Con i morti ancora caldi e i vivi agonizzanti sotto le macerie, il giorno dopo il terremoto nel centro Italia già si parla di “ricostruzione”. I borghesi si stringono intorno ai superstiti pensando prima di tutto all’affare della ricostruzione!

(«il comunista»; N° 145;  Settembre 2016)

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Prima il capo dello Stato: «sforzo corale per ricostruire», poi a seguire il Presidente del Consiglio: «La credibilità e l’onore di tutti noi sarà nel garantire una ricostruzione vera» (dichiarazioni riportate dal il manifesto 25.8.2016) hanno dimostrato ciò che sta veramente a cuore ai borghesi: l’economia della catastrofe prima che la prevenzione dalle catastrofi.

Infatti la prevenzione dalle “catastrofi naturali” genera stanziamenti pubblici da parte dello Stato borghese infinitamente minori (attualmente in Italia si investe solo l’1% del fabbisogno reale per la prevenzione antisismica, sempre il manifesto del 25.8.2016), mentre l’affarismo capitalista ingordo di profitti ne chiede una quantità sempre maggiore e quindi “pianifica” nelle emergenze – dopo le catastrofi – la vera soddisfazione nella ricostruzione, più la catastrofe è distruttiva e devastante più sogna di “pascersi” su montagne di soldi pubblici e privati.

Ecco quindi la spiegazione di tanta “disorganizzazione” burocratica, dei tempi lunghi nell’applicare determinate leggi per mettere in sicurezza anche gli edifici vecchi, o dei mancati controlli da parte dello Stato anche solo degli edifici pubblici (l’Italia, nonostante sia il paese europeo dove la terra trema di più, il 70% delle costruzioni sia pubbliche che private non è progettato con criteri antisismici e il 50% delle scuole non è a norma, dal Corriere della Sera 25.8. 2016).

 

Per l’ennesima volta i borghesi rivelano la vera natura del modo di produzione capitalistico, che è quella di mettere al centro la vita del profitto non la vita degli esseri umani!

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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