto nel dedalo di frontiere nazionali più caparbie che mai: abbasso l’internazionalismo proletario!

La disputa, comunque, non verteva né verte sui tempi lunghi o brevi che ci separano dal crollo dell’ordine capitalistico mondiale (...). La verità... era una sola: quella che nega l’esistenza di ogni “via di mezzo” fra dittatura della borghesia e dittatura del proletariato, e addita in quest’ultima “la più grande parola d’ordine di Marx, la parola d’ordine che riassume il secolare sviluppo del socialismo e del movimento operaio” .

Come ammonirà Lenin, dopo la vittoria su Kolciak, scrivendo agli operai e contadini ancora avvolti nel turbine della guerra civile, il 28 agosto 1919, “Invano sognano una via di mezzo i figli di papà, gli intellettuali, i signorini che hanno studiato male su cattivi libri. In nessuna parte del mondo c’è, né può esserci, via di mezzo. O dittatura della borghesia (dissimulata sotto le frasi pompose sul potere del popolo, sulla costituente, sulla libertà ecc.), o dittatura del proletariato. Chi non l’ha imparato dalla storia di tutto il secolo XIX è un perfetto idiota”. Lo è, a maggior, ragione chi non l’ha imparato dalla storia di tutto il secolo XX  e dell’interminabile collana delle sue catastrofi. Perciò, qualunque sia la velocità del moto della storia (e oggi, dal punto di vista proletario, esso è terribilmente lento), il programma dei comunisti rivoluzionari non cambia; perciò dal marzo 1919, non ad ogni nuovo anno o mese, ma ad ogni giorno ed ora, la “Dichiarazione di intenti” contenuta nel Manifesto dell’Internazionale Comunista al proletariato di tutto il mondo conserva il suo valore di principio: “La critica socialista ha già bollato a sufficienza l’ordine mondiale borghese. Compito del partito comunista internazionale è di abbatterlo”.

 

(da: Sessant'anni fa nasceva la Terza Internazionale, "il programma comunista", n. 5 del 1979)tc "(da\: Sessant'anni fa nasceva la Terza Internazionale, \"il programma comunista\", n. 5 del 1979)"

 

 

Partito comunista internazionale

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