I disoccupati organizzati di Napoli di nuovo sul terreno unificante della lotta classista

(«il comunista»; N° 174 ; Luglio-Settembre 2022)

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L’assemblea dei disoccupati organizzati di Napoli del “Movimento di lotta Disoccupati 7 novembre” insieme al “Movimento disoccupati 167 Scampia” all’università centrale di via Mezzocannone, ha rappresentato un passaggio cruciale per il futuro di queste organizzazioni. 

E’ da circa un decennio che i “7 novembre”, quali eredi dei disoccupati organizzati storici, si sono resi visibili attraverso la lotta conquistando l’attenzione delle istituzioni sia locali che nazionali. Rispetto alle organizzazioni passate essi si pongono più decisamente su di un terreno di apertura verso altre organizzazioni di disoccupati, ma soprattutto di realtà operaie che sono spinte alla lotta nella prospettiva di non perdere il posto di lavoro viste le politiche di disfacimento dei comparti industriali soprattutto da parte delle multinazionali.  Il rifiuto di liste e listarelle clientelari li pongono quindi, in prospettiva, su di un terreno più allargato coinvolgendo diversi spezzoni della classe proletaria. Anche se è giunto il momento di tenere alta la guardia contro le politiche del governo e dell’assessorato locale, forti anch’essi delle esperienze passate, che tenderanno alla divisione, alla contrapposizione e alla frantumazione del movimento, perché vogliono che nulla di formale resti se non la memoria di un passato lontano. La contrapposizione tra proletari, ma soprattutto tra operai e disoccupati, è un baluardo storico dell’opportunismo essendo, per la borghesia, un elemento fondamentale per fare pressione sulla manodopera occupata, quindi sui salari e contro la ripresa della lotta classista.

In anni di presidi e cortei di questa organizzazione non sono mancati momenti di repressione che hanno portato agli arresti di alcuni disoccupati con la denuncia di associazione a delinquere, che è ancora in corso di risoluzione. Ma la lotta intransigente, come sempre, ha portato a dei risultati tangibili almeno sotto il  profilo politico. Il riconoscimento del movimento da parte dei media è risultato propedeutico al suo riconoscimento anche da parte delle istituzioni. Vaghe promesse iniziali e un certo temporeggiare non hanno scoraggiato i disoccupati che hanno affrontato in modo dignitoso e combattivo la repressione e le intimidazioni da parte delle forze dell’ordine, spaziando su tutto il territorio. Infatti, non sono mancate e, quindi, non mancheranno in futuro manifestazioni di solidarietà ad esempio sulla questione delle carceri, con presidi fuori la casa circondariale di Poggioreale. Ugualmente verso gli operai di alcune fabbriche in lotta per la difesa del posto di lavoro e alcuni denunciati con la stessa accusa. E ancora, ponendosi in modo critico nei confronti del disfacimento della sanità pubblica, stigmatizzando la chiusura degli ospedali storici del centro storico. Ponendosi quindi in modo critico anche nei confronti della guerra con  le conseguenti spese militari ai danni dei proletari, e rivendicando in contrapposizione e con determinazione un lavoro o comunque la garanzia di un salario.

Ed è grazie a questa caparbietà che sono stati strappati i primi incontri con l’assessorato locale che dopo diversi iter ha portato ad avere appuntamenti più importanti come l’incontro con il ministro del lavoro del 27 maggio di quest’anno dove veniva concordato un successivo appuntamento tra il Sindaco di Napoli e una delegazione di disoccupati, in cui si sarebbe discusso sul ripristino del coordinamento tra gli enti per accompagnare i disoccupati nel percorso specifico di formazione/lavoro oltre gli strumenti finanziari già esistenti ed in fase di pubblicazione come i G.O.L. ( GARANZIA DI OCCUPABILITA’ DEI LAVORATORI).

I disoccupati, senza farsi illusioni, e senza mai demordere scendono di nuovo in piazza il 14 giugno per accelerare i tempi di rispetto degli impegni assunti da Comune, Città Metropolitana e Ministero del Lavoro.  L’assessore al Lavoro del Comune di Napoli, Chiara Marciani, comunicava al movimento dei disoccupati direttamente in piazza che erano stati inoltrati finalmente al Ministero del Lavoro i primi documenti d’indirizzo per poter fare un incontro produttivo a differenza dei precedenti tavoli e valutare nel merito diverse proposte.

Tra continui ed insistenti tentativi di criminalizzazione e ostracismo dei media e delle istituzioni, il 6 luglio scorso i disoccupati “7 novembre” e i disoccupati “167 Scampia”, coordinatisi nel corso delle lotte, tengono, ma in due momenti diversi, un tavolo in Prefettura di Napoli insieme al Prefetto, al Comune, all’assessorato al lavoro e alle relative parti tecniche. Il tema in oggetto è denominato: “Tavolo di confronto con i movimenti rappresentativi dei disoccupati di lunga durata dell’area metropolitana di Napoli”.

Nell’incontro sono state illustrate alcune ipotesi progettuali fornite dal comune di Napoli e sottoposte all’esame del ministero del lavoro e condivise dal direttivo dei disoccupati.

L’assemblea del 15 luglio fa un po’ il punto della situazione denunciando il contesto cui la crisi capitalistica ha condotto masse di proletari ai limiti della sopravvivenza con il rincaro dei prezzi di prima necessità e delle bollette, ed il rischio non lontano del razionamento delle risorse energetiche come gas, acqua, luce ecc. 

Quindi diventa necessario, incalzava un rappresentante del direttivo, di rafforzare l’unità tra tutti quei proletari che lottano per un lavoro o un salario nella prospettiva di un rilancio della lotta di classe. Aldilà del governo che sarà imposto dopo la crisi al momento in atto, il direttivo richiamava all’impegno per una grande manifestazione a Roma e un’altra nazionale a Napoli con la partecipazione di operai di fabbriche in crisi, nella prospettiva di un moto di protesta a livello nazionale. L’assemblea si concludeva con le rivendicazioni inserite nel volantino redatto per l’occasione dal titolo “ FINO ALLA VITTORIA” che sono:

 

- Contro la guerra e i costi sociali scaricati sulle nostre vite!

- Per la garanzia di un salario, per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, per lavorare tutti e lavorare meno!

- Per un piano straordinario per il lavoro, finalizzato alla realizzazione di progetti socialmente necessari ai bisogni sociali!

 

Sappiamo per esperienza diretta che il solo profilarsi del difficile raggiungimento di obiettivi concreti rende difficoltosa la tenuta del movimento. E’ questa la lotta politica prioritaria a cui devono dedicarsi quelle forze cui sta a cuore la ripresa della lotta di classe. La formalizzazione di un organismo di lotta immediato, duraturo nel tempo, con una piattaforma di lotta programmatica che abbracci diverse vertenze e diversi settori della classe, è l’obiettivo prioritario da raggiungere per non iniziare ogni volta tutto daccapo.

In più di mezzo secolo di lotte dei disoccupati, che ha visto sì l’acquisizione di un lavoro sotto diverse forme, nulla è rimasto di quelle esperienze sotto il profilo della formazione di organismi di classe indipendenti capaci di  coinvolgere sia i disoccupati che i lavoratori a causa dell’opera demolitrice dell’opportunismo politico e sindacale ovunque presente e rappresentato dai sindacati tricolore CGIL, CISL e UIL e dalle false organizzazioni comuniste.

Diamo la nostra solidarietà al movimento dei disoccupati organizzati e dei settori operai in lotta, con un solo grido:

 

SALARIO DA LAVORO O SALARIO DI DISOCCUPAZIONE!

 

19 luglio 2022

 

 

Partito comunista internazionale

www.pcint.org

 

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