Il capitalismo è sempre necessariamente aggressivo

(«il comunista»; N° 152; Gennaio - Marzo 2018)

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Siamo in mano a pochissimi grandi Mostri di classe, ai massimi Stati della terra, macchine di domini, la cui potenza pesa su tutti e su tutto, il cui accumulare senza mistero energie potenziali prelude, da tutti i lati dell’orizzonte, e quando la conservazione degli istituti presenti lo richieda, allo spiegamento cinetico di forze immense e stritolatrici, senza la minima esitazione, da nessuna parte, innanzi a scrupoli civili, morali e legali, ai princìpi legali di cui gracchia da mane a sera l’ipocrisia infame e venduta della propaganda.

(da Forza, violenza, dittatura nella lotta di classe, III, “Prometeo” n. 5, genn./febbr. 1947, p. 213)

 

Guardare in faccia alla strapotenza del nemico non ha mai significato, per noi, darlo, alla scala storica, vincente. La prova delle contraddizioni che ne lacerano le strutture è nella violenza stessa delle sue minacce. (...) E lo stesso moto vertiginoso [accumulazione e concentrazione vertiginosa del capitale, privato o pubblico] genera le forze antagonistiche destinate a spezzarne il corso, a condizione che ad unirle, a concentrarle verso un unico punto, dirigerle nella difesa dal nemico e nell’attacco al suo potere, ci sia un fattore di coscienza e volontà condensate in organizzazione: il partito di classe.

(da Il capitalismo è sempre e necessariamente aggressivo, “il programma comunista”, n. 2/1975)

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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