Amianto e "giustizia" borghese

(«il comunista»; N° 146;  Dicembre 2016)

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Quando i vertici e il grande padrone svizzero di Eternit, Stephan Schmidheiny, furono processati con l'accusa di omicidio volontario nei confronti dei 258 operai morti di mesotelioma, il sindaco di Casale Monferrato e i comitati dei familiari degli operai morti esultarono per aver ottenuto, dopo tanti anni, "giustizia". I processi che riguardano i grandi capitalisti possono anche iniziare, ma difficilmente le accuse iniziali che hanno dato il via al processo vengono mantenute fino alla fine dell'iter giudiziario che, ricordiamolo, in Italia è di tre gradi. Il caso Eternit è emblematico (e si è allargato di recente anche alla Pirelli, alla Olivetti ecc.). Contro l'accusa di omicidio volontario (o doloso, che è praticamente la stessa cosa) i difensori del magnate svizzero sono ovviamente ricorsi ottenendo che il tribunale di Torino, competente per due dei 258 casi, lo derubricasse in omicidio colposo, accusa molto meno grave; non solo, il tribunale ha anche disposto che i restanti 256 casi vengano smembrati in tre procure diverse, Napoli, Reggio Emilia e Vercelli, giudicate competenti in base al territorio nel quale gli operai sono stati colpiti dalla malattia e poi morti. In questo modo la burocrazia giudiziaria non fa che avvantaggiare gli accusati che possono contare sulla lentezza infinita di ogni processo e, soprattutto, su processi che devono praticamente ripartire da zero.

Noi non abbiamo mai creduto che attraverso i processi si possa ottenere davvero "giustizia", visto che la magistratura non è che un corpo dello Stato borghese che ha il compito di tutelare gli interessi economici, sociali, politici e istituzionali borghesi. D'altronde le leggi sono pensate, scritte, modificate, promulgate dallo Stato del capitale e vengono applicate o non applicate, dimenticate o rimesse in evidenza, dalle forze dell'ordine e dalla magistratura che sono le sentinelle della fortezza statale capitalistica. Talvolta, ma solo per gettare fumo negli occhi alle masse dei lavoratori salariati, la magistratura, quando proprio non ne può fare a meno, colpisce qualche "pezzo grosso", qualche "magnate", per fare vedere che non se la prende soltanto con i poveracci e che le leggi dello Stato sono "uguali per tutti", come è scritto impudentemente in ogni aula di tribunale.

Sulla questione dell'amianto è stato indetto addirittura un convegno, al Senato della Repubblica. Il presidente del Senato, Piero Grasso, lo scorso novembre, ha aperto il convegno sulla presentazione del nuovo testo di legge sull'amianto rivolgendosi alla platea e ai relatori. Solo che di relatori non se n'è vista l'ombra!

 

(notizie tratte da: La Stampa, 29/11/2016)

 

 

Partito comunista internazionale

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