Livorno 1921. La formazione del Partito Comunista d’Italia, sezione dell’Internazionale Comunista

( Supplemento 02 a «il comunista» N° 166, Gennaio 2020 / Livorno 1921, la formazione del Partito Comunista d'Italia ) 

Ritorno indice supplemento Livorno   -   Ritorno indice « il comunista »


 

●  1919

 

 

Il bolscevismo, pianta di ogni clima

(Dal “ Soviet” del 23 febbraio 1919; in Storia della Sinistra comunista, vol. I, p. 363)

 

 

Si tratta di una breve nota che allora fu diretta contro i bacchettoni della ignobile democrazia italiana, rinfacciando loro che il bolscevismo non era fenomeno russo bensì internazionale, e viveva in Italia. Va riflettuto amaramente che le stesse maledizioni andavano dirette anche contro i rinnegati che, con Stalin a capo, hanno costruito, dal 1926 in poi, la dottrina infame che il processo storico dell’Ottobre 1917 era un fatto locale della nazione russa e non lo si doveva invocare a proposito delle altre “vie nazionali”!

 

 

Colajanni (1) vuol dimostrare che anche in Italia può attecchire il bolscevismo e cita, fra gli altri indizi, la fondazione del nostro Soviet.

Bene. Ma vi è di più. Il problema che il grande sociologo - tanto grande che al suo confronto lo stesso Pasquale Pensa impallidisce - deve porsi, è un altro: trionferà il bolscevismo in Italia? Quanto ad allignarvi, esso, con buona pace degli articolisti del Roma, vi alligna già da un pezzo, perché alligna nel mondo.

Un giorno Colajanni scrisse che solo la censura faceva sì che egli non potesse documentare il nostro antipatriottismo. E’ una delle poche verità che abbia scritto. Se non fossimo stati esposti, legati e imbavagliati, alle prodezze polemiche sue e dei suoi pari, avrebbe udite e lette cose che gli avrebbero fatto rizzare sull’autorevole capo i superstiti capelli. Altro che le innocue frasi parlamentari di Treves! Avrebbe capito che bolscevismo e socialismo sono la stessa cosa, e che per combattere il pregiudizio patriottico e il sofisma della difesa nazionale noi non abbiamo atteso che Lenin e i bolscevichi, nostri compagni di fede e di tendenza da lunghi anni, riuscissero a trionfare in Russia; e anche senza il loro glorioso e luminoso esempio, il giorno che le vicende storiche ci avessero portato alla vittoria, avremmo fatto come loro hanno fatto. Appunto perché noi ed essi lavorammo e lavoriamo per lo stesso programma, per la lotta di classe che nega la solidarietà nazionale, per il socialismo rivoluzionario, per la conquista del potere e per la dittatura dei lavoratori, dei senza-patria. Perché questa dottrina e questo metodo non furono improvvisati nel 1917, su commissione del Kaiser, come solo l’incommensurabile asinità dei professori di discipline sociologiche poté credere, ma fin dal 1847 erano stati proclamati dall’Internazionale Socialista; e noi che, come l’ala sinistra dei socialdemocratici russi, siamo stati e siamo contro tutte le posteriori revisioni del marxismo, a quel programma ci siamo ispirati, anche quando l’idiozia avversaria ci ha attribuito finalità e complicità coi turchi, o col papa, o coi tedeschi.

Il bolscevismo vive in Italia, e non come articolo d’importazione, perché il socialismo vive e lotta ovunque vi sono sfruttati che tendono alla propria emancipazione.

In Russia esso ha fatto la sua prima grandiosa affermazione, e noi, ritrovando negli svolgimenti formidabili della rivoluzione russa intero il nostro programma, abbiamo scritta in testa a queste colonne la magica parola slava: Soviet, assurta a simbolo della rivoluzione internazionale.

E che la sua luce accechi e confonda sempre più i logori arnesi intellettuali della difensiva capitalistica!

 


 

(1) Napoleone Colajanni, ex garibaldino, sociologo, deputato repubblicano dal 1890, per ben dieci legislature, fino alla sua morte nel 1921.

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

Top

Ritorno indice supplemento Livorno   -   Ritorno indice « il comunista »