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ARPAC: è ora di lottare con mezzi e metodi di classe, fuori e contro le logiche dell’opportunismo sindacale e politico, in difesa esclusiva degli interessi immediati dei proletari occupati, precari e disoccupati

 

 

Il commissariamento dell’ARPAC e’ il risultato della politica mistificatrice e sabotatrice perseguita dai vertici aziendali, con la complicita’ dell’opportunismo sindacale sempre presente tra i lavoratori.

La giunta regionale sta trovando molte difficolta’ per scrollarsi di dosso “il peso” di centinaia di proletari che da anni vengono raggirati ed illusi di un lavoro che nessun assessorato e nessuna  associazione cosiddetta  ambientalista hanno veramente a cuore, garantendo in realta’ un mero salario di disoccupazione, perche’ di fatto cio’ e’ stata da anni l’unica e reale prospettiva per decine di migliaia di lavoratori espulsi dal settore produttivo.

La tanto sbandierata politica “ambientalista”, di cui l’ARPAC dovrebbe essere il perno,  cede il passo alla politica capitalista che, soprattutto in questa fase di crisi di sovrapproduzione, comporta il taglio del montesalari attraverso la diminuzione del costo del lavoro ed i licenziamenti, rendendo definitivamente precario il lavoro e, quindi, la sopravvivenza di masse sempre piu’estese di proletari. E’ chiaro che con il cosiddetto “governo tecnico” la borghesia si adatta alla nuova congiuntura lasciandosi dietro la oramai inadeguata strategia concertativa che insieme agli ammortizzatori sociali ha garantito decenni di pace sociale.

La forza lavoro espulsa dalle fabbriche negli anni addietro e’ stata controllata con massicce dosi di cassa integrazione e mobilita’ e, successivamente, con la costituzione di societa’ e progetti fantasma che offrivano ad una piccola parte di disoccupati un lavoro in realtà inesistente che giustificava formalmente una miseria di salario di disoccupazione e che, proprio perché inesistente, era soggetto costantemente a sparire da un momento all’altro. L’ARPA Campania fa parte di queste societa’ fantasma che con la costituenda Multi Servizi si e’ prestata a questa politica mistificatoria in combutta con l’assessorato locale e l’opportunismo di tutti i vertici sindacali e politici; politica mistificatoria che ha, di fatto, trasformato i lavoratori parcheggiati in queste società in una ingombrante zavorra.

Ma evidentemente e’ giunto il momento di tagliare questa zavorra. Questo epilogo e’ stato rimandato solo grazie alle azioni spontanee di gruppi di proletari, memori delle lotte passate.

 

PROLETARI!, COMPAGNI!

 

C’e’ o non c’e’ il lavoro, ci sono o non ci sono le commesse, crisi o non crisi, dovete far sentire il vostro grido di battaglia che nasce dalle vostre necessita’ di sopravvivenza. Perche’ quella del governo Monti e della neo ministra Fornero e’ stata una vera e propria dichiarazione di guerra fatta al  vero nemico di classe: il proletariato. Di lavoro utile alla soddisfazione dei bisogni di vita del genere umano ce ne sarebbe per tutti  e basterebbero pochissime ore al giorno per ognuno se tutti lavorassero razionalmente, ma per il capitalismo il lavoro deve soddisfare la sete di profitto dei capitalisti che monopolizzano l’intera produzione sociale volta a soddisfare le esigenze dei mercati e non della vita degli esseri umani. Il lavoro salariato è un vero tormento quotidiano per le vaste masse proletarie che, sfruttate fino all’ultima goccia di sudore e sangue, sono le vere produttrici della ricchezza sociale. La borghesia dominante mette già in conto che, a fronte dello sfruttamento bestiale di una parte delle masse proletarie, vi sia un numero importante, destinato ad aumentare vertiginosamente nei periodi di crisi economica, di proletari espulsi dai cicli produttivi e disoccupati. Il problema della disoccupazione è responsabilità totale dell’economia capitalistica e dello Stato che ne governa la tenuta sociale e ne difende gli interessi contro gli interessi delle masse proletarie.

Il problema e’ quindi dello Stato e devono essere le sue istituzioni a doverlo risolvere. Non saranno sempre  i proletari a pagare la crisi dei padroni! E’ ora di formare organismi di lotta indipendenti di classe, quindi fuori dalla logica riformista e opportunista delle grandi centrali sindacali e dei sindacatini nati ai loro margini.

 

PROLETARI!

 

Dovete  uscire dalla logica dell’unita’ virtuale che vogliono i vertici sindacali. Dovete cercare l’unità concreta contattando i lavoratori delle altre realta’ e stilando un'unica piattaforma rivendicativa che tenga conto solo ed esclusivamente delle vostre necessita’e della continuita’ salariale.

Non arriverà mai la soluzione alle vostre esigenze di vita dalla banda senza scrupoli che governa la politica e l’economia borghese, sia lo Stato, il comune o la regione. Le briciole che talvolta concedono sono strappate dalla lotta proletaria ma, in genere, sono utilizzate, tacitando i bisogni immediati solo di una piccola parte di lavoratori, per dividere i proletari e per metterli gli uni contro gli altri. Stato, Comuni, Regioni,  sono essi “i fantasmi”. Il vostro futuro e quello dei vostri figli e’ solo nelle vostre mani, nelle mani della lotta proletaria di classe che mette al centro la difesa esclusiva degli interessi immediati dei lavoratori salariati, occupati, precari o disoccupati che siano. I proletari “hanno un mondo da guadagnare”!!

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

Napoli, 31 marzo 2012

www.pcint.org

 

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