Coronavirus: un’epidemia che la borghesia non controlla ma che utilizza per accrescere il controllo politico e sociale

(«il comunista»; N° 163 ; Marzo 2020)

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Il nuovo coronavirus, denominato in un primo tempo 2019-nCoV (2019 nuovo Coronavirus) e poi Covid19, fa parte della famiglia dei coronavirus che comprende la Sindrome respiratoria mediorientale (Mers) e la Sindrome respiratoria acuta grave (Sars). E’ comparso per la prima volta a Wuhan, una importante città della provincia di Hubei, in Cina.

E’ stato segnalato, ufficialmente, per la prima volta dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), il 31 dicembre 2019, ma si è saputo da alcuni media (tra cui il New York Times) che questo coronavirus era stato individuato già da ottobre scorso a Wuhan, ma che le autorità cinesi hanno tenuto nascosta la notizia per oltre due mesi – era già successo per la Sars nel 2009 – per il timore che questa nuova epidemia potesse danneggiare gli affari… e infatti, come s’è visto in gennaio e febbraio 2020, gli affari non solo della Cina, ma di tutta l’economia mondiale, hanno subito, e subiranno, una danno consistente.

E’ nota la vicenda che riguarda il medico Li Weuliang, di Wuhan, che segnalò per primo la presenza di questo nuovo coronavirus e il pericolo di un’epidemia, e che per questo motivo è stato arrestato, isolato e calunniato dalle autorità cinesi, ma che alla fine hanno dovuto rilasciarlo, facendolo tornare in attività; contagiato anche lui infine è morto all’inizio di febbraio. Data la gravità di questa nuova malattia e la facilità con cui si è diffusa nella città industriale di Wuhan, in Cina  e nel mondo, visti i molteplici rapporti commerciali che le aziende di questa città mantengono con tutto il mondo, il problema non poteva essere nascosto all’infinito.

Già al 30 gennaio, un mese dopo che l’OMS ha denunciato la sua presenza e la sua pericolosità, secondo i dati ufficiali cinesi solo in Cina i morti erano 169, mentre i contagi in tutto il mondo superavano i 7.000 (Cina, Hong Kong, Corea del Sud, Vietnam, Giappone – nella nave da crociera Diamond Princess ferma nel porto di Yokohama con 3.700 persone a bordo – e altri). Ma, nel corso delle varie ricerche, per le quali si sono attivati istituti ospedalieri e di ricerca in tutti i paesi, i termini per rilevare la presenza di questo coronavirus si sono precisati sempre più e, pertanto, gli individui portatori del virus sono aumentati notevolmente di numero. Se al 12 febbraio scorso i contagi ammontavano in tutto il mondo a più di 45mila (di cui 44,7 in Cina) e i decessi a 1.100, al 25 febbraio i malati individuati salivano a 80.350 e i decessi a 2.705 il cui maggior numero (2.663) in Cina e in particolare nella provincia Hubei, epicentro dell’epidemia (cfr. la Repubblica, 25/2/2020).

Come già in occasione delle precedenti Mers e Sars, anche questa volta la scienza borghese è succube – e non può essere diversamente finché il capitalismo domina il mondo – dell’economia di mercato, dell’economia del profitto capitalistico. Il fatto stesso che le autorità cinesi abbiano insabbiato per mesi la realtà ha determinato un enorme ritardo nel prendere le prime misure per limitare la diffusione della malattia; ma le stesse condizioni di vita, di igiene e di ammasso mastodontico degli abitanti in città che non hanno nulla da invidiare a giganteschi formicai, sono concause di epidemie incontrollabili che, anche a causa dei moderni mezzi di trasporto internazionali, si diffondono velocemente in tutti i paesi.

Una volta che l’epidemia è conclamata, che fanno in Cina? Isolano città e territori; sono 50 milioni, secondo le notizie dei media, gli abitanti di Wuhan e provincia completamente isolati dal resto del mondo, sequestrati in casa. Le città e le regioni diventano zone militarizzate e sono sottoposte alla legge marziale. E che fanno nei paesi in cui emergono dei focolai, come in Italia? Isolano città e i territori circostanti, come è avvenuto nei dieci comuni del Lodigiano e nel comune di Vo’ Euganeo, nel padovano. E’ del 30 gennaio scorso la decisione dell’Italia di bloccare i voli da e per la Cina; la stessa cosa ha fatto la Russia che ha chiuso le frontiere con la Cina, come hanno fatto anche altri paesi asiatici. Ma, dopo che sono stati individuati i focolai del nuovo coronavirus in Italia, l’Austria, la Bulgaria e paesi noti per accogliere in massa i turisti italiani come Mauritius, Seychelles, Giordania e perfino il Kuwait, hanno disposto il divieto di ingresso agli italiani.

E non è indifferente il fatto che, a fronte di casi come il nuovo coronavirus, tanto più se toccano non un paese ma “il mondo”, i media si gettino ventre a terra ad imbastire servizi, reportage, diffondere foto, video e fare interviste di ogni genere alimentando in questo modo un’attenzione e una preoccupazione spesso esagerate su avvenimenti che con grande facilità – in una società in cui la diffidenza, la paura, l’incertezza, l’insicurezza la fanno da padrone – possono provocare il panico. E la reazione più immediata è quella di dare la colpa del pericolo imminente a “qualcuno” esterno al piccolo mondo confinato nella famiglia, o nel paese, o nello strato sociale di cui si fa parte. E allora “dagli all’untore”, dagli al “cinese” che in questo caso è assimilato a portatore di epidemia mortale, e dagli all’“italiano”, come sta succedendo in questi giorni dopo che Lombardia e Veneto si sono rivelate le regioni dove ci sono i due focolai principali del nuovo coronavirus. E’ ora il turno dei civilissimi italiani (tra i quali non mancano i razzisti) di conoscere un po’ quello che subivano un tempo gli ebrei, i rom e subiscono da anni gli immigrati.

Non va certo preso sottogamba il problema di un’epidemia come questa, e la stessa cosa riguarderebbe il morbillo o qualsiasi altra malattia. D’altra parte, ad ogni inverno corrisponde la diffusione di virus influenzali di diverso tipo che normalmente colpiscono una grande percentuale della popolazione e che determinano anche centinaia di decessi, soprattutto tra le persone anziane e già debilitate da altre malattie. Ma queste morti, né da parte delle autorità né da parte dei media, sono oggetto di particolare attenzione: tanto i vaccini sono stati già immessi nel mercato ed esistono molti medicinali che vengono venduti per attenuare i sintomi di queste influenze. Altra cosa quando si presenta un nuovo virus: allora tutte le case farmaceutiche del mondo sono interessate a fare ogni tipo di ricerca per scovare un vaccino utilizzabile alla bisogna e su cui possono guadagnare cifre astronomiche, tanto più se le autorità preposte obbligano la popolazione a vaccinarsi (era già successo ad esempio con l’aviaria). Per l’ennesima volta, gli affari prima di tutto, meglio se il pretesto lo dà la “salute pubblica”!

C’è un altro aspetto che emerge dal modo con il quale la borghesia affronta situazioni di questo genere, e riguarda direttamente il proletariato. Con la diffusione del coronavirus si diffonde un senso generale di paura di fronte a qualcosa che appare come una disgrazia che può essere affrontata solo grazie all’opera della società capitalistica, della sua scienza e dei suoi mezzi, una società che mette in funzione tutto quello che ha a disposizione per… salvare più persone possibile… Come dire: proletari, non avete altra scelta che mettervi nelle mani dei capitalisti che hanno i mezzi finanziari, economici, politici e militari per “proteggervi” da queste disgrazie contro le quali non ci sono mezzi di prevenzione se non quelli che la scienza riesce ad individuare e che potrebbero servire per le disgrazie future…

Insomma, l’interesse della borghesia dominante non si limita agli affari, al profitto che può trarre da ogni disgrazia, da ogni catastrofe, ma riguarda anche l’atteggiamento del proletariato rispetto ai problemi che derivano da queste catastrofi. Alla borghesia interessa che il proletariato non solo si pieghi alle sue esigenze in quanto classe capitalistica ogni giorno della sua vita, ma che si convinca che non c’è alternativa al dominio borghese e capitalistico. E, per ottenere questo risultato, la borghesia utilizza ogni mezzo che si dimostri efficace: dalle forze dell’opportunismo tradizionale agli scienziati pagati appositamente per diffondere la paura e, contemporaneamente, la fiducia nei mezzi della scienza borghese; dall’autoritarismo del potere che ha a disposizione anche le forze militari alla chiesa che invita la popolazione a pregare un dio che, oltre a mandare sulla terra le disgrazie, avrebbe il potere di eliminarle…

Il capitalismo non cambierà mai, non organizzerà mai la società in funzione della salute dell’umanità: gli affari, il profitto capitalistico, sono completamente contrari alle esigenze di vita e di salute dell’umanità. E’ il capitalismo che bisogna cambiare, ossia eliminare definitivamente come modo di produzione e di dominio sociale, e sostituirlo con una società che metta al centro le esigenze di vita della specie in un rapporto armonico con se stessa e con la natura. 

La borghesia sa, per esperienza storica, che è il proletariato l’unica forza sociale che può affrontarla nella prospettiva di spezzarne il potere politico e militare, erigendosi come nuova classe dominante che, in quanto tale, applicherà un programma politico che distrugge innanzitutto la borghesia come classe sociale, quindi non solo come classe dominante, e quindi anche se stessa come classe proletaria, poiché il nuovo modo di produzione che instaurerà la dittatura proletaria non si baserà sullo sfruttamento del lavoro salariato da parte del capitale in una economia che trasforma qualsiasi cosa, compresi gli esseri viventi, in merce, ma sulle esigenze reali di vita sociale della specie umana, eliminando dalla società ogni divisione di classe e, quindi, ogni sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo. Soltanto in una società di questo tipo ogni risultato potenzialmente positivo per la vita umana potrà essere utilizzato a beneficio dell’essere umano e non del mercato, ed ogni attività dannosa per la vita presente e futura dell’umanità sarà eliminata. Allora la prevenzione avrà un’importanza basilare perché la nuova scienza sarà in grado di fare progressi che la scienza borghese non potrà mai fare perché è condizionata totalmente dagli interessi dell’economia capitalistica che è un’economia della sciagura!

 

25 febbraio 2020

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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