Algeria. Di fronte alla mobilitazione delle masse, il potere manovra, l’opposizione borghese si prepara a prendere il sopravvento e l’opportunismo a deviare la mobilitazione delle masse algerine.

Il proletariato deve prepararsi a guidare la lotta contro il capitalismo!

(«il comunista»; N° 158; Marzo 2019)

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Dopo le gigantesche manifestazioni di venerdì 8 marzo, che hanno visto milioni di persone scendere in piazza per dimostrare il loro rifiuto verso un quinto mandato dell’impotente Bouteflika, e dopo lo sciopero dei lavoratori di vari settori (nella zona industriale di Rouiba, nei porti, e nell’industria petrolifera ecc.) di domenica 10 marzo, lunedì 11 le autorità hanno rilasciato una dichiarazione annunciando che Bouteflika rinunciava a presentarsi alle elezioni presidenziali (1). Queste elezioni venivano annullate, si passava alla formazione di un nuovo governo, mentre si istituiva una «conferenza nazionale inclusiva e indipendente» per redigere una nuova costituzione entro la fine dell’anno, consentendo così le successive elezioni presidenziali.

Dopo il primo momento di euforia, l’inganno è apparso evidente: per il potere si tratta di guadagnare tempo facendo promesse vuote che non comportano la minima concessione; la dichiarazione significa semplicemente che Bouteflika e il suo clan rimangono al comando per un periodo indefinito, senza nemmeno dover fare la commedia di un’elezione presidenziale!

Già il 3 marzo, il potere aveva tentato una manovra ancora più grossolana con la pubblicazione di una lettera in cui Bouteflika si impegnava a non completare il suo mandato dopo la sua elezione e a non presentarsi per la sesta volta! Questo ovviamente non poteva fermare i manifestanti che, al contrario, sono aumentati di numero.

La lezione è chiara: il clan presidenziale non intende lasciare tranquillamente le redini, perché significherebbe abbandonare dei ruoli che sono sinonimi di prebende e affari di ogni tipo. Esso ha ricevuto il sostegno dell’imperialismo francese che ha rotto il silenzio per sostenere la manovra di Bouteflika. Attraverso le parole del nuovo vice primo ministro Ramtame Lamamra, il governo algerino ha risposto che si sarebbe occupato di garantire «la stabilità e la sicurezza» nel paese e nella regione (2): intendeva, ovviamente, la stabilità e la sicurezza dell’ordine borghese e imperialista.

Di fronte alla determinazione delle masse il potere, tuttavia, deve escogitare accordi e compromessi – non con i proletari e le masse povere, che sono il vero motore del movimento in corso, ma con forze borghesi o clan opposti: questo il significato di tale «conferenza nazionale inclusiva» che riprende la ricetta utilizzata vent’anni fa per superare le crisi politiche in Africa, cioè gli appelli a personalità dell’opposizione perché si integrino nel governo.

È improbabile che questi appelli vengano accolti nell’immediato; ma gli avversari borghesi e piccoloborghesi cominciano a darsi da fare per trovare una «transizione» che sia accettabile anche per il governo, come emerge ad esempio dalla loro riunione del 13 marzo, nella quale hanno accusato il potere di essere «un pericolo per la stabilità e sicurezza del paese»: hanno anch’essi, come principale preoccupazione, la stabilità dell’ordine costituito!

Da parte loro, i partiti opportunisti cosiddetti di «estrema sinistra» denunciano la manovra del potere e invitano a proseguire le mobilitazioni. Ma pure criticando i tentativi di rattoppare il potere, non propongono altra prospettiva che quella di una «Assemblea Costituente» che risolverebbe democraticamente tutti i problemi.

Il caso della Tunisia ha tuttavia dimostrato, se fosse necessario, che un’Assemblea Costituente è il modo migliore per la conservazione dello Stato borghese e del sistema capitalista. Non è certo da una consultazione democratica in cui gli eletti di tutte le classi sociali si ritrovano e discutono che gli interessi delle masse sfruttate possono essere difesi, ma solo dalla loro lotta diretta, classe contro classe. Nella sua spiegazione di ciò che dovrebbe essere l’Assemblea Costituente, il PT (il Partito dei Lavoratori, «trotskista lambertista») ha messo i puntini sulle i affermando che dovrebbero parteciparvi i datori di lavoro danneggiati dal clan Bouteflika – cioè gli sfruttatori, i nemici degli operai! Inoltre, il PT non ha esitato a dichiarare, lo scorso 4 marzo, che era favorevole (in questo momento!) al rovesciamento del «sistema», ma per meglio «preservare» lo Stato! I manifestanti che hanno espulso i dirigenti del PT dalla manifestazione dell’1 marzo avevano quindi perfettamente compreso che questa gente sarà sempre dalla parte del potere borghese.

I proletari e le masse sfruttate non devono lasciarsi ingannare da questi mercanti di illusioni o essere fuorviati dall’unanimità che attualmente prevale contro Bouteflika e il suo clan.

Non basta cambiare i politicanti alla testa dello Stato, né rimpiazzare un clan con un altro, per fermare la disoccupazione, la miseria e l’oppressione. Ne è responsabile il capitalismo e lo Stato borghese è il garante e il baluardo del capitalismo: è contro di loro che dobbiamo combattere, sono loro che devono essere abbattuti! I manifestanti proletari che rivendicano la fine del «sistema» e un «cambiamento radicale», che gridano che «tutti devono andarsene», respingendo una semplice riforma, un semplice rattoppo del potere attuale, lo sanno istintivamente.

Ma entrare in lotta contro il capitalismo provocherà inevitabilmente l’opposizione di tutti coloro – politicanti, corporazioni e classi sociali – che vogliono solo riformare questo sistema; vediamo già emergere le condanne del movimento di sciopero «perché divide gli algerini».

Per lottare contro il capitalismo, il proletariato non può fare a meno di organizzarsi in modo indipendente, sulle sue basi di classe e per i propri interessi, senza il timore di distruggere i sogni dell’unità nazionale e della fraternità democratica che fanno ubriacare i piccoliborghesi: borghesi e proletari hanno interessi distinti e opposti, non possono esserci tra loro interessi comuni ma solo la lotta fino alla fine.

Qualunque siano i risultati immediati delle manovre del potere e dell’opposizione borghese e piccoloborghese, i proletari devono sapere che li attendono scontri molto duri se vogliono porre fine al sistema capitalista. In stretta connessione con i proletari degli altri paesi, dovranno trascinare dietro di sé le masse sfruttate per la conquista rivoluzionaria del potere. Il loro obiettivo non sarà la creazione di una «seconda repubblica» borghese, ma la distruzione dello Stato borghese, la costituzione della repubblica proletaria, vale a dire la dittatura internazionale del proletariato, che avrà il compito di instaurare la società comunista sulle rovine del capitalismo.

La grandiosa mobilitazione attuale non è ancora l’inizio di questa rivoluzione; ma può costituire un grande passo in avanti se il proletariato approfitterà dello sbandamento dell’ordine borghese non solo per scendere in lotta sulle sue basi di classe, ma anche per dotarsi della sua organizzazione di classe – il partito di classe – indispensabile per il successo della lotta.

Spetterà ai proletari coscienti e ai militanti d’avanguardia lavorare in questa prospettiva.

 

Per la lotta rivoluzionaria contro il capitalismo!

Per la ricostituzione del partito di classe internazionale!

 

15/3/2019

 


 

(1) Questa dichiarazione affermava anche che Bouteflika non aveva mai avuto intenzione di ambire a un nuovo mandato. Quindi era solo un malinteso? Una volta di più si sta prendendo in giro la gente!

(2) Durante una trasmissione del “Canale 3” il 13/3, ha dichiarato alle classi dominanti degli altri paesi che l’Algeria deve continuare ad essere “un esportatore netto di stabilità e sicurezza nella regione “. Marine Le Pen, da buon difensore dell’ordine borghese, ha chiesto che la Francia non conceda più visti agli algerini: ciò che lei teme è l’esportazione della rivolta. I proletari, da parte loro, invocano la lotta di classe internazionale e la solidarietà proletaria al di là di ogni frontiera!

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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