Francia

La lotta contro le violenze della polizia può essere condotta realmente solo su una base anticapitalista!

(«il comunista»; N° 178 ; Giugno-Agosto 2023)

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L’assassinio del giovane Nahel (1) ha provocato la rivolta dei giovani nei quartieri proletari di tutta la Francia, anche nelle città più piccole, dopo che un video ha mostrato le menzogne della polizia. Questo delitto è solo l’ultimo di una lista infinita (2); fa parte di una pratica generalizzata di vessazioni, repressione e oppressione da parte delle «forze dell’ordine» borghese in particolare nei confronti dei giovani proletari e soprattutto se di origine straniera: il razzismo della polizia non è più da dimostrare. La borghesia imperialista francese, che depreda le ricchezze dei paesi sotto il suo dominio, ha sempre utilizzato il razzismo di Stato per dividere la classe operaia, alimentato da campagne di opinione e ripetute leggi anti-immigrazione. Si tratta di designare un capro espiatorio per i problemi sociali dei proletari aumentando la pressione su una parte della classe operaia, per indebolirne le capacità di resistenza.

Tutti i proletari sono infatti soggetti alle intimidazioni dello Stato borghese, e tutti costituiscono il potenziale bersaglio della repressione ogni volta che si oppongono alle misure governative e agli interessi capitalistici, come hanno dimostrato i diversi e recenti movimenti di lotta: i Gilet Gialli, la lotta contro il la riforma delle pensioni, Sainte-Soline, i picchetti attaccati dalla polizia o ultimamente la repressione delle rivolte. La repressione si è intensificata sotto l’attuale governo, ma è stata praticata sotto tutti i precedenti governi, di destra o di sinistra; la legge che facilita l’uso delle armi durante i controlli stradali è stata promulgata dal governo socialista Hollande-Valls (con il pretesto della lotta al terrorismo!). Senza tornare molto indietro, i crimini della polizia sono stati regolarmente oggetto delle notizie per decenni e i loro autori sono stati, il più delle volte assolti, dai tribunali.  

 

La violenza e la repressione della polizia sono caratteristiche del regime capitalista. Scompariranno con lui!

 

Le violenze poliziesche non sono «abbagli», «deplorevoli eccezioni», ma conseguenze necessarie e volute del ruolo della polizia in questa società, qualunque sia il colore politico del governo: difendere l’ordine borghese e il sistema capitalista, prima di tutto contro il proletariato e tutti gli oppressi. La lotta contro la violenza della polizia può quindi essere condotta solo da una prospettiva anticapitalista e proletaria. Farlo in nome della democrazia e chiedere gentilmente al governo borghese di «ascoltare» le rivendicazioni e di compiere «passi concreti» per riformare la polizia è una totale assurdità. Peggio ancora, vuol dire disarmare i proletari, giovani o vecchi, facendo loro credere che sarebbe possibile ottenere delle concessioni per un’altra via invece di doverle strappare con la lotta aperta. La paura di scatenare la rabbia proletaria sarà sempre un freno molto più potente alle esazioni degli scagnozzi della borghesia che non i pacifici appelli al governo!

Per porre fine alla violenza della polizia e a tutti i crimini borghesi, l’unica via non illusoria è quella della ripresa della lotta di classe rivoluzionaria organizzata contro il capitalismo.

I primi passi immediati sono il sostegno alle vittime della repressione e la solidarietà con tutti i proletari minacciati, indispensabili per unire le file dei proletari contro la borghesia e il suo Stato.

I prossimi passi passeranno attraverso la riorganizzazione classista del proletariato e la ricostituzione del suo partito rivoluzionario per guidare la lotta fino al rovesciamento del capitalismo assassino!

 


 

(1) Nahel è il ragazzo di 17 anni assassinato da un poliziotto a sangue freddo il 27 giugno scorso a Nanterre, un sobborgo di Parigi. Un sito specializzato ha identificato, in Francia, più di 5.000 casi più o meno gravi di violenza della polizia in meno di 4 anni – una cifra al di sotto della realtà. Cfr. violentepolicieres.fr

(2) Un sito specializzato ha identificato più di 5.000 casi più o meno gravi di violenza della polizia in meno di 4 anni – una cifra al di sotto della realtà. Cfr. violentepolicieres.fr

 

15/07/2023

 

 

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