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Belgio
Di fronte agli attacchi del governo, l’unica soluzione è la lotta generale di classe anticapitalista!

 

 

 

Aumento dell’IVA sull’elettricità dal 6 al 21%, aumento delle accise su gasolio, bevande alcoliche e tabacco, regole più strette per beneficiare di indennità di inserimento dopo la scuola, eliminazione dell’indicizzazione su tutte le forme di remunerazione, sui salari e sulle prestazioni sociali, condizioni di accesso più severe per il prepensionamento: almeno 63 anni di età e 42 anni di contributi (dal 2019), aumento dell’età pensionabile a 66 anni (nel 2025) e a 67 anni (nel 2030), aumento dell’età per poter accedere al prepensionamento in caso di ristrutturazione aziendale: 60 anni anziché 55, riduzione della quota base contributiva del datore di lavoro per la sicurezza sociale (dal 33 al 25%), pensione a punti ...

A tutto questo si è aggiunto l’aggravamento della politica repressiva nei confronti dei rifugiati e dei lavoratori privi di documenti, dei disoccupati e dei destinatari di benefici sociali.

 

Contro questi attacchi generalizzati, non serve un “dialogo sociale costruttivo”, ma una lotta generale e di classe!

 

La generalizzazione e l’aggravarsi degli attacchi richiedono una lotta aperta e generale se si vuole resistere a un governo fermamente determinato a soddisfare i desideri del padronato. La politica del MR/NVA (1) non fa che innalzare a un livello superiore quella seguita dalla precedente coalizione (con partecipazione socialista) che già aveva erogato in abbondanza regali ai capitalisti e attacchi ai lavoratori; ma, in realtà, tutti i governi borghesi, di destra e di sinistra, portano avanti la politica che serve al capitalismo. Il capitalismo ha bisogno di aumentare i profitti per far fronte ai suoi concorrenti in Europa e nel mercato mondiale. Ebbene, c’è un solo modo per farlo: aumentare lo sfruttamento dei lavoratori salariati e ridurre la spesa sociale, che costituisce il cosiddetto “salario indiretto”.

Per combattere realmente contro questa politica bisogna mettersi sul terreno della lotta anticapitalista: proletari e capitalisti, lavoratori e padroni, non sono “partner”, sono avversari di classe. Mettere in primo piano la difesa degli interessi dell’economia nazionale o dell’impresa, o fingere che siano conciliabili con quelli dei lavoratori, equivale ad abbandonare di fatto alla difesa degli interessi proletari. Ecco perché è impossibile, per difendersi, contare sulle organizzazioni sindacali collaborazioniste che sognano solo di accordarsi con il governo e i padroni.

Quello che serve non è certo un dialogo “costruttivo” con un governo che esprime brutalmente gli interessi capitalistici, ma la lotta contro di esso! Non è il deterioramento del clima sociale che i lavoratori devono temere, ma il mantenimento della pace sociale che li paralizza!

Perché non sia solo una parola vuota, la “convergenza delle lotte” di cui alcuni parlano, non potrà che essere un movimento globale che superi i confini corporativi e aziendali, sulla base di rivendicazioni unitarie di classe: aumento generale e anti-gerarchico del salario, maggiore per i salari bassi, parità di retribuzione indipendentemente dal genere o dall’età, aumento generale delle prestazioni sociali e delle pensioni, drastica riduzione dell’orario di lavoro e dell’età pensionabile, salario integrale ai disoccupati, regolarizzazione di tutti i lavoratori privi di documenti ecc.; queste sono alcune delle rivendicazioni fondamentali che rispondono ai bisogni dei lavoratori.

Ma gli apparati sindacali orientano le mobilitazioni verso obiettivi limitati, di categoria, interclassisti di difesa dell’azienda, del servizio pubblico o del funzionamento dello Stato, e non per la difesa degli interessi di classe dei lavoratori – che è l’unico modo per ottenere la solidarietà di tutti i proletari e l’estensione delle lotte.

Completamente invischiati nella rete della collaborazione di classe creata dalla borghesia, gli apparati sindacali collaborazionisti sono assolutamente obbligati a comparire come difensori dei lavoratori; ma in realtà la loro priorità consiste nel buon funzionamento dell’economia nazionale e nel mantenimento della pace sociale; quindi non possono che essere avversari della lotta di classe proletaria e di qualunque orientamento anticapitalista. Quando il governo non dà loro “grano da macinare”, quando decide delle misure senza preoccuparsi di recitare la commedia della “concertazione”, allora gridano alla provocazione!

Ma i provocatori più pericolosi sono quelli che sabotano o deviano le lotte, in una parola quelli che fanno il gioco della borghesia mentre recitano la commedia della lotta. Questo è il caso delle dirigenze sindacali collaborazioniste, ma anche dei partiti di sinistra e di estrema sinistra che, anche quando sono all’opposizione, seguono la stessa politica riformista e interclassista, subordinando l’interesse degli operai a quello dell’azienda.

 

Tornare a scopi, metodi e mezzi di classe!

 

È indipendentemente da tutta questa gente e contro gli orientamenti disfattisti dell’opportunismo politico e sindacale che è necessario scendere in lotta, senza lasciarsi ingannare dai falsi discorsi sulla difesa dell’economia nazionale, della fabbrica, dell’azienda o dei Servizi pubblici. I proletari non devono lasciare ad altri il compito della propria difesa: per uscirne vittoriosi devono prendere in mano le loro lotte, mobilitarsi e organizzarsi per la difesa esclusiva dei propri interessi di classe, che sono totalmente contrari a quelli dei capitalisti, della loro economia e del loro Stato.

È indispensabile tornare ai metodi, agli obiettivi e ai mezzi di classe: sciopero illimitato con picchetti e occupazione per impedire ai non-scioperanti di sabotare la lotta, estensione del movimento ad altre imprese e ad altri settori sulla base della difesa esclusiva degli interessi di classe, elezione di comitati di sciopero per guidare il movimento responsabili di fronte a tutti i lavoratori ecc.

Questa lotta di difesa sul terreno economico e immediato può essere vittoriosa solo se viene effettivamente condotta in questo modo; sarà quindi in grado di dare avvio alla più ampia lotta, politica e offensiva, la decisiva lotta rivoluzionaria per rovesciare l’ordine borghese, per porre fine per sempre al capitalismo e per instaurare la società senza classi: il comunismo.

 

- PER LA LOTTA GENERALE SUL TERRENO ESCLUSIVAMENTE DI CLASSE!

- PER L’ORGANIZZAZIONE DEI LAVORATORI INDIPENDENTEMENTE DAL COLLABORAZIONISMO!

- PER LA RICOSTITUZIONE DEL PARTITO DI CLASSE!

- PER LA RIPRESA DELLA LOTTA RIVOLUZIONARIA CONTRO IL CAPITALISMO!

 


 

(1) L’attuale governo belga è costituito da un accordo politico tra queste formazioni di centro destra: MR, Movimento Roformatore, partito liberale francofono, che esprime il primo ministrio Charles Michel; il N-VA, Nuova Alleanza Fiamminga, che è risiltato il primo partito del Belgio e delle Fiandre. Il N-VA è più oderato del radiclae Vlaams Belang (partito separatista e xenofobo), antieuropeista; ma nello statuto del N.VA al primo punto rimane sancita l’indipendenza delle Fiandre, anche se ora la posizione del partito non è separatista ma confederale. Nell’accordo di governo sono entrati anche i liberali fiammionghi del Open VLD ai quali si sono associati anche i cristiamodemocratici fiamminghi del CDV.

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

16 giugno 2018

www.pcint.org

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