Pre-COP26 al Mico di Milano: la mattina scontri con la polizia, nel pomeriggio premier Draghi promette: ''avete ragione, agiremo adesso''...

(«il comunista»; N° 170 ; Settembre / Novembre 2021)

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Il 30 settembre si è aperta la riunione superblindata di tre giorni, preparatoria della COP26 prevista a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre di quest'anno. Si riunivano nel centro congressi di Milano (MiCo) i ministri dell'ambiente e dell'energia dei paesi più importanti. Contro questa riunione gli attivisti per il clima (Friday for Future, Climate Justice Platform, Extiction Rebellion, Lume ecc.) hanno manifestato davanti al MiCo tentando di impedirne gli accessi e bloccando il traffico stradale; è intervenuta la polizia che con qualche carica e le manganellate li ha dispersi. Non è certo la prima volta che movimenti giovanili manifestano e si scontrano con la polizia; dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, vuoi per la scuola e l'università, per il nucleare, per l'ambiente o la repressione, le manganellate i poliziotti non gliele hanno mai risparmiate. Per non parlare delle manifestazioni pacifiste a Genova contro il G8 nel luglio del 2001 in cui, con il pretesto dei vandalismi dei black bloc, le diverse forze di polizia si sono scatenate con violenza inaudita, con i massacri e le torture alla scuola Diaz e alla caserma di Bolzaneto.

Da qualche tempo la tattica contro le manifestazioni pacifiste (sempre esposte alle infiltrazioni non solo dell'anarchismo estremo dei black bloc, ma anche dell'estremismo della destra neofascista come è successo a Roma nell'assalto alla sede nazionale della Cgil) è cambiata, nel senso che gli interventi della polizia non sono così brutali come in tante occasioni precedenti. Le forze dell'ordine devono far vedere anche il loro volto "democratico", "legale", soprattutto in una situazione in cui, con la scusa della pandemia sono state prese dal governo delle misure eccezionalmente restrittive, e dimostrare che la "libertà" di manifestare non è cancellata, solo sottoposta a più rigide regole di autorizzazione a causa dei disordini e delle violenze delle solite frange "estremiste", non importa se di destra o di sinistra.

D'altra parte, lo stesso presidente del consiglio Draghi non ha forse incontrato più che volentieri in prefettura a Milano le rappresentanti di Friday for futur, Greta Thunberg, Vanessa Nakate e Martina Comparelli?

E mentre si mettono a punto i piani di intervento per la "ripresa economica" foraggiando con decine e decine di miliardi le industrie in ogni campo,  e soprattutto nel campo della tecnologia e della digitalizzazione, si liscia il pelo ai movimenti giovanili che manifestano contro l'eccessivo riscaldamento climatico provocato appunto da quelle stesse industrie che da decenni la politica borghese ha protetto e finanziato. Prima di entrare al MiCo per la PreCop26, Draghi ha dischiarato: «Questa generazione, la vostra generazione, è la più minacciata dai cambiamenti climatici. Avete ragione a chiedere una responsabilizzazione, a chiedere un cambiamento. La transizione ecologica non è una scelta, è una necessità. Abbiamo solo due possibilità. O affrontiamo adesso i costi di questa transizione. O agiamo dopo - il che vorrebbe dire pagare il prezzo molto più alto di un disastro climatico. Dobbiamo agire adesso. Sono convinto che abbiamo tanto da imparare dalle vostre idee, i vostri suggerimenti e la vostra leadership. La vostra mobilitazione è stata di grande impatto, e potete starne certi: vi stiamo ascoltando». Furbescamente ha ripreso un argomento caro a papa Francesco, come se il sistema economico capitalistico non fosse l'unico vero responsabile: «La pandemia ed i cambiamenti climatici hanno contribuito a spingere quasi 100 milioni di persone in povertà estrema, portando il totale a 730 milioni. La crisi climatica, la crisi sanitaria e quella alimentare sono strettamente correlate. Per affrontare tutte queste crisi dobbiamo agire più velocemente, molto più velocemente, e con più efficacia».

Draghi, quindi, si è voluto distinguere anche rispondendo all'accusa dei continui «bla, bla, bla» che Greta Thunberg ha costantemente rivolto ai grandi della terra: «Voglio dire giusto una cosa sul "bla, bla, bla": a volte è solo un modo per nascondere la nostra incapacità di agire. Ma quando ci sono queste trasformazioni epocali, è necessario convincere le persone che l'azione è necessaria. La mia sensazione è che i leader dei governi oggi siano tutti convinti che sia necessario e sia necessario farlo presto» (www.ansa,it/sito/notizie/politica/2021/09/30/).

E' sottinteso che l'intervento richiesto sulle emissioni CO2 e degli altri "gas serra" dovrebbe essere drastico, ma è una colossale presa in giro dire che "bisogna convincere le persone" che questo intervento sia necessario... I leader dei governi sono tutti convinti che sia necessario intervenire drasticamente? Si è visto quanto non solo dai bla, bla, bla, ma anche dalla difesa che ogni governo fa della propria economia nazionale e del proprio sistema produttivo. Carbone docet.     

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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