Morti in Bielorussia, annegamenti nella Manica e nel Mediterraneo: la borghesia europea è responsabile del tragico destino dei migranti!

(«il comunista»; N° 171 ; Dicembre 2021 - Gennaio 2022)

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L’annegamento di 27 migranti, il 24/11 nel Canale della Manica, uomini, donne e bambini, che volevano raggiungere la Gran Bretagna ha smosso l’opinione pubblica e ha fatto notizia. Le autorità governative hanno subito accusato le «reti criminali» di «trafficanti di uomini» di essere responsabili di questa tragedia: Darmanin (ministro dell’Interno francese) ha chiesto «misure molto dure», mentre Macron ha parlato del rafforzamento immediato di Frontex, l’agenzia europea di guardia alle frontiere d’Europa, allo scopo di bloccare l’arrivo dei migranti; questa agenzia è stata più volte accusata di «violazione dei diritti umani» oltre che di varie malversazioni, al punto che il parlamento europeo si è rifiutato di votare il suo bilancio lo scorso aprile.

Ma, in realtà, è la durissima politica europea e francese nei confronti dei migranti la causa di questa tragedia come e di coloro che l’hanno decisa, costringendo i profughi a correre qualunque rischio pur di varcare i confini e arrivare nel paese di destinazione. Ci sarebbero stati 336 morti nella Manica dal 1999. Ma è nel Mediterraneo che il numero dei morti è il più alto, anche se se ne parla di meno: l’agenzia delle Nazioni Unite OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) stima non meno di 1.146 morti solo per la prima metà del 2021 (un certo numero di imbarcazioni è indubbiamente affondato senza lasciare traccia).

Questi migranti fuggono dalla miseria e dalle guerre, la cui responsabilità ricade in parte sugli imperialismi europei: hanno tutti partecipato alle distruzioni causate dai conflitti nei paesi di origine e allo sfruttamento che vi regna. Questi migranti fuggono da condizioni di vita divenute quindi insostenibili, sperando di trovare condizioni migliori in Europa.

In Bielorussia, poche migliaia di persone, uomini, donne e bambini, si sono trovate bloccate al freddo dalle guardie di frontiera polacche; il governo di Varsavia, che aveva inviato più di 8.000 soldati per fermare i migranti, ha anche impedito alle organizzazioni umanitarie di salvarli e ai giornalisti di vedere cosa stava succedendo al confine. Secondo i media polacchi ci sarebbe stata una dozzina di morti. Nel frattempo, politici e media europei hanno più volte denunciato il regime bielorusso, accusandolo di voler destabilizzare l’Europa; il governo socialdemocratico danese ha addirittura offerto alla Polonia 15 km di filo spinato con lame affilate. Come se una Comunità dei paesi più ricchi del pianeta, con quasi 450 milioni di abitanti, potesse essere destabilizzata dall’ingresso nel suo territorio di qualche migliaio di migranti!

Ricordiamo che per motivi politici la Francia aveva accolto più di 120.000 rifugiati vietnamiti («boat people») nel 1979 e per motivi economici la Germania più di un milione di rifugiati, soprattutto siriani, nel 2015. 

L’ipocrisia dei leader e dei politici borghesi europei è ancora più disgustosa se si considera che molti di questi migranti intrappolati tra la Bielorussia e la Polonia sono curdi iracheni. Quando vengono repressi nel proprio paese, la loro situazione suscita, in Europa, indignazione generale; ma quando cercano di raggiungere l’Europa, vengono trattati come cani, degni di morire nella foresta...

Tutte le politiche anti-migranti esistenti in Europa sono fondamentalmente volte a indicare ai proletari nazionali gli stranieri, o di origine straniera, come i loro nemici contro i quali lo Stato borghese è l’unico in grado di difenderli. Questo nazionalismo è assolutamente antiproletario perché indebolisce gli operai opponendoli fra loro secondo la nazionalità, e perché li fa aderire agli interessi nazionali borghesi.

Alle politiche anti-migranti, alla chiusura delle frontiere e alla xenofobia, i proletari devono rispondere con la loro opposizione a tutte le discriminazioni e a tutte le misure contro gli immigrati, e con l’unità di tutti i lavoratori nella lotta contro il capitalismo e gli Stati borghesi assassini.

 

No alla fortezza Europa, no alle politiche anti-immigrati!

Regolarizzazione dei lavoratori senza permesso di soggiorno!

Confini aperti, libertà di movimento per i proletari!

I proletari non hanno patria!

 

27 novembre 2021

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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