Livorno 1921. La formazione del Partito Comunista d’Italia, sezione dell’Internazionale Comunista

( Supplemento 02 a «il comunista» N° 166, Gennaio 2020 / Livorno 1921, la formazione del Partito Comunista d'Italia ) 

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●  1920 - 1921

XVII Congresso del PSI

(Livorno, 15-21 gennaio 1921)

 

 

Mozione comunista al Congresso di Livorno della C. G. L.

(28 febbraio - 3 marzo 1921)

(Da “Il Comunista”, 24/2/1921; e in Manifesti ed altri documenti politici (21 gennaio-31 dicembre 1921), Libreria Editrice del P.C. d’Italia-Reprint Feltrinelli)

 

 

Il Congresso della Confederazione Generale del Lavoro, dopo discussione in merito ai rapporti internazionali ed ai rapporti col partito proletario, considerato:

che la situazione determinata in tutto il mondo capitalistico dalla grande guerra del 1914-1918 non può risolversi che nella lotta rivoluzionaria del proletariato di tutti i paesi contro la borgehsia, per strapparle la direzione della società;

che la struttura ed i metodi dei vecchi organismi proletari, sia sindacali che politici, dinanzi ai problemi della guerra e del dopoguerra, si sono rivelati inadatti alla lotta per l’emancipazione delle masse, degenerando nella larvata od aperta collaborazione con la classe dominante;

che dalla situazione e dalle esperienze rivoluzionarie determinate dalla guerra son sorte le direttive per la riorganizzazione del movimento proletario mondiale, coll’organizzarsi della nuova Internazionale Comunista;

che l’unica via che può condurre all’emancipazione dei lavoratori dal giogo del salariato è quella tracciata nel programma e nei metodi dell’Internazionale Comunista, attraverso il rovesciamento violento del potere borghese e l’instaurazione della dittatura proletaria nel regime dei Consigli dei lavoratori che attuerà la demoolizione del sistema economico del capitalismo e la costruzione della nuova economia comunista;

che strumento principale della lotta proletaria per realizzare questi obiettivi è il partito politico di classe, il partito comunista, che in ogni paese costituisce la sezione della Terza Internazionale;

che i sindacati operai, volti dalla politica socialdemocratica dei dirigenti riformisti e piccoloborghesi ad una pratica antirivoluzionaria di collaborazione di classe, possono e devono esser fattori importantissimi dell’opera rivoluzionaria, quando ne sia radicalmente rinnovata la struttura, la funzione, la direttiva, strappandoli al dominio della burocrazia dei funzionari attuali;

che la tattica che la Terza Internazionale adotta per conseguire tali obiettivi esclude e condanna l’uscita delle minoranze rivoluzionarie dalle file dei sindacati diretti da riformisti, ma prescrive ad esse di lavorare e lottare dall’interno, con la propaganda dei principi comunisti, con la critica incessante all’opera dei capi, con l’organizzazione d’una rete di gruppi comunisti nelle aziende e nei sindacati strettamente collegata al Partito Comunista, allo scopo di conquistare a questo la direzione del movimento sindacale e dell’insieme dell’azione di classe del proletariato;

riconosce indispensabile la creazione, al fianco dell’Internazionale Comunista di Mosca, di un’Internazionale di sindacati rivoluzionari; finalità raggiungibile solo con l’uscita delle confederazioni sindacali conquistate da comunisti dall’Internazionale sindacale gialla di Amsterdam, organismo nel quale si perpetuano i metodi disfattisti della Seconda Internazionale, e attraverso il quale gli agenti dissimulati della borghesia, e di quella sua organizzazione di brigantaggio che si chiama la Lega delle Nazioni, tendono a conservare un influsso sulle garndi masse proletarie; ritiene che queste confederaioni sindacali nazionali, ed anche le minoranze comuniste organizzate nel sendo dei sindacati riformisti, debbano aderire all’Internazionale sindacale rossa di Mosca, che a lato dell’Internazionale politica raccoglie tutti gli organismi sindacali che sono per la lotta rivoluzionaria contro la borghesia.

Per conseguenza il Congresso delibera che la Confederazione Generale del Lavoro italiana:

 

a) si distacchi dall’Internazionale sindacale di Amsterdam;

b) rompa il patto d’alleanza col Partito Socialista Italiano, sia perché tale patto è inspirato a superati criteri tattici socialdemocratici, sia perché il partito stesso è fuori dalla Terza Internazionale,

c) aderisca incondizionatamente all’Internazionale sindacale di Mosca, e partecipi al suo imminente Congresso mondiale per sostenervi le direttive sindacali sopra richiamate, ossia quelle contenute nelle Tesi sulla questione sindacale approvate dal II Congresso mondiale dell’Internazionale Comunista;

d) inspiri a queste direttive i suoi rapporti col Partrito Comunista d’Italia, unica sezione italiana della Terza Internazionale, riconoscendo in esso l’organismo cui spetta la direzione dell’azione di classe del proletariato italiano.

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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