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Tesi e testi della Sinistra comunista - Secondo dopoguerra -1945-1955

11. Contributi alla organica ripresentazione storica della teoria rivoluzionaria marxista (1951-1952)


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Caratteri generali dell'evoluzione del regime capitalista contro le interpretazioni aberranti di alcune correnti dell'avanguardia proletaria

(Riunione di Roma, 1-2 aprile 1951- Bollettino Interno n.1, 1° settembre 1951)

 

Rapporto Amadeo Bordiga

 

Il rovesciamento della prassi nella teoria marxista

Punti di tesi

 

1.  Disordine ideologico nei molti gruppi internazionali i quali condannano l'indirizzo stalinista e affermano di essere sulla linea del marxismo rivoluzionario. Incertezza di tali gruppi su ciò che essi chiamano analisi e prospettiva: svolgimento moderno della società capitalistica; possibilità di ripresa della lotta rivoluzionaria del proletariato.

2.  Appare chiaro a tutti che l'interpretazione riformista del marxismo è caduta con le grandi guerre, i grandi scontri interni ed il totalitarismo borghese.

3.  Frattanto, poiché all'inasprirsi della tensione sociale e politica si accompagna non la potenza ma la totale degenerazione dei partiti ex-rivoluzionari, sorge il quesito se non vi sia da fare una revisione nella prospettiva marxista ed anche in quella leninista che poneva a sbocco della prima guerra mondiale e della rivoluzione russa il divampare in tutto il mondo della lotta proletaria per il potere.

4.  Una teoria del tutto errata è quella della curva discendente del capitalismo che porta a domandarsi falsamente come mai, mentre il capitalismo declina, la rivoluzione non avanza. La teoria della curva discendente paragona lo svolgersi storico ad una sinusoide: ogni regime, come quello borghese, inizia una fase di salita, tocca un massimo, poi comincia a declinare fino ad un minimo; dopo il quale un altro regime risale. Tale visione è quella del riformismo gradualista: non vi sono sbalzi, scosse o salti (vedi: Appendice, Tavola I).

5.  La visione marxista può raffigurarsi (a fine di chiarezza e brevità) in tanti rami di curve sempre ascendenti fino a quei vertici (in geometria punti singolari o cuspidi) a cui segue una brusca caduta quasi verticale; e dal basso un nuovo regime sociale, un altro ramo storico di ascensione (vedi: Tavola II).

6.  Conformemente a questa, che è la sola visione marxista, fin da un secolo sono perfettamente scontati tutti i fenomeni dell'attuale fase imperialistica: in economia trusts, monopoli, dirigismo statale, nazionalizzazione; in politica stretti regimi di polizia, strapotenza militare, ecc.

7.  Non meno chiara è la posizione per cui il partito proletario non deve contrapporre rivendicazioni gradualiste e di ripristino e rinascita delle forme liberali e tolleranti in questa moderna situazione.

L'errore opposto del movimento proletario e soprattutto della Terza Internazionale ha determinato un mancato contrapporsi all'altissimo potenziale capitalistico di una comparabile tensione rivoluzionaria.

La spiegazione di questo secondo crollo del movimento di classe, più grave di quello del socialpatriottismo 1914, conduce alle difficili questioni del rapporto tra spinte economiche e lotta rivoluzionaria, tra le masse e il partito che deve guidarle.

8.  Come sono da scartare le posizioni di quei gruppi che svalutano il compito e la necessità del partito nella rivoluzione e ricadono in posizioni operaiste o, peggio, hanno esitazioni sull'impiego del potere di stato nella rivoluzione, così devono ritenersi fuori strada quelli che considerano il partito come il raggruppamento degli elementi coscienti e non ne scorgono i necessari legami con la lotta di classe fisica, ed il carattere di prodotto della storia, come di suo fattore, che il partito presenta.

9.  Tale questione conduce a ristabilire l'interpretazione del determinismo marxista quale è stata costruita dalla prima enunciazione, ponendo al loro posto il comportarsi del singolo individuo sotto l'azione degli stimoli economici e la funzione dei corpi collettivi come la classe e il partito.

10.  Anche qui è utile delineare uno schema che spiega il marxistico rovesciamento della prassi. Nel singolo si va dal bisogno fisico all'interesse economico, all'azione quasi automatica per soddisfarlo; soltanto dopo, ad atti di volontà ed all'estremo alla coscienza e conoscenza teorica. Nella classe sociale il processo è lo stesso: solo che si esaltano enormemente tutte le forze di direzione concomitante. Nel partito, mentre dal basso vi confluiscono tutte le influenze individuali e di classe, si forma dal loro apporto una possibilità e facoltà di visione critica e teorica e di volontà d'azione, che permette di trasfondere ai singoli militanti e proletari la spiegazione di situazioni e processi storici e anche le decisioni di azione e di combattimento (vedi: Tavola VIII).

11.  Quindi, mentre il determinismo esclude per il singolo possibilità di volontà e coscienza premesse all'azione, il rovesciamento della prassi le ammette unicamente nel partito come il risultato di una generale elaborazione storica. Se dunque vanno attribuite al partito volontà e coscienza, deve negarsi che esso si formi dal concorso di coscienza e volontà di individui di un gruppo; e che tale gruppo possa minimamente considerarsi al di fuori delle determinanti fisiche, economiche e sociali in tutta l'estensione della classe.

12.  È quindi priva di senso la pretesa analisi secondo cui vi sono tutte le condizioni rivoluzionarie ma manca una direzione rivoluzionaria. È esatto dire che l'organo di direzione è indispensabile, ma il suo sorgere dipende dalle stesse condizioni generali di lotta, mai dalla genialità o dal valore di un capo o di una avanguardia.

Tale chiarificazione di rapporti tra fatto economico-sociale e politico deve servire di base ad illustrare il problema dei rapporti fra partito rivoluzionario e azione economica e sindacale.

 

 

Partito Comunista Internazionale

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