Lettere al giornale

(«il comunista»; N° 164 ; Giugno 2020)

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A proposito dell’epidemia di coronavirus Covid-19 e delle misure prese dal governo, riceviamo due lettere da un vecchio compagno di Roma che volentieri pubblichiamo.

 

 

LA SCOPA PROLETARIA PER L'IGIENE DEL MONDO

 

Roma, 9/3/2020

Elena Dusi (con bei disegni di Matteo Riva), su Repubblica di questi giorni, fa capire che i malefici coronavirus ci attaccano in modo intelligente, cioè si insinuano nel e sul corpo umano e nelle strutture sociali e di movimento (treni, aerei, navi ecc.), senza far troppo clamore e chiasso pubblicitario come fanno, al contrario, gli uomini. Di più, le organizzazioni capitalistiche – economiche, sociali, politiche – ne facilitano l’opera nefasta. La brava giornalista e divulgatrice scientifica propone contro di loro efficienti, semplici, modeste misure per ostacolarne l’assalto che, ad un certo punto, se si trascurano, finiscono per diventare letali. Ovviamente non bastano. E’ la società borghese stessa che – nonostante ricercatori, studiosi, informatori scientifici, virologi, facciano e dimostrino affermazioni certe e documentate – rende dubbiosi e scarsamente efficaci i rimedi stessi che mette in atto; anzi, ne aggrava le conseguenze. I virologi, legati involontariamente e inevitabilmente al meccanismo economico sociale mercantile degli interessi e dei profitti, a volte vengono pure contrastati (come dimostra il caso di Ilaria Capua); è tutto dire. Addirittura ministri finanziari e alcuni filantropi e banchieri si lanciano in una guerra paradossale: SOLDI contro VIRUS (come dire scombinatamente: antinatura contro natura), aggravando il tutto...

Nel periodo attuale, in cui la quarantena dei secoli passati è un controarmamentario ormai scaduto e dubbioso, nella realtà dei grandi addensamenti urbani con periferie in povertà squallide e degradate, la confusione delle ripetute controindicazioni delle ritardate norme sanitarie non può sostituire l’occorrenza di un controllo sanitario sociale preventivo. Questo non può realizzarsi democraticamente con la Scopa di Don Abbondio, come scrive nel suo libro l’onesto democratico di sinistra Luciano Canfora.

Per sconfiggere la corruzione sociale, ormai universale, e la parte malefica del mondo dei germi è necessaria la Scopa di Lenin, che è quella della rivoluzione proletaria, autentica igiene risolutrice del mondo.

Nel pianeta tutto quello che vive è organico: umani, animali (in cielo, in terra e in mare), germi di varia natura e piante. Si vive quindi tutti insieme, ma, per la salute della nostra specie, separati. Per questo occorre Igiene Sociale assoluta per tutti.

Quindi: No al privatismo, Sì al comunismo planetario. Solo così la nostra specie potrà vivere meglio e sana e, speriamo, a lungo...

Fine dei problemi? No. Si tratterà d’altro e, in ogni caso, di altra natura e non di pidocchiosa  miseria economica della società borghese.

T.

 

FINALE DEI DECRETI GOVERNATIVI SCOMBINATI CONTRO IL CONTAGIO

 

Roma, all'alba dell'11/3/2020

Ilaria Capua, virologa, due mesi fa aveva avvisato – i governi del mondo, compreso quello americano – della pericolosità e diffusione globale del coronavirus. L’hanno ignorata.

Ora, siamo in mano a degli ignoranti e incompetenti ministri, i quali sono i responsabili ingiustificati – come i capitalisti in fuga dalla Cina, diventati untori nascosti perché impauriti – della propagazione del contagio adesso nazionale (al contrario, all’epoca della peste di Milano nel 1630, l’acuto e grande scrittore della Storia della Colonna Infame, Manzoni dimostrò che gli untori allora non esistevano; e che erano i pregiudizi, l’ignoranza, il fanatismo, la polizia, la tortura e i legulei che invece li creavano in nome della ricerca ossessiva della verità. Questa, secondo un inquisitore per la difesa della religione – nei secoli bui dell’Inquisizione – teorizzava che con la tortura “viene fuori bella e pura”).

Le misure governative ripetute  contraddittoriamente anche questa notte con la radio (non vedo la televisione), non sono altro che una chiamata di correo generale con la cosiddetta opposizione e i cittadini tutti.

La buriana epidemica, o pandemica che dir si voglia, passerà; anche i virus muoiono, lasciando però il grave, pauroso disastro economico.

Malgrado l’impiego notevole di denaro: soldi contro virus, questa guerra paradossale capitalistica è risibile, assurda e inconcludente.

Il guaio più pericoloso e temibile però, per la società borghese, sono l’ininterrotto inquinamento e il riscaldamento globale climatico avanzante. Diventando questi più tangibili e rovinosi – non è difficile prevedere – che porteranno infine alla rivolta sociale proletaria rossa, quindi non solo carceraria, come quella attuale già avvenuta.

Già, perfino la giovinetta svedese Greta, pur evidentemente ingenua e manipolabile dagli inconcludenti borghesi ambientalisti, ha lanciato ostinatamente all’ONU la sua accusa allarmata: “il pianeta brucia e voi parlate di soldi”.

T.

 



 

COSA SUCCEDERÀ QUANDO L’EMERGENZA FINIRÀ?

 

29 marzo 2020

Ciao compagni

Ho una domanda da farvi. Secondo voi cosa succederà quando l’emergenza finirà? Il proletariato si ribellerà al capitale?

Saluti comunisti, Gianluca

 

 

Caro Gianluca,

(...)

Quanto all’atteggiamento del proletariato quando l’emergenza coronavirus finirà, certo sarebbe augurabile che trovasse la forza di ribellarsi al capitale non in forma episodica, isolata anche se rabbiosa. A nostro avviso ci saranno ancora altri scioperi più o meno spontanei, ma frammentati soprattutto perché la crisi economica avrà peggiorato le condizioni di lavoro e di esistenza dei proletari, i quali però mancano ancora dell’allenamento alla lotta classista.

L’opera pluridecennale dell’opportunismo sindacale e politico ha non solo sfiduciato i proletari nelle proprie forze, ma ha soprattutto inoculato nella loro mente e nelle loro abitudini il virus della democrazia, del negoziato senza lotta, della fiducia nello Stato e, soprattutto, come dicevamo, della sfiducia nelle proprie possibilità di affrontare a viso aperto un avversario che appare invincibile, capace di attaccare i proletari anche in situazioni di crisi economica e di difficoltà nella gestione sociale.

Il terreno di lotta sul quale i proletari dovranno tornare è il terreno della lotta classista, e costerà molto perché dovranno combattere non solo il nemico di classe per antonomasia – la borghesia, i capitalisti grandi e piccoli – ma anche le forze di conservazione sociale che sono più vicine socialmente ai proletari, come i piccoloborghesi, i commercianti, i piccoli proprietari, la cosiddetta classe media; e dovranno scontrarsi anche con i proletari che si sono fatti comprare dai capitalisti, la famosa aristocrazia operaia.

Nella lotta contro la concorrenza tra proletari ci si troverà di fronte sempre più a proletari che sono stati attirati in campo borghese, a difendere le aziende con il pretesto di difendere il posto di lavoro, e ai crumiri che non sono mai mancati in tutta la storia del movimento operaio.

Ci sarà molto da fare, ma la via della ripresa della lotta di classe passa attraverso la rottura della pace sociale, dei legami con le forze della conservazione sociale, con gli apparati sindacali, politici, sociali, religiosi, culturali, che infestano la società e infettano il corpo del proletariato.

Non aspettiamoci il miracolo di una ribellione che farà saltare la stabilità del potere borghese e capitalista, ma sicuramente la ripresa proletaria avverrà attraverso esplosioni sociali, tentativi di tutti i generi di organizzazione sul terreno immediato, scontri e sconfitte dolorose.

La lotta di classe non è mai una passeggiata.

Cosa deve fare il partito di classe? Continuare a mantenere la rotta politica definita dalla teoria marxista e confermata dalle lezioni delle controrivoluzioni, oltre che delle rivoluzioni; mantenere saldo il programma del comunismo rivoluzionario e tentare in ogni occasione possibile di far arrivare al proletariato le sue indicazioni, i suoi orientamenti, la sua voce e cogliere ogni possibile occasione di lotta per dimostrare ai proletari di essere al loro fianco dal punto di vista degli interessi di classe più generali.

(...)

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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