Livorno 1921. La formazione del Partito Comunista d’Italia, sezione dell’Internazionale Comunista

( Supplemento 02 a «il comunista» N° 166, Gennaio 2020 / Livorno 1921, la formazione del Partito Comunista d'Italia ) 

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●  1920 - 1921

Il secondo Congresso dell’Internazionale Comunista 

(luglio-agosto 1920)

 

 

Condizioni di ammissione all’Internazionale Comunista

(adottate il 30 luglio 1920)

(Protokoll, II; in Prometeo seconda serie, n. 2, febbraio 1951; in Storia della Sinistra comunista, vol. II, pp. 685-690)

 

 

Le condizioni di ammissione (i cosiddetti 21 punti di Mosca) furono assai lungamente elaborate nella apposita commissione. Chiarito il concetto dell’obbligo per i partiti di adottare il programma comunista (condizione 15ª) si discusse a fondo sulla conseguente esclusione di chi votava contro il programma nei congressi di adesione. Una mozione di Lenin era stata in un primo tempo resa meno rigida, formulando la condizione 20ª che almeno i 2/3 dei dirigenti dei partiti che chiedevano di aderire dovessero essere dei provetti comunisti. Riproposta dai rappresentanti della Sinistra comunista ed in specie da quelli italiani, la formulazione più radicale divenne la 21ª condizione che Lenin accettò, aggiunse e sostenne, stigmatizzando l’opportunismo degli indipendenti tedeschi di destra che perdevano così la speranza di poter permanere nell’Internazionale. Il senso della 21ª condizione consiste nella esclusione non solo dei capi, ma di tutta un’ala o tendenza socialdemocratica dove questa tuttora permaneva nei partiti che intendevano aderire a Mosca.

 

 

Il primo Congresso dell’Internazionale Comunista non aveva posto condizioni precise per l’ammissione nella Terza Internazionale. Fino al momento della convocazione del Primo congresso, nella maggior parte dei paesi esistevano soltanto tendenze e gruppi Comunisti.

Il secondo Congresso dell’Internazionale Comunista si raduna in ben altre condizioni. Nella maggior parte dei paesi vi sono, attualmente, non soltanto correnti e tendenze comuniste, ma Partiti e Organizzazioni Comunistiche.

Spesso si rivolgono ora all’Internazionale Comunista Partiti e gruppi che, ancor poco tempo fa, appartenevano alla Seconda Internazionale, e ora vogliono entrare della Terza Internazionale, ma in realtà non sono ancora divenuto comunisti. La Seconda Internazionale è definitivamente distrutta. I Partiti intermedi e i Gruppi del “Centro”, i quali vedono come alla Seconda Internazionale manchi ormai qualsiasi probabilità di vita, tentano di appoggiarsi alla Internazionale Comunista, che sta diventando sempre più forte. Essi sperano però di serbare, anche nell’avvenire, una tale “autonomia” che garantisca loro la possibilità di attuare la loro antica politica opportunistica o “centrista”.

In certa qual maniera l’Internazionale Comunista è ora di moda. Il desiderio di alcuni gruppi dirigenti del “Centro” di entrare della Terza Internazionale è una indiretta conferma che l’Internazionale Comunista si è conquistata le simpatie della stragrande maggioranza degli operai coscienti di classe di tutto il mondo, e che essa è una potenza, la quale cresce di giorno in giorno sempre più.

L’Internazionale Comunista è minacciata dal pericolo di essere inquinata da elementi vacillanti e indecisi che non si sono ancora definitivamente liberati dalla ideologia della Seconda Internazionale.

Oltre a ciò in alcuni grandi partiti (Italia, Svezia, Norvegia, Jugoslavia ecc.) la cui maggioranza sta stl terreno del Comunismo, è rimasta fino al giorno d’oggi una notevole ala riformista e socialpacifista, che aspetta soltanto di risollevare il capo e cominciare il sabotaggio attivo della rivoluzione proletaria, aiutando così la borgehsia e la Seconda Internazionale.

Nessun comunista deve dimenticare gli ammaestramenti della Repubblicas sovietista ungherese.

Il proletariato ungherese ha pagato ben cara la fusione dei Comunisti ungheresi coi cosiddetti socialdemocratici di “sinistra”.

Per conseguenza il Secondo Congresso dell’Internazionale Comunista ritiene necessario fissare con la massima precisione le condizioni per l’ammissione di nuovi partiti, e ricordare a quei partiti, che già fanno parte dell’Internazionale Comunista, i doveri a loro imposti.

Il Secondo Congresso dell’Internazionale Comunista pone le seguenti condizioni per l’appartenenza all’Internazionale Comunista:

 

1. Tutta quanta l’agitazione e la propaganda deve avere un carattere realmente comunista e corrispondente al programma e ai deliberati della Terza Internazionale. Tutti gli organi della stampa del Partito debbono essere diretti da Comunisti fidati, i quali abbiano dimostrato la loro devozione alla causa del proletariato. Della dittatura del proletariato non si deve parlare semplicemente come di una banale formula imparata a memoria, ma essa deve essere così propagandata che ogni semplice operaio, operaia, soldato, contadino ne comprenda la necessità dai fatti della vita quotidiana, sistematicamente osservati e giorno per giorno sfruttati dalla nostra stampa.

La stampa periodica e non periodica e tutte le imprese editrici del Partito debbono essere completamente sottopost alla direzione del Partito, senza preoccuparsi se, in quel dato istante, il Partito nella sua collettività sia legale o illegale. E’ inamissibile che le Case Editrici abusino della loro autonomia e facciano una politica che non corrisponde pienamente alla politica del Partito.

Nelle colonne dei giornali, nei comizi popolari, nei sindacati, nelle cooperative di consumo, dovunque i seguaci della Terza Internazionale riescano ad entrare, è necessario bollare a fuoco sistematicamente non solo la borgehsia, ma anche i suoi complici, i riformisti di ogni sfumatura.

2. Qualunque organizzazione voglia unrisi all’Internazionale Comunista, deve regolarmente e sistemntaicamente allontanare da tutti i posti più o menio responsabili del movimento rivoluzionario (organizzazioni del partito, redazioni, sindacati, gruppi parlamentari, cooperative, amministrazioni comunali), i riformisti e i centristi, sostituendoli con provetti comunisti, senza preoccuparsi se, specialmente in principio, al posto di “esperti” opportunisti subentano semplici operai provenienti dalla massa.

3. In quasi tutti i paesi d’Europa e d’America la lotta di classe entra nella fase di lotta civile. In siffatte condizioni i comunisti non possono avere fiducia nella legalità borgehse. Essi sono obbligati a creare dappertutto un apparato di organizzazione aparallelo e illegale che, nel momento decisivo, aiuti il Partito a compiere il suo dovere verso la rivoluzione. In tutti i paesi nei quali, in seguito allo stato d’assedio e alle leggi eccezionali, i Comunisti non hanno la possibilità di fare legalmente tutto il loro lavoro, è assolutamente necessario combinare l’attività legale con quella illegale.

4. Il dovere di diffondere le idee comuniste include implicitamente in sé il dovere di un’energica, sistematica propaganda nell’esercito.

Dove questa agitazione è ostacolata da leggi eccezionali, bisogna farla per vie illegali. La rinuncia a un tale lavoro equivarrebbe a un tradimento del dovere rivoluzioanrio e sarebbe incompatibile con l’appartenenza alla Terza Internazionale.

5. È necessaria una agitazione sistematica e regolare nelle campagne., La classe operaia non può vincere, se non ha dietro di sè i proletari rurali o almeno una parte dei contadini più poveri, e se non si è assicurata con la sua politica, la neutralità di una parte della restante popolazione rurale. Il lavoro comunista nelle campagne ha ora un’importanza preminente. Esso deve essere fatto precipuamente con l’aiuto degli operai rivoluzioanri e comunisti della città e della campagna, che hanno connessioni con la camopagna. La rinuncia a questio lavoro o l’affidarlo a mani malfidate o mezzo riformiste equivale a una rinuncia alla rivoluzione proletaria.

6. Qualunque Partito desideri far parte della Terza Internazionale, è obbligato a smascherare non sltanto l’aperto socialpatriottismo, ma anche la insincerità e l’ipocrisia del socialpacifismo: deve sistematicamente mostrare agli operai che senza il rivesciamento rivoluzioanrio del capitalismo nessun tribuinale arbiotrale internazionale, nessun accordo intorno alla oimitazione degli armamenti di guerra, nessun “democratico” rinnovamento della Società delle Nazioni sarà in grado di impedire nuove guerre imperialistiche.

7. I Partiti che desiderano appartenere alla Terza Internazionale Comunista, sono obbligati a riconoscere la completa rottura col riformismo e con la politica del “Centro” e a propagare questa rottura nella più ampia cerchia politica comunista.

L’Internazionale Comunista chiede incondizionatamente e ultimativamente l’effettuazione di questa rottura nel più breve tempo possibile. L’Internazionale Comunista non può tollerare che opportunisti notori, quali Turati, Kautsky, Hilferding, Hillquit, Longuet, Macdonald, Modigliani ecc., abbiano diritto di passare per membri della Terza Internazionale. Ciò avrebbe soltanto per conseguenza che la Terza Internazionale si assomiglierebbe alla Seconda Internazionale.

8. Nella questione delle Colonie e delle Nazioni oppresse è necessario un atteggiamento particolarmente chiaro e spiccato dei Partiti in quei paesi la cui borgehsia è in possesso di Colonie e opprime altre Nazioni. Qualunque Partito desideri apparrtenere alla Terza Internazionale è obbligato a smascherare gli espedienti dei “suoi” imperialisti nelle Colonie, ad appoggiare non solo con le parole ma anche con i fatti, qualsiasi movimento irredentista nelle colonie e chiedere la cacciata dei suoi connazionali imperialisti da quelle Colonie, a destare nei cuori degli operai del suo paese sentimenti veramente fraterni per la popoalzione lavoratica delle Colonie e delle Nazioni oppresse, a fare tra le truppe del suo paese un’agitazione sistematica contro ogni oppressione dei popoli coloniali.

9. Qualunque Partito desideri appartenere all’Internazionale Comunista, deve sistematicamente e tenacemente speigare un’attività comunista entro i sindacati, nei Consigli degli operai, nei Consigli delle Aziende, nelle Cooperative di Consumo, e in tutte le organizzazioni è necessario organizzare cellule comunistiche che, con un lavoro persistente e tenace, guadagnino alla causadel Comunismo i sindacati ecc. Queste cellule sono obbligatem nel loro lavoro quotidiano, a smascherare dappertutto il tradimento dei socialpatrioti e le oscillazioni dei centristi. Le cellule comunistiche debbono essere completamente subordinate al Partito.

10. Ogni Partito appartenente all’Internazionale Comunista è obbligato a svolgere una lotta tenace contro la “Internazioanle” dei Sindfacati gialli di Amsterdam. Esso deve fare energica propaganda fra gli operai organizzati nei sibndacati. Per dimostrare la necessità di romperla con l’Internazionale gialla di Amsterdam. Ogni Partito deve, con ogni mezzo, appoggiare la nascente associazione internazionale dei Sindacati Rossi che si uuniscono con l’Internazionale Comunista.

11. I partiti che vogliono appartenere alla Terza Internazionale asono obbligati a sottoporre a una revisione l’effettivo personale dei Gruppi parlamentare, ad allontanare tutti gli elelenti malsicuri e subordinare, non solo con la aprola ma coi fatti, tutti quei gruppi allle Direzioni dei Partiti, esigendo fa ogni deputato comunista che egli assoggetti tutta quanta la sua attività agli interessi di una propaganda e di una agitazione realmente rivoluzionarie.

12. I partiti appartenenti all’Internazionale Comunista debbeono essere costruiti sulla base del Centralismo democratico. Nell’attuale epoca dell’acuta guerra civile il Partito Comunista sarà in grado di fare il suo dovere soltanto se è organizzato nel modo il più possibile centralista, se domina in esso una ferrea disciplina, e se la sua direzione centrale, sorretta dalla fiducia dei membri del Partito, ha la forza, l’autorità e le pià ampie competenze.

13. Il Partito Comunista di quei paesi in cui i comunsiti fanno il loro dovere lealmente, deve, di quando in qaundo, procedere ad un “repulisti” (nuove registrazioni) dell’effettivo dell’organizzazione del Partito per epurare sistematicamente il Partito dagli elementi piccoloborgehsi che si sono insinuati in esso.

14. Qualunque Partito desideri appartenere all’Internazionale Comunista è obbligato a date tuitto quanto il suo aiuto a ogni Repubblica Sovietista nella sua lotta contro le forze controrivoluzionarie. I partiti comunisti debbono svolgere una chiara propaganda per impedire ikl trasporto di munizioni di guerra ai nemici delle Repubbliche Sovietiche; olrtre a ciò debbono, con ogni mezzo, legalmente o illegalemente, fare propaganda ecc. fra le truppe manadate a strangolare le Repubbliche Operaie.

15. I partito che fin d’ora hanno conservato i loro antichi programmi socialisti, sono ora obbligati a mutare, nel più breve tempo possibile, questi programmi e ad elaborare – in modo rispondente alle condizioni speciali del paese – un nuovo programma comunista nel senso dei deliberati dell’Internazionale Comunista. Per regola il programma di ogni partito appartenente all’Internazionale Comunista deve essere confermato dal Congresso dell’Internazionale Comunista o dal suo Comitato Esecutivo. Qualora il programma di un partito non venga confermato dal Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista, il Partito in discorso ha il diritto di appellarsi al Congresso dell’Internazionale Comunista.

16. Tutti i deliberati dei Congressi dell’Internazionale Comunista, come pure i deliberati del suo Comitato Esecutivo, sono impegnativi per tutti i Partiti appartenenti all’Internazionale Comunista.

L’Internazionale Comunista che agisce fra le condizioni della più aspra guerra civile, deve essere costruita in maniera di gran lunga più centralizzata di quel che fosse la Seconda Internazionale. Com’è naturale però l’Internazionale Comunista, e il suo Comitato Esecutivo, debbono, nella loro attività complessiva, tener conto delle diverse condizioni fra cui sono costretti a lavorare e a combattere i singoli partiti e debbono prendere deliberazioni di validità generale soltanto in quelle questioni in cui simili deliberazioni siano possibili.

17. Conforme a ciò tutti i partiti che vogliono appartenere all’Internazionale Comunista, debbono cambiare il loro nome. Qualunque partito voglia appartenere all’Internazionale Comunista deve portare il nomne: Partito Comunista del paese così e così, Sezione della Terza Internazionale. La questione del nonme non è soltanto questione formale, ma questione politica di grande importanza. L’Internazionale Comunista ha dichiarato la guerra a tutto il mondo borgehse e a tutti i partiti socialdemocratici gialli. È necessario che a ogni semplice lavoratore sia chiara la differenza tra i Partiti Comunisti e gli antichi partiti ufficiali “Socialdemocratici” e “Socialisti” che hanno tradito la bandiera della classe operaia.

18. Tutti gli organi direttivi della stampa dei partiti di tutti i apesi sono obbligati a pubblicare tutti gli importanti documenti ufficiale del Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista.

19. Tutti i partiti che appartengono all’Internazionale Comunista o hanno fatto domanda di entrarvi sono obbligati a convocare al più prestoi possibile e al piàù tardi quattro mesi dopo il Secondo Congresso dell’Internazionale Comunista un congresso straordinario per esaminare tutte queste condizioni. Le direzxionic entrali dei partiti debbono aver cura che le deliberazioni del Sedcondo Congresso dell’Internazionale Comunista siano rese note a tutte le organizzazioni locali.

20. Questi partiti che vogliono entrare nella Terza Internazionale, ma che finora non hanno radicalmente cambiata la loro atttica, debbono, prima di entrare nella Terza Internazionale, provevedere perché non meno dei due terzi della loro Direzioni e ditutte le più importanti istituzioni centrali si compongano di compagni che, prima ancora del Secodno conghresso dell’Internazionale Comunista, si erano pubblicamente e chiaramente pronunciati in favore dell’entrata del Partito nella Terza Internazionale.

Eccezioni sono ammissibili previo consenso del Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista, Il Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista ha il diritto di fare eccezioni anche per i rappresentanti delle tendenza centrista nominati al punto 7.

21. Quei membri del partito che respingono per principio el condizionie le tesi formulate dall’Internazionale Comunista debbono essere espulsi dal Partito. Lo stesso vale specialmente per i delegati al congresso straordinario.

 

 

Zinoviev, nel discorso introduttivo alle Condizioni di ammissione all’Internazionale comunista: “il nostro Partito è pronto a restare completamente solo piuttosto di contrarre legami con elementi che giudichiamo borghesi”. tc "Zinoviev, nel discorso introduttivo alle Condizioni di ammissione all’Internazionale comunista\: “il nostro Partito è pronto a restare completamente solo piuttosto di contrarre legami con elementi che giudichiamo borghesi”. "

 

 

Partito comunista internazionale

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