Livorno 1921. La formazione del Partito Comunista d’Italia, sezione dell’Internazionale Comunista
( Supplemento 02 a «il comunista» N° 166, Gennaio 2020 / Livorno 1921, la formazione del Partito Comunista d'Italia )
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● 1920 - 1921
Il secondo Congresso dell’Internazionale Comunista
(luglio-agosto 1920)
Replica di Amadeo Bordiga a Lenin sul problema del parlamentarismo
(Seduta del 2 agosto 1920)
(Da “Der zweite Kongress der Kommunistischen Internationale. Protokoll der Verhandlungen von 19 Juli in Petrograd und vom 23 Juli bis 7 August in Moskau”, pp. 455-457, in O preparazione rivoluzionaria o preparazione elettorale, Ed. il programma comunista, 1966, p. 47-48; “Storia della Sinistra comunista”, Vol. II, 1972, p. 707; in A. Bordiga, Scritti 1911-1926, vol. IV, pp. 282-283).
Le obiezioni del compagno Lenin alle tesi da me presentate e ai miei argomenti, sollevano questioni di grande interesse, che non intendo qui nemmeno sfiorare e che si riallacciano al problema generale della tattica marxista.
Senza dubbio, gli avvenimenti parlamentari e le crisi ministeriali sono in stretto rapporto con lo sviluppo della rivoluzione e la crisi dell’ordinamento borghese.
Ma, per giungere a stabilire le forme di intervento negli avvenimenti dell’azione politica proletaria, bisogna rifarsi a considerazioni di metodo dell’ordine di quelle che, già prima della guerra, portarono la sinistra marxista del movimento socialista internazionale ad escludere la partecipazione ministeriale e l’appoggio parlamentare ai ministeri borghesi, benché questi siano senza dubbio dei mezzi per intervenire nello sviluppo degli avvenimenti.
È la necessità stessa dell’unificazione delle forze rivoluzionarie del proletariato e della loro organizzazione nel senso dell’obiettivo finale del comunismo, che impone una tattica basata su certe regole generali di azione, anche se apparentemente troppo semplici e troppo poco elastiche.
Penso che la nostra attuale missione storica ci detti una nuova e ben precisa tattica, cioè il rifiuto della partecipazione parlamentare, che non è più un mezzo per influire sugli avvenimenti in senso rivoluzionario.
L’argomento che si deve risolvere, il problema pratico di un’azione parlamentare comunista rigorosamente disciplinata dal partito perché, in periodo post-rivoluzionario, bisognerà sapere e potere organizzare istituzioni di ogni sorta con materiale umano tratto da ambienti borghesi e semiborghesi, potrebb’essere invocato allo stesso titolo per sostenere l’utilità di avere dei ministri socialisti in regime di dominazione borghese.
Ma non è il momento di approfondire questo tema e io mi limito a dichiarare che mantengo le mie idee sulla questione che ci occupa. Sono più che mai convinto che l’Internazionale Comunista non riuscirà a concretare un’azione che sia nello stesso tempo parlamentare e veramente rivoluzionaria.
Infine, poiché si è riconosciuto che le tesi da me proposte poggiano su principi puramente marxisti e non hanno nulla in comune con gli argomenti anarchici e sindacalisti contro il parlamentarismo, spero che siano votate soltanto dai compagni antiparlamentari che le accettano in blocco e nel loro spirito, condividendo le considerazioni marxiste che ne formano la base.
Partito comunista internazionale
www.pcint.org
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