Democrazia cybersorvegliata

(«il comunista»; N° 132; ottobre 2013)

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L’affare Snowden, l’impiegato dei servizi segreti americani  (NSA) che ha rivelato l’estensione dello spionaggio informatico messo in atto dagli Stati Uniti, è estremamente istruttivo, nella misura in cui svela il vero volto totalitario della democrazia borghese del XXI secolo.

La pretesa degli Stati Uniti di essere i campioni dei “diritti dell’uomo” e della “libertà” nel mondo e all’interno delle loro frontiere è ormai da decenni discretamente intaccata; tuttavia, affari che hanno fatto scalpore come quello del Watergate, in cui organi di stampa “coraggiosi” e “indipendenti” hanno fatto scoppiare la verità sulle manipolazioni del governo, provocando la caduta del presidente che le aveva ordinate (1), sarebbero la dimostrazione che , nonostante tutti i suoi limiti, la “democrazia” sarebbe viva nel più potente paese capitalistico del mondo, a tal punto da essere addirittura un esempio per altri paesi più sfortunati: la libertà d’informazione, la libertà di stampa, la libertà di comunicazione ecc. sarebbero qui accanitamente rispettate anche contro le più alte autorità, a differenza di quanto accade in altri paesi, come, per esempio, in Cina dove la censura sorveglia internet e da dove partono tentativi di spionaggio elettronico verso in mondo intero.

Purtroppo per i cantori della democrazia americana e occidentale, i documenti sottratti dal whistleblower (“lanciatore d’allarme”),  come i suoi sostenitori chiamano Snowden, dimostrano che, anche nel campo della sorveglianza e dello spionaggio elettronico, gli Stati Uniti sono una superpotenza senza uguali al mondo. Per esempio, da anni i media dei paesi occidentali riportano di continuo accuse sullo spionaggio elettronico di aziende o di amministrazioni di altri paesi da parte dei cinesi.

 Un professore americano poteva quindi scrivere, nel 2012, che le autorità cinesi avevano messo in piedi “il controllo probabilmente più sofisticato del cyberspazio” e che questo rappresentava  una minaccia per le imprese americane e causava difficoltà ai motori di ricerca come Google e Altavista. Spiegando che “i regimi autoritari tendono a fare, in confronto alle democrazie,  meno controlli e bilanci per prevenire l’abuso di potere”, scriveva che le società informatiche cinesi obbedivano a regole che “differiscono radicalmente da quelle delle associazioni professionali del settore del commercio informatico occidentale” dove viene garantita “la protezione dei diritti dei consumatori e delle libertà civili” mentre in Cina è l’interesse dello Stato a prevalere (2). Ma bravo professore! Alla NSA si saranno ammazzati dalle risate – a meno che l’articolo non sia stato addirittura ideato da loro…

All’inizio del mese di giugno di quest’anno, il governo cinese ha replicato alle accuse affermando di essere in possesso di “montagne di dati” sulla spionaggio elettronico americano in Cina, ma nessuno ha dato alcuna credibilità a queste affermazioni. Eppure gli Stati Uniti hanno messo in piedi un massiccio sistema di spionaggio e di sorveglianza di internet che supera di gran lunga quello degli altri paesi e, in particolare, della Cina: i dossier di Snowden dimostrano che lo spionaggio elettronico americano in Cina arrivava fino alle più prestigiose ed esclusive università, nelle quali vengono formati i futuri dirigenti del paese (3).

Tutte le grandi imprese americane del settore internet collaborano con i servizi di sorveglianza, calpestando le loro stesse dichiarazioni pubblicitarie di salvaguardia dell’ambito privato e della confidenzialità delle corrispondenze dei loro utenti: Google, Yahoo, Microsoft, Facebook, Paltalk, Skype, Youtube, AOL, Apple e Cisco (leader mondiale della telefonia su reti IP ecc.) sono tutti citati per la loro collaborazione nelle intercettazioni delle comunicazioni elettroniche, che loro chiamano “metadati”.

In media, durante il mese di dicembre dello scorso anno l’americana NSA, nel quadro del suo programma “Informatore illimitato”, ha intercettato quotidianamente in Germania circa 15 milioni di comunicazioni telefoniche e 10 milioni di comunicazioni via internet (nei giorni di punta le intercettazioni hanno riguardato 60 milioni di comunicazioni)!

Nello stesso periodo il numero totale di comunicazioni intercettate quotidianamente dalla NSA si aggirava intorno a 4 milioni in Italia, 3 milioni in Francia, fra 2 e 4 milioni in Polonia, 2 milioni in Spagna ecc. La particolare importanza della Germania dipende non solo dal fatto che è la prima potenza europea, ma  anche dal fatto che è un importante centro internet a partire dal quale è possibile seguire le comunicazioni in altri paesi, dal Mali alla Siria passando per l’Europa dell’Est.

 In generale i metadati non riportano il contenuto, ma il contenitore dei messaggi: indirizzo IP, numero di telefono, relazione fra i corrispondenti, lingua del messaggio, uso di alcune funzioni (come Google maps) ecc., che è quanto è ritenuto sufficiente dalla NSA. Ma esiste anche la possibilità di registrare il contenuto di tutti i messaggi per alcuni giorni, per poter aver in seguito il tempo di elaborarli. Naturalmente una simile quantità di informazioni non può essere completamente analizzata; dei motori di ricerca fanno una selezione automatica secondo criteri scelti a piacere e, sulla base di questa selezione, è possibile seguire individualmente le persone degne di interesse per i servizi di polizia. 

Gli Stati europei, o alcuni di essi, fanno parte dei “bersagli da colpire” secondo la NSA (un documento del settembre 2010 indicava 38 “bersagli” fra le rappresentanze straniere a Washington e a New York: non solo i tradizionali avversari degli Stati Uniti, ma anche le ambasciate di Francia, Italia, Grecia, Giappone, Corea del Sud, Messico ecc.) e un sistema particolare di spionaggio prende di mira le istituzioni europee a Bruxelles (a partire dalle installazioni della NATO) e a New York.

Tutti i paesi sono potenzialmente dei bersagli per gli Stati Uniti, ad eccezione di un ristretto gruppo di paesi con i quali esiste un trattato di collaborazione detto dei “5 occhi”; Australia, Nuova Zelanda, Canada e Gran Bretagna. Infatti Snowden ha rivelato che i servizi segreti britannici hanno installato collegamenti diretti sui cavi transatlantici Gran Bretagna-Stati Uniti attraverso i quali transita gran parte del traffico elettronico fra Europa e America per procedere senza difficoltà alle intercettazioni volute; o che, durante l’ultimo “G8”, tenutosi in Gran Bretagna, avevano montato un falso cyber-caffè per spiare le comunicazioni dei membri delle delegazioni straniere, mentre intercettavano le comunicazioni “criptate” dei cellulari dei loro dirigenti; i dati sono stati poi comunicati ai servizi americani…

 

Dietro la maschera democratica, il totalitarismo del dominio borghese

 

Lo spionaggio, compreso quello fra Stati “alleati”, non è evidentemente una novità; ma la novità riguarda le enormi possibilità che l’informatica e le reti elettroniche offrono alle grandi nazioni, e soprattutto alle più grandi, non solo per spiare gli altri Stati, ma anche per controllare l’attività della propria popolazione.

All’epoca della democrazia liberale, l’inviolabilità della corrispondenza  faceva parte dei suoi principi – che chiaramente  venivano sempre ignorati dalla polizia – ma di cui il sopracitato professore vantava ancora l’esistenza nei paesi occidentali; oggi il principio non proclamato, ma assolutamente reale, è l’intercettazione della corrispondenza!

Pur mantenendo una facciata liberale, la moderna democrazia ha spinto il controllo e la sorveglianza a livelli sconosciuti al totalitarismo fascista, da cui essa ha ereditato la tendenza alla centralizzazione.

Quando è scoppiato lo scandalo Snowden, il presidente Obama, per rassicurare la popolazione americana, ha affermato che la NSA operava solo nei paesi stranieri e solo nel quadro della “lotta antiterrorista”.

Ma i documenti dimostrano il contrario; nel solo mese di marzo la NSA ha intercettato 3 miliardi di “informazioni” sui computer e sulle reti informatiche americane (pur contro i 14 miliardi in Iran, i 13,5 in Pakistan, i 12,7 in Giordania, i 7,6 in Egitto e i 6 in India, per un totale di 97 miliardi nel mondo intero).

La sorveglianza sulle mail negli Stati Uniti sarebbe iniziata una decina d’anni fa, dopo gli attentati dell’11 settembre; ma è entrato in funzione nel dicembre dell’anno scorso un nuovo sistema, molto più efficiente, che sarebbe in grado di analizzare e di filtrare quasi in tempo reale più del 75% del traffico internet. In seguito a una decisione segreta presa nel mese di aprile, la società Verizon, il più importante operatore di telefonia mobile americana con oltre cento milioni di clienti, fornisce giornalmente alla NSA tutti i dati telefonici di questi ultimi!

Ma, come è stato recentemente scoperto per caso, i servizi di sorveglianza della posta tradizionale sono tuttora efficacemente in vigore (4); al programma, vecchio di oltre un secolo, di sorveglianza attraverso gli impiegati postali della corrispondenza delle persone sospette (vale a dire di decine di migliaia di lettere all’anno), si è aggiunto, da una decina d’anni, un programma automatico più moderno: la fotografia delle buste di tutte le lettere e i pacchetti distribuiti dalla posta, cioè 160 milioni fra lettere e pacchetti!

È comprensibile come, dopo queste rivelazioni, Obama si sia trovato in difficoltà, nella conferenza stampa dei primi di agosto, nel tentativo di convincere che la NSA e le altre agenzie di informazioni americane avessero sotto mira solo i “terroristi” e che i programmi di classificazione delle informazioni sarebbero divenuti “più trasparenti”: l’amministrazione democratica di Obama ha, in realtà, aumentato e intensificato su grande scala tutte queste pratiche!

I governi europei hanno manifestato pubblicamente la loro indignazione di fronte al massiccio spionaggio americano – in particolare perché è soprattutto economico! Il governo francese ha richiesto il rinvio dei negoziati commerciali transatlantici in corso (in quanto i negoziatori europei erano stati spiati) in attesa di “chiarimenti” da parte delle autorità statunitensi; il governo tedesco ha dichiarato che si trattava di “pratiche degne della guerra fredda” intollerabili fra alleati ecc.

Ma tutti hanno rifiutato di concedere asilo politico a colui che aveva rivelato che erano vittime di questo spionaggio; e dopo qualche giorno i negoziati commerciali sono ripresi come prima, senza “chiarimenti” da parte americana. E quando gli Stati Uniti li hanno avvertiti che Snowden avrebbe potuto trovarsi nell’aereo presidenziale boliviano, le autorità francesi (seguite da quelle spagnole, italiane e portoghesi) gli hanno immediatamente vietato di sorvolare il loro territorio, contravvenendo così alle convenzioni diplomatiche internazionali…

Sarebbe un grave errore spiegare il comportamento dei governi europei come una “mancanza di coraggio” o come atto di “servilismo” nei confronti degli Stati Uniti. Un quotidiano americano scrive che “le autorità americane hanno avvertito privatamente le autorità francesi di badar bene di non parlare con troppa indignazione dello spionaggio americano, dato che anche i grandi paesi europei, come la Francia, spiano, e non solo i loro nemici” (5).

Tutti i grandi paesi europei si dedicano, in effetti, allo spionaggio, ma anche alla sorveglianza e al controllo delle rispettive popolazioni. Le Monde del 5 luglio ha documentato l’esistenza in Francia di un “sistema clandestino” simile a quello americano grazie al quale la DGSE (i servizi segreti francesi) “raccoglie gli estratti telefonici di milioni di abbonati (…). Lo stesso accade per le mail (con la possibilità di leggere l’oggetto della comunicazione), gli SMS, i fax… E tutta l’attività internet che passa attraverso Google, Facebook, Apple, Yahoo…” (6).

In Germania, secondo le rivelazioni di Snowden, i servizi segreti lavorano mano nella mano con i loro omologhi americani per controllare le comunicazioni. In Gran Bretagna, British Telecom, Vodafone, Verizon e altre compagnie telefoniche spiano segretamente i solo utenti per conto della polizia, ecc., e gli altri paesi non devono essere da meno. Tutte le grandi nazioni fanno (con mezzi meno potenti) quello che fa lo Stato americano e quindi tutti sono altrettanto ostili alle rivelazioni che portano alla luce questa realtà, che mette in difficoltà la grande menzogna democratica. La Russia ha finito per accettare  di concedere “provvisoriamente” asilo politico a Snowden, ma a condizione che cessi di rivelare notizie sugli intrighi della NSA.

Il Washington Post, il grande giornale che aveva combattuto per portare alla luce la verità sull’affare Watergate, aveva rifiutato di pubblicare le informazioni che Snowden ingenuamente gli aveva proposto; il fatto è che non si trattava più, come allora, di opporsi a un governo responsabile di una grave crisi politica, ma di fare un po’ di luce sugli ingranaggi segreti della democrazia.

Democratici o autoritari, e anche se sono rivali e concorrenti, tutti gli Stati e le classi borghesi sono complici e solidali di fronte alle popolazioni, in ultima analisi di fronte ai proletari, che si sforzano di mantenere nell’ignoranza, di imbrogliare con la propaganda e di prendere in giro.

Non serve a niente piangere sulle violazioni delle libertà, sulla democrazia beffata, sulle ingerenze dello Stato nella vita dei “cittadini” – Stato che per altro viene chiamato in aiuto per proteggere questi stessi cittadini dagli eccessi del capitalismo!

La potenza di questo Stato, e dell’ordine sociale di cui esso è la forza armata, non è eterna; la gigantesca quantità dei mezzi di sorveglianza e di controllo che esso mette in campo si spiega con la gravità delle tensioni che si accumulano nella società rendendo sempre più precario l’equilibrio sociale e provocando periodiche esplosioni. Nessuno di questi mezzi potrà, alla lunga, impedire il ritorno della lotta di classe anticapitalista.

Ma questa non potrà sfociare nella lotta finale se non quando, respingendo definitivamente le illusioni riformiste, legalitarie e pacifiste della menzognera democrazia borghese, i proletari, diretti dal loro partito di classe, opporranno alla centralizzazione e al totalitarismo borghese la centralizzazione e il totalitarismo rivoluzionario: la presa rivoluzionaria del potere e l’instaurazione della dittatura proletaria internazionale per liquidare il capitalismo.

 


 

(1) In vista delle future elezioni presidenziali che affrontava in posizione difficile, il presidente Nixon aveva fatto piazzare delle microspie nell’edificio del Watergate, dove si sarebbe tenuta la Convention del partito democratico. Quando scoppiò lo scandalo, Nixon fu alla fine costretto a  dare le dimissioni sotto la pressione dell’opposizione democratica.

(2) Cfr. http://www.erudit.org/revue/telescope/2012/v18/n1-2/1009262ar.htlm

(3) Tutte le informazioni che seguono sono tratte da articoli del giornale inglese Guardian e da quello tedesco Spiegel, consultabili in inglese sui loro siti internet: www.theguardian.com e www.spiegel.de. La stampa francese al riguardo è stata molto più discreta.

(4) New York Times, 3/7/2013.

(5) International Herald Tribune, 5/7/2013.

(6) Le Monde scrive che “la Francia ha debolmente protestato (riguardo alle rivelazioni di Snowden). Per due eccellenti ragioni. Parigi era già al corrente. E fa la stessa cosa”. Queste informazioni non hanno suscitato alcuna eco, in quanto il governo PS-Verdi si è precipitato a soffocare la faccenda. Ancora una volta con tutte le sue forze ha servito perfettamente gli interessi borghesi. 

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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