Livorno 1921. La formazione del Partito Comunista d’Italia, sezione dell’Internazionale Comunista

( Supplemento 02 a «il comunista» N° 166, Gennaio 2020 / Livorno 1921, la formazione del Partito Comunista d'Italia ) 

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●  1920 - 1921

La preparazione del Congresso di Livorno in Italia

 

 

Tesi della Sezione Socialista di Torino, maggio 1920

(dall’Ordine Nuovo, anno II, n. 1, 8 maggio 1920; in Storia della Sinistra comunista, vol. II, p. 385)

 

 

La maggioranza della Sezione torinese del Partito Socialista Italiano aderiva alla Frazione Comunista Astensionista e stabilì un’intesa con il gruppo de “L’Ordine Nuovo”, formando insieme il Consiglio Direttivo che propose queste tesi, abitualmente designate per brevità: le “Tesi dell’Ordine Nuovo”.

Queste tesi, in quanto non contenevano la formulazione antielezionista, sono citate come perfettamente conformi al programma dell’Internazionale Comunista nella risoluzione del II Congresso sui compiti principali dell’Internazionale al punto 17. Queste tesi furono sostentute da Gramsci al Convegno di Milano in opposizione alla Direzione del Partito serratiano, con l’appoggio dei comunisti astensionisti.

 

 

Per un rinnovamento del Partito Socialista

 

1. La fisionomia della lotta di classe in Italia è caratterizzata nel monento attuale dal fatto che gli operai indusrtriali e agricoli sono incoercibilmente determinati, su tutto il terruitorio nazionale, a porre in modo esplicito e villento la questione della proprietà sui mezzi di produzione. L’imperversare delle crisi nazionali e internwzionali che anjientano progressivamente il valore della moneta dimostra che il capitale è stremato; l’ordine attuale di produzione e di distribuzione non riesce più a soddisfare neppure le elementari esigenze della vita umana e sussiste solo perché ferocemente difeso dalla forza armata dello Stato borghese; tutti i movimenti del popolo lavoratore italiani tendono irresistibilmente ad attuare una gigantesca rivoluzione economica, che introduca nuovi modi di produzione e un nuovo ordine nel processo produttivo e distributivo che dia alla classe degli operai industriali e agricoli il potere di iniziativa nella produzione strappandolo dalle mani dei capitalisti e dei terrieri.

2. Gli indusrtriali e i terrieri hanno realizzato il massimo concentramento della disciplina e della potenza di classe; una parola d’ordine lanciata dalla Confederazione generale dell’indusrtria italiana trova immediata attauzione in ogni singola fabbrica. Lo Stato borghese ha creato un corpo armato mercenario predisposto a funzionare da strumento esecutivo della volontà di questa nuova forte organizzazione della classe proprietaria che tende, attraversdo la serrata applicata su larga scala e il terrorismo, restaurare il suo potere sui mezzi di produzione, costringendo gli operai e i contadini a lasciarsi espropriare di una moltiplicata quantità di lavoro non pagato. La serrata ultima degli stabilimenti metallurgici torinesi è stato un episodio di questa volontà degli industriali di mettrere il tallone sulla nuca della classe operaia; gli industriali hanno approfittato della mancanza di coordinamento e di concentrazione rivoluzioanria delle forze operaie italiane per tentare di spezzare la compagine del proletariatyo torinese e annientare nella coscienza degli operai il pretsigio dell’autorità delle istituzioni di fabbrica (Consigli e commissari di reparto) che avevano iniziato la lotta per il controllo operaio, Il prolungarsi degli scioperi agricoli nel Novarese e in Lomellina dismotra come i proprietari terrieri siano disposti ad annientare la produzione per ridurre alla disperazione e alla fame il proletariato agricolo e soggiogarlo implacabilmente alle più dure e umilianti condizioni di lavoro e di esistenza.

3. La fase attuale della lotta di classe in Italia è la fase che precede: o la conquista del potere politico da parte del proletariato rivoluzioanrio per il passaggio a nuovi modi di produzione e di distribuzione che permettano una ripresa della produttività; o una tremenda reazione da parte della classe proprietaria e della casta governativa. Nessuna violenza sarà trascurata per soggiogare il proletariato industriale e agricolo a un lavoro servile: si cercherà di spezzare inesorabilmente gli organismi di lotta politica della classe operaia (Partito Socialista) e di incorporare gli organismi di resistenza economica )i Sindacati e le Cooperative) negli ingranaggi dello Stato borghese.

4. Le forze operaie e contadine mancano di coordinamento e di concentrazione rivoluzioanria perché gli organismi direttivi del Partito Socialista hanno rivelato di non comprendere assolutamente nulla della fase di sviluppo che la storia nazionale e internazionale attraversa nell’attuale periodo, e di non comprendere nella sulla missione che incombe agli organismi di lotta del proeltariato rivoluzioanrio. Il Partito Socialista assiste da spettatore allo svolgersi degli eventi, non ha mai un’opinione sua da esprimere, che sia in dipendenza delle tesi rivoluzionarie del marxismo e della Internazionale Comunista, non lancia parole d’ordine che posssano essere raccolte dalle masse, dare un indirizzo generale, unificare e cioncentrare l’azione rivoluzionaria. Il Partito Socialista, come orgnizzazione politica della parte d’avanguardia della classe operaia, dovrebbe sviluppare un’azione d’insieme atta a porre tutta la classe operaia in grado di vincere la Rivoluzione e di vincere in modo duraturo. Il Partito Socialista, essendo costituito da quella parte della classe operaia che non si è lasciata avvilire e prostrare dall’oppressione fisica e spirituale del sistema capitalistico, ma è riuscita a salvare la propria autonomia e lo spirito d’iniziativa cosciente e disciplinata, dovrebbe incarnare la vigile coscienza rivoluzionaria di tutta la classe sfruttata. Il suo compito è quello di accentrare in sè l’attenzione di tutta la massa, di ottenere che le sue direttive diventino le direttive di tutta la massa, di conqusitare la fiducia permamente di tutta la massa in modo da diventarne la guida e la testa pensante. Perciò è necessario che il Partito viva sempre immerso nella realtà effettiva della lotta di classe combattuta dal proletariato industriale e agricolo, che ne sappai comprendere le diverse fasi, i diversi episodi, le molteplici manifestazioni per trarre l’unità della diversità molteplice per essere in grado di dare una direttiva reale all’insieme dei movimenti e infondere la persuasione nelle folle che un ordine è imminente nello spaventoso attuale disordine, un ordine che, sistemamdosi, rigenererà la società degli uomini e renderà lo strumento di lavoro nuovamente idoneo a soddisfare le esigenze della vita elementare e del progresso civile. Il Partito Slcialista è rimasto, anche dopo il Congresso di Bologna, un mero partito parlamentare, che si mantiene immobile entro i limiti angusti della democrazia borghese, e si preoccupa solo delle superficiali affermazioni politiche della casta governativa; esso non ha acquistato una sua figura autonoma di Partito caratteristico del proletariato rivoluzionario e solo del proletariato rivoluzionario.

5. Dopo il Congresso di Bologna gli organismi centrali del Partito avrebbero dovuto iniziare e svolgere fino in fondo un’energica azione per endere omogenea e coesa la compagine rivoluzioanria del Partito, per dargli la fisionomia specifica e distinta di Partito Comunista aderente alla Terza Internazionale. La polemica coi riformisti e cogli opportunisti non fu neppure iniziata; né la Direzione del Partito, né l’Avanti! contrapposero una propria concezione rivoluzionaria alla propaganda incessante che i riformisti e gli opportunisti andavano svolgendo in Parlamento e negli organismi sindacali. Nulla si fece da parte degli organi centrali del Partito per dare alle masse una educazione politica in senso comunista, per indurre le masse a eliminare i riformisti e gli opportunisti dalla direzione delle istituzioni sindacali e cooperative, per dare alle singole sezioni e ai gruppi di compagni più attivi un indirizzo e una tattica unificati. Così è avvenuto che mentre la maggioranza rivoluzionaria del Partito non ha avuto un’espressione del suo pensiero e un esecutore della sua volontà nella direzione e nel giornale, gli elementi opportunisti invece si sono fortemente organizzati e hanno sfruttato il prestigio e l’autorità del Partito per consolidare le loro posizioni parlamentari e sindacali. La Direzione ha permesso loro di concentrarsi e di votare risoluzioni contraddittorie con i principi e la tattica della Terza Internazionale e ostili all’indirizzo del Partito; la Direzione ha lasciato assoluta autonomia ad organismi subordinati di svolgere azioni e diffondere concezioni contrarie ai principi e alla tattica della Terza Internazionale: la Direzione del Partito è stata assente sistematicamente dalla vita e dall’attività delle Sezioni, degli organismi, dei singoli compagni. La confusione che esisteva nel Partito prima del Conbresso di Bologna e che poteva spiegarsi col regime di guerra, non è sparita ma si è anzi accresciuta in modo spaventoso; è naturale che in tali condizioni il Partito sia scaduto nella fiducia delle masse e che in molti luoghi le tendenze anarchiche abbiano tentato di prendere il sopravvento. Il Partito politico della classe operaia è giustificato solo in qaunto, accentrando e coordinando fortemente l’azione proletaria, contrappone un potere rivoluzionario di fatto al potere legale dello Stato borgehse e ne limita la libertà di iniziativa e di manivra: se il Partito nion  realizza l’unità e la simultaneità degli sforzi, se il Partito si rivela un mero organismo burocratico senza anima e senza volontà, la classe operaia istintivamente tende a costituirsi un altro Partito e si sposta verso le tendenze anarchiche che appunto aspramente e incessantemente criiticano l’accentramento e il funzionarismo dei partiti politici.

6. Il Partito è stato assente dal movimento internazionale. La lotta di classe va assumendo in tutti i paesi del mondo forme gigantesche; i proletari sono spinti dappertutto a rinnovare i metodi di lotta, e spesso, come in Germania dopo il colpo di forza militarista, a insorgere con le armi in pugno. Il Partito non si cura di spiegare al popolo lavoratore italiani questi avvenimento, di giustificarli alla luce della concezione della Internazionale Comunista, non si cura di svolgere tutta un’azione educativa rivolta a rendere consapevole il popolo lavoratore italiano della verità che la Rivoluzione proletaria è un fenome mondiale e che ogni singolo avvenimento deve essere considerato e giudicato in un quadro mondiale. La Terza Internazionale si è riunita già due volte nell’Europa Occidnetale, nel dicembre 1919 in una città tedesca, nel febbraio 1920 ad Amsterdam: il Partito italiano nion era rappresnetato in nessuna delle due riunioni: i militanti del Partito non sono stati neppure informnati dagli organismi centrali delel discussioni avvenute e delle deliberazioni prese nelle due conferenze. Nel campo della Terza Internazionale fervono le polemiche sulla dottrina e sulla tattica dell’Internazionale Comunista: esse )ecome in Germania) hanno condotto persino a scissioni interne. Il Partito Italianoi è completamente tagliato fuori da questo rigoglioso dibattito ideale in cui si temprano le coscienze rivoluzionarie e si construisce l’unità spirituale e d’azione dei proletariati di tutti i paesi. L’organo centrale del Partito non ha corrispondenti né in Francia, né in Inghilterra, né in Germania e neppure in Svizzera: strana condizione per il giornale del Partito Siocialista che in Italia rappresneta gli interessi del proletariato internazionale e strana condizione fatta alla classe operaia italiana che deve informarsi attraverso le notizie delle agenzie e dei giornali borghesi, monche e tendenziose. L’Avanti! come organo del Partito, dovrebbe essere organio della Terza Internazionale: nell’Avanti! dovrebbero trovare posto tutte le notizie, le polemiche, le trattazioni dei problemi proletari che interessano la Terza Internazionale; nell’Avanti! dovrebbe essere condotta, con spirito unitario, una polemica incessante contro tutte le deviazioni e i compromessi opportunistici: invece l’Avanti! mette in valore manifestazionei del pensiero opportunista come il recente discorso parlamentare dell’on. Treves che era intessuto su una concezione dei rapporti internazionali piccoloborghese e svolgeva una teoria controrivoluzionaria e disfattista delle energie proletarie. Questa assenza negli organi centrali di ogni preoccupazione di informare il proletariato sugli avvenimenti e sulle discussioni teoriche che si svolgono in seno alla Terza Internazionale si può osservare anche nell’attività della Libreria Editrice; la libreria continua a pubblicare opuscoli senza importanza o scritti per diffodnere concezioni e opinioni proprie della Seconda Internazionale, mentre tarscura le pubblicazione della Terza Internazionale. Scritti di compagni russi, indispensabili per comprendere la Rivoluzioen bolscevica, sono stati tradotti in Svizzera, in Inghilterra, in Germania e sono ignorati in Italia: valga per tutti il volume di Lenin “Stato e Rivoluzione”; gli opuscoli tradotti sono poi tradotti pessimamente, spesso incomprensibili per le storture grammaticali e di senso comune.

7. Dall’analisi precedente risulta già quale sia l’opera ri rinnovamente e di organizzazione che noi riteniamo indispensabile venga attuata nella compagine del Partito. Il Partito deve acqusitare una sua fuigura precisa e distinta: da partito parlamentare piccoloborgehse deve diventare il Partito del proletariato rivoluzioanrio, che lotta per lpavvento della Società comuniusta attraverso lo Stato operaio, un Partito omogeneo, coeso, con una propria dottrina, una sua tattica, una disciplina rigida e implacabile. I non comunisti rivoluzionari devono essere eliminati dal Partito e la Direzione liberata dalla preoccupazizone di conservare l’unità e l’equilibrio tra le diverse tendenze e tra i diversi leaders, deve rivolgere tutta la sua energia per organizzare forze operaie sul piede di guerra. Ogni avvenimento della vita proletaria nazionale e internazionale deve essere immediatamente commentato in manifesti e circolari della Direzione, per trarne argomenti di propaganda comunista e di educazione delle coscienze rivoluzionarie. La Direzione, mantenendosi sempre a contatto con le Sezioni, deve diventare il centro motore dell’azione proletaria in tutte le fabbriche, nei sindacati, nelle cooperative, nelle caserme con la costituzione di gruppi comunisti, che diffondano incessantemente in seno alle masse le concezioni e la tattica del Partito, che organizzino la creazione dei consigli di fabbrica per l’esercizio del controllo sulla produzione industriale e agricola, che svolgano la propaganda necessaria per conquistare in modo organico i Sindacati, le Camere del Lavoro e la Confederazione Generale del Lavoro, per diventaregli elementi di fiducia che la massa delegherà per la formazione dei Soviet politici e per l’esercizio della dittatura proletaria. L’esistenza di un Partito Comunista coeso e fortemente disciplinato che attraverso i suoi nuclei di fabbrica, di Sindacato, di Cooperativa, coordini e accentri nel suo Comitato esecutivo centrale tutta l’azione rivoluzionaria del proletariato è la condizione fondamentale e indispensabile per tentare qualsiasi esperiemnto di Soviet: nell’assenza di una tale condizione ogni proposta di esperiemnto deve essere rigettata come assurda e utile solo ai diffamatori dell’idea soviettista. Allo stesso modo deve essere rigettata la proposta del parlamento socialista che diventerebbe rapidamente uno strumento in mano della maggioranza riformista e opportunista del gruppo parlamentare per diffondere utopie democratiche e progetti controrivoluzionari.

8. La Direzione deve immediatamente studiare, compilare e diffondere un programma di governo rivoluzionario del Partito Socialista, nel quale siano prospettate le soluzioni reali che il proletariato, divenuto classe dominante, darà a tutti i problemi essenziali  - economici, politici, religiosi, scolastici ecc. – che assillano i doversi strati della popolazione lavoratrice italiana.Basandosi sulla concezione che il Partito fonda la sua potenza e la sua azione solo sulla classe degli operai industriali e agricoli che non hanno nessuna proprietà privata e considera gli altri strati del popolo lavoratore come ausiliari della classe schiettamente proletaria, il Partito deve lanciare un manifesto nel quale la conquista rivoluzioanria del potere politico sia posta in modo esplicito, nel quale il proletariato industriale e agricolo sia invitatoma prepararsi e ad armarsi e nel quale siano accennati gli elementi delle soluzioni comuniste per i problemi attuali: controllo proletario sulla produzione e sulla distribuzione; disarmo dei corpi armati mercenari; controllod ei Municipi esercitato dalle organizzazioni operaie.

9. La Sezione Socialista torinese si propone, sulla base di queste considerzzioni, di promuovere un’intesa coi gruppi di compagni che in tutte le Sezioni vorranno costituirsi per discurterle e approvarle; intesa organizzata che prepari a breve scadenza un Congresso dedicato a discutere i problemi di tattica e di organizzazione proletaria e nel frattempo controlli l’attività degli organi esecutivi del Partito.

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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