Stati Uniti: No all'assassinio legale di Mumia Abu-Jamal!

Vita salva e libertà! Solidarietà di classe!

(«il comunista»; N° 169 ; Giugno / Agosto 2021)

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Rinchiuso dal 1982 nel braccio della morte dello Stato della Pennsylvania, Mumia Abu-Jamal è uno dei più vecchi prigionieri politici del mondo. Il crimine per il quale la borghesia statunitense vuole la sua pelle: aver lottato tutta la sua vita contro il razzismo e l’oppressione delle masse nere da parte della borghesia e dello Stato americano.

Mumia Abu-Jamal è stato il bersaglio dei poliziotti da quando era ragazzo, prima come militante del Black Panther Party, poi come radioamatore che denunciava le violenze della polizia.

E’ per questa ragione fondamentale che è stato accusato e condannato per la morte di un poliziotto, in seguito a un processo in cui abbondavano falsi testimoni polizieschi.

La mobilitazione dei suoi sostenitori negli Stati Uniti e nel mondo ha forzato la “giustizia” ad annullare la sua condanna a morte nel 2011, commutandola in ergastolo senza la possibilità di una riduzione della pena...

La borghesia non lascia facilmente la sua preda. Oggi, la vita di Mumia è in pericolo perché è stato colpito dal Covid. Si stima che nelle prigioni americane un detenuto su cinque sia colpito da questa malattia, e spesso lasciato senza cure. E’ il caso di Mumia che la direzione del penitenziario ha, a più riprese, rifiutato di curare.

Mumia non è – e non è mai stato – un militante rivoluzionario marxista, ma era e rimane un coraggioso combattente contro l’oppressione razzista e contro lo Stato borghese. Fa parte dei prigionieri politici che lo Stato americano si sforza di schiacciare, di cui il militante indiano Leonard Peltier, condannato a due ergastoli nel 1978 per la morte di due agenti dell’FBI – che lui nega di avere colpito con una fucilata –, è l’altro esempio più conosciuto.

Di fronte a questa determinazione, non saranno certo le indignazioni morali o le petizioni a indurre i torturatori a fare marcia indietro, ma una vera mobilitazione proletaria.

L’Internazionale Comunista aveva costituito all’inizio degli anni Venti un’organizzazione di difesa sul terreno di classe dei militanti perseguitati dagli Stati borghesi, il “Soccorso Rosso Internazionale”: con questo strumento essa condusse dal 1921 la lotta in difesa degli anarchici Sacco e Vanzetti, falsamente accusati di assassinio negli Stati Uniti (ma che saranno infine giustiziati nel 1927). Questa lotta non faceva appello alla clemenza dello Stato borghese ma organizzava manifestazioni e scioperi.

Dopo la vittoria dello stalinismo nel movimento operaio, il Soccorso Rosso si trasformò in un’organizzazione che mobilitava gli intellettuali e altri democratici borghesi secondo gli interessi della politica estera dello Stato russo.

Solo il proletariato, nel quadro della sua lotta anticapitalista, indipendente da ogni forza borghese e in rottura con le scempiaggini democratiche, può arrestare il braccio mortale della “giustizia” borghese.

 

Solidarietà proletaria con Mumia Abu-Jamal e tutte le vittime del terrorismo dello Stato americano!

Nessuna fiducia nella “giustizia” borghese!

Nessuna illusione nella democrazia!

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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