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Esplode un treno merci a Viareggio

L’ennesimo disastro annunciato: il profitto continua a mietere vittime

 

Proletari!

 

Non era ancora mezzanotte di ieri e alla stazione di Viareggio un treno merci, composto da cisterne di gpl, deraglia, si incendia ed esplode.

Da tempo i ferrovieri denunciavano il rischio connesso all’usura dei carrelli dei vagoni; solo pochi giorni fa, a Pisa e a Prato si erano già verificati incidenti dovuto allo stacco dei carrelli, fortunatamente senza conseguenze gravi come a Viareggio.

Ma la macchina del profitto capitalistico applicato alla rete ferroviaria privilegia l’Alta Velocità, i treni di lusso, e abbandona al suo destino tutto ciò che non comporta rapide montagne di profitto, come i treni pendolari e i treni merci.

Mentre scriviamo i morti sono saliti già a 17 e non è ancora finita!

I vagoni-cisterne, deragliando, si sono aperti liberando il liquido infiammabile contenuto; le strade, le case e le auto vicine ai binari sono state investite da un fiume di fuoco, e le esplosioni hanno fatto il resto. Il disastro ha provocato anche 4 dispersi e più di 25 feriti gravi. Ecco perché nelle prossime ore il conto delle vittime purtroppo salirà.

Di chi la colpa?

Questa volta non potranno dare la colpa ai macchinisti. E’ talmente evidente la causa del disastro che non è possibile gettare la croce sui ferrovieri i quali, d’altra parte, continuano da anni a denunciare gravi mancanze a livello di manutenzione e di misure di sicurezza nel trasporto ferroviario.

La lotta per salvaguardare la vita non solo di chi lavora nei trasporti, e di chi viaggia, ma anche di coloro che abitano nelle vicinanze della rete ferroviaria e delle stazioni, non può essere affidata alle inchieste giudiziarie e alla ricerca delle “responsabilità”. I disastri continuano a verificarsi, gli incidenti non si fermano mai, nuovi morti e i feriti si aggiungono alla triste lista esistente. E’ sicuro che i vertici delle aziende che amministrano le ferrovie e i mezzi ferroviari e quelli delle aziende che le utilizzano, nella misura in cui privilegiano la ricerca del profitto, e la sistematica riduzione dei costi, hanno responsabilità dirette; ma aldisopra di loro esiste il sistema capitalistico di produzione e di distribuzione che sottopone alle sue ferree leggi del profitto ogni attività umana!

Gli interessi dei capitalisti e dei loro lacchè sono direttamente dipendenti dagli interessi del profitto che non guardano in faccia nessuno; contrastare la mancanza di manutenzione regolare e l’adozione delle misure di sicurezza che mettano effettivamente al riparo la vita delle persone significa contrastare gli interessi legati direttamente al profitto capitalistico, significa lottare contro quegli interessi, nell’interesse reale di difesa delle condizioni di vita oltre che di lavoro della stragrande  maggioranza degli esseri umani.

Ogni morto causato da incidenti come questo è un morto ammazzato, assassinato dalla sete di profitto, non importa se questa sete viene soddisfatta direttamente dal capitalista o da chi vive al suo servizio.

Episodi come questo drammatico disastro di Viareggio dimostrano una volta di più che solo la lotta della classe proletaria, l’unica forza sociale in grado di opporsi efficacemente allo stritolamento delle vite umane da parte della macchina capitalistica, ha la possibilità di fermare il sistematico olocausto di vite di cui è responsabile la classe dominante borghese e i suoi sostenitori!

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

Supplemento a «il comunista» n. 112

30 giugno 2009

www.pcint.org

 

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