Prometeo incatenato

(«il comunista»; N° 152; Gennaio - Marzo 2018)

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E' nostra posizione consolidata che, con la seconda guerra imperialista, il proletariato mondiale, dopo essere stato battuto sul fronte di classe e rivoluzionario e dopo essere stato irretito dall'opportunismo stalinista, è stato di fatto eliminato come classe sia negli Stati fascisti che negli Stati democratici. La sua forza sociale è stata dirottata completamente nel sostegno, in ogni paese, alla borghesia nazionale, da una parte e dall'altra del fronte di guerra e, perduta la guerra dagli Stati fascisti, è stata fatta propria interamente dalla democrazia imperialista.

"L'esame dei fatti e delle vicende politiche salienti della moderna evoluzione sociale - scrivevamo nel 1946 (1) - ci consente di ravvisare la mancanza di qualunque autonomia del proletariato nei confronti di una borghesia che è organizzativamente saldissina e che manovra a suo piacere provocando volutamente la sensazione, del tutto illusoria, che le forze proletarie intervengano nella determinazione dello svolgersi delle situazioni politiche. C'è tutto un giuoco complesso che la borghesia ha creato, tutto un irretimento abilissimo, quanto istintivo perché derivante dalla dialettica dei rapporti di forza tra le classi, che va smontato e smascherato: non, evidentemente per il puro gusto della verità, ma perché in questo giuoco è attanagliato, con la complicità dei 'suoi' partiti, il proletariato, ed esso deve esserne liberato se si vuole che sia posto in grado di fronteggiare le armi che la borghesia appresterà per sopravvivere alla nuova crisi da cui, forse non a lunghissima scadenza, sarà sconvolta. Si pensi alla facilità con cui il capitalismo ha liquidato il fascismo: solo con una enorme potenza ed una struttura organizzativa imponente ci si potevano permettere questi cambiamenti di scena con tanta freschezza, se si considera che i regimi abbattuti sorsero proprio come estremo rimedio a crisi sociali che i singoli capitalismi nazionali non erano in grado di fronteggiare diversamente. E il proletariato è stato fatto partecipare soddisfatto alla trasfomazione, perfettamente allineato nella credenza di perseguire i propri fini".

Da allora era chiaro al partito in quale abisso il proletariato era precipitato e quali tremende difficoltà doveva superare per riconquistare la propria autonomia di classe. La crisi di Corea del 1950 giunse, ed altre ne seguirono, fino alla più recente del 2007-2008, ma nessuna finora si è trasformata in crisi sociale e rivoluzionaria. I tempi matureranno, ma c'è ancora molta strada da percorrere...

 


 

(1) Cfr Prometeo incatenato, nella rivista del partito di allora, "Prometeo", n. 4, dicembre 1946.

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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