Bollettino d’informazione sulla situazione della classe lavoratrice in Algeria

(«il comunista»; N° 156; Novembre 2018)

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Un gruppo di lettori algerini del nostro giornale in lingua francese, le prolétaire, ha preso l’iniziativa di pubblicare un Bolletino di informazione sulle lotte e la situazione dei proletari in Algeria e altrove. Questo bollettino, che contiene testi in 3 lingue (arabo, berbero e francese), viene pubblicato, per il momento, con un ritmo quasi settimanale. Vi si trovano resoconti di movimenti di lotta (come quello degli insegnanti a contratto), articoli su fatti particolarmente significativi della situazione dei proletari in questo paese (come l’epidemia di colera, le inondazioni ad Algeri ecc.), polemiche contro vari gruppi politici neo-stalinisti o nazional-trotskisti e informazioni sulle lotte in altri paesi, così come testi marxisti classici o della nostra corrente.

Come saluto a questa iniziativa, alla quale auguriamo un buon seguito di lettori, riportiamo di seguito alcuni paragrafi della presentazione del loro bollettino.

 

 

Siamo un gruppo di militanti marxisti internazionalisti d’Algeria e abbiamo deciso di lanciare un Bollettino di informazione che dovrà riempire un vuoto politico e teorico lasciato da altri canali di informazione. Per noi è quindi importante lanciarlo. Crediamo che questo Bollettino debba uscire ogni settimana (secondo le nostre forze) perché c’è molto da dire su questo sistema capitalista algerino. In Algeria non mancano certo le lotte proletarie. Si lotta per i salari, per le condizioni di lavoro e di vita; per l’acqua, per l’elettricità, per il gas, contro la disoccupazione (...) si sta lottando anche contro il degrado dell’ambiente come testimonia la lotta contro l’estrazione del gas di scisto nel sud dell’Algeria.

Proletari algerini, cercheremo di tracciare, attraverso questo Bollettino, un’immagine fedele delle vostre condizioni di vita, dei vostri problemi e delle vostre lotte, delle vostre speranze e delle vostre prospettive.

Lo Stato borghese algerino cerca di sbarazzarsi dei movimenti di protesta scoppiati qua e là, innanzitutto attraverso la repressione, la calunnia, l’intimidazione degli elementi più combattivi, cercando di isolarli con la disinformazione, il silenzio ma anche la fabbricazione di false interpretazioni. Oggi è importante contrastare le bugie della borghesia, diffondere e sostenere con tutti i mezzi le lotte delle masse proletarie algerine per le loro legittime rivendicazioni. A seconda delle nostre forze e delle nostre possibilità, cercheremo, con questo Bollettino, di contribuire a tali compiti ricordando e avanzando la prospettiva rivoluzionaria, ad ogni passo e ad ogni passaggio. Dal momento che è necessario avere una teoria per guidare l’azione, e in quanto è necessario avere una teoria corretta, dedicheremo una pagina alla pubblicazione di un testo dai classici del marxismo (Marx/Engels, partito bolscevico e il Partito comunista internazionale, PCInt. “le Prolétaire”). Testi di cui i proletari e i giovani coscienti hanno bisogno per intervenire efficacemente nei movimenti di lotta e per organizzare la lotta contro il sistema capitalistico: il sistema dei borghesi, dei profittatori e dei corrotti, al fine di rompere le catene dello sfruttamento. Il nostro scopo è di incoraggiare i proletari a studiare, leggere e formarsi sulla base della teoria rivoluzionaria. Faremo anche una battaglia teorica contro i falsi amici del proletariato allo scopo di spazzar via tutti i traditori e gli opportunisti, e una lotta contro tutti coloro che dividono la classe operaia secondo criteri etnici, razziali, culturali o religiosi. Il nostro compito principale è lavorare per l’unità e la solidarietà della nostra classe, per l’unificazione delle nostre lotte, e combattere tutto ciò che ci divide. Risponderemo colpo su colpo a tutti quei piccoli borghesi intellettuali che ci insultano ogni giorno per compiacere l’Occidente imperialista. Abbiamo bisogno del vostro aiuto, compagni, proletari, per svolgere questo compito: tutte le informazioni e i volantini locali che possono rendere noti gli scioperi sono i benvenuti. Questo ci permetterà sia di divulgare la lotta, sia di valutare i punti di forza e i limiti di questi movimenti di protesta.

 

PROLETARI, COMPAGNI, DA CHE PARTE STIAMO?

 

Stiamo dalla parte degli sfruttati, non dei padroni, chiunque essi siano. Non difenderemo mai un padrone “privato” né il padrone “Stato”. Qual è la differenza tra un padrone singolo e uno Stato-padrone? Aiutare un padrone o uno Stato-padrone porta allo stesso risultato. Il capitalismo, liberale o di Stato, è sempre capitalismo. Lo Stato è anche la polizia e la gendarmeria che ci bastonano e ci arrestano. Lo Stato è anche la giustizia che ci condanna e ci imprigiona, mentre Shakib Khalil e Madani Mazreg sono diventati consiglieri della nazione; questa giustizia che si è precipitata a dire che lo sciopero dell’Air Algérie è illegale, mentre non muove un dito nel caso della droga. Lo Stato è anche l’esercito che ha partecipato, con la Francia, alla guerra nel Mali e nella Repubblica Centrafricana. Lo Stato, in tutto il mondo, è l’unico datore di lavoro che applica una rivendicazione cara a tutti i nazionalisti di questo mondo: “la priorità nazionale”. Un proletario che non ha la nazionalità, in Algeria e altrove, non ha il diritto di lavorare nel servizio pubblico, e tutti gli Stati di questo mondo fanno della discriminazione la base per l’occupazione.

Noi siamo dalla parte delle lotte degli sfruttati e mai dalla parte dei padroni, sosterremo le lotte dei proletari della SNVI ma non la SNVI, sosterremo le lotte dei proletari della Cevital ma non Rabrab o la sua impresa. Sosterremo le lotte dei liceali e degli studenti, ma non la scuola. Sosterremo le lotte dei disoccupati per un posto di lavoro, ma non il Lavoro. La classe lavoratrice si batte, ora in un luogo ora in un altro. Peccato che vi sia l’assenza di un partito comunista rivoluzionario per federare tutti questi scioperi. Che energia, che occasione va sprecata! Tutti questi scioperi danno scarsi risultati rispetto a quelli che potrebbero ottenere sotto la guida di un vero partito marxista, internazionale e internazionalista. (...).

 

COMPAGNI, PROLETARI, VIA D’USCITA NAZIONALE O INTERNAZIONALE?

 

La classe operaia è essenzialmente una classe internazionale, e può trionfare soltanto a livello internazionale. Non c’è alcuna via d’uscita nazionale all’emancipazione dei proletari. È per questo motivo che abbiamo deciso di includere una sezione in cui invocheremo la solidarietà (attiva) internazionale, ma documenteremo anche le lotte della nostra classe nel mondo presentando le loro rivendicazioni e i loro metodi, senza entrare troppo nei dettagli Questo perché noi siamo internazionalisti e l’emancipazione dei lavoratori non può essere che a livello globale; questo perché siamo comunisti, cioè siamo per la distruzione del capitalismo: rifiutiamo qualsiasi difesa dell’economia nazionale (che è un’economia capitalista), rifiutiamo ogni difesa dell’impresa nazionale che non è che un’impresa come qualsiasi altra, quindi capitalista e che si basa sullo sfruttamento dei lavoratori.

 

COMPAGNI, PROLETARI, FRONTE UNICO POLITICO O FRONTE ALLA BASE?

 

Il nostro obiettivo supremo è la costituzione del proletariato in CLASSE, quindi in PARTITO, un PARTITO INTERNAZIONALE INTERNAZIONALISTA nettamente distinto e opposto a tutti gli altri partiti, un Partito che difende gli interessi esclusivi della nostra classe; noi lottiamo per l’autonomia della nostra classe e rifiutiamo ogni alleanza, anche contingente, con gli altri partiti per quanto siano democratici.

Ci rifiutiamo di legare il nostro destino alla classe borghese, rifiutiamo ogni collaborazione di classe. Ci rifiutiamo di lasciare il nostro destino nelle mani dei sindacati traditori e dei partiti riformisti. (...).

Il marxismo ci insegna che il capitalismo è un tutto, e tutto si tiene. Il capitalismo è basato sullo sfruttamento dei lavoratori e l’estrazione di plusvalore; poi questo plusvalore è suddiviso tra le diverse frazioni capitaliste: capitalisti industriali, capitalisti commerciali, capitalisti finanziari, proprietari fondiari e, infine, una parte per lo Stato che è il rappresentante ufficiale del capitalismo, il capitalista puro, il cui compito è proprio quello di reprimerci e organizzare il nostro sfruttamento.

Noi, invece, lotteremo anima e corpo per l’unificazione del proletariato alla base, nelle lotte dirette, negli scioperi e nelle proteste senza alcuna precondizione politica e qualunque sia l’appartenenza religiosa, l’origine e il colore della pelle.

Parteciperemo, incoraggeremo tutti gli sforzi, tutte le iniziative dei proletari per organizzarsi in funzione della lotta.

I marxisti hanno sempre insistito e mostrato la necessità di questa lotta e di questa organizzazione che Engels considerava come “la scuola di guerra del comunismo”: rinunciare a questa scuola significa rinunciare alla possibilità di condurre una lotta rivoluzionaria per la conquista del potere politico.

Combatteremo implacabilmente tutte le forze e le persone che cercano di sabotare i tentativi del proletariato ad organizzarsi nei sindacati, nei comitati di sciopero, nei comitati di villaggio, nei comitati di quartiere, il sindacato o qualsiasi altra forma di organizzazione nata in risposta a un bisogno immediato dei lavoratori e in cui i rivoluzionari intervengono per impedire che il suo ruolo sia limitato solo alle riforme e alla collaborazione di classe. (...)

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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