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«Gilets gialli» o Bandiera Rossa?

Contro il capitalismo solo la lotta proletaria di classe puo’ essere vittoriosa

 

 

Dopo diverse settimane, il movimento di protesta dei Gilets Gialli è arrivato ad un punto di svolta durante le manifestazioni del primo dicembre: importanti scontri si sono verificati non solo a Parigi, ma in dozzine di città più o meno grandi, a volte molto piccole. Nonostante il clamore del governo e dei media contro le "violenze" e i presunti "teppisti professionisti", il movimento dei Gilets Gialli non è rifluito. Se il numero dei manifestanti sui posti di blocco è limitato, queste barriere sono presenti in buona parte del territorio, condizionando, secondo i lamenti delle autorità, il regolare svolgimento dell'economia. I tentativi di dividere il movimento trovando interlocutori "moderati" e "ragionevoli" al suo interno sono falliti miseramente; inoltre, i Gilets Gialli continuano a guadagnare la simpatia di buona parte della popolazione lavoratrice che si riconosce nelle proteste contro il caro-vita, al di là delle rivendicazioni specifiche avanzate da alcuni Gilets Gialli. Alla fine il governo è stato costretto ad annunciare pubblicamente il ritiro (all’inizio pudicamente chiamato "moratoria") di varie misure come l'aumento previsto delle tasse sul gasolio.

 

I GILETS GIALLI HANNO DIMOSTRATO CHE LA LOTTA APERTA PAGA!

 

Di fronte a un movimento di protesta relativamente massiccio, ma per lo più risoluto, che non esita a violare legalità borghese (bloccando le strade è passibile di arresto, secondo la legge, così come è vitato manifestare senza previa autorizzazione della prefettura), che non esita a rispondere con violenza alla violenza della polizia, il governo non ha avuto altra scelta che ritirarsi, contrariamente alle sue iniziali dichiarazioni di fermezza. Le pressioni (tra le altre, i sindacati di polizia) per l'instaurazione dello stato di emergenza non hanno avuto seguito: ciò sarebbe servito solo a gettare olio sul fuoco con il rischio di diffondere l’incendio, e sarebbe stato difficile far rispettare questo stato di emergenza.

Ma il governo ha agito anche sotto il timore di contagio della lotta ad altri settori della popolazione, ad altri strati della piccola borghesia come gli imprenditori edili, ma soprattutto al proletariato. I proletari hanno avuto la dimostrazione concreta che mobilitazioni anche più massicce di quelle dei Gilets Gialli, ma che rimangono nel quadro legalista e pacifista della "concertazione sociale" imposta dalle organizzazioni sindacali, portano sempre alla sconfitta. Combattere rompendo la pace sociale: è questo l'insegnamento di cui i borghesi hanno paura, come tutti i pompieri sociali come sono i sindacati collaborazionisti e i cosiddetti partiti "di sinistra". Devono quindi cercare di fermare il movimento il prima possibile, prima che si realizzi il rischio di contagio.

 

contro il capitalismo, SOLO LA LOTTA DI CLASSE PROLETARIA PUò ESSERE VITTORIOSA!

 

Nonostante le battute d'arresto del governo, il contagio si diffonde tuttavia a livello dei licei che hanno bloccato molte istituzioni e manifestato in strada, provoncando, a volte, una brutale repressione. Da parte loro, i Gilets Gialli mantengono la loro mobilitazione e chiamano ad una nuova giornata d’azione per l'8 dicembre, infischiandosene dei tentativi di intimidazione del governo. Più o meno apertamente e più o meno apertamente, sono sostenuti, (nonostante la denuncia rituale della violenza) da quasi tutti i sindacati e dai partiti di opposizione, di estrema destra, di destra, di sinistra e di estrema sinistra.

I partiti e i gruppi che si definiscono "rivoluzionari" vogliono vedere in questo movimento un sostituto della lotta proletaria o un movimento che starebbe per prendere una natura proletaria di classe.

Non è così! La presenza innegabile di proletari nel movimento non cambia la sua natura interclassista, politicamente piccoloborghese, la cui espressione più evidente è data dalla presenza sempre più importante del tricolore sui blocchi stradali. L'insistenza, in una piccola parte del movimento, sulla "democrazia diretta" e gli appelli alla creazione di "comitati popolari" ecc. non sono che un'altra tipica espressione di questa natura piccoloborghese: i proletari non hanno bisogno della "democrazia" nel seno del magma interclassista che è il "popolo", perché ciò significa rinunciare ai propri interessi; al contrario, hanno bisogno di lottare per conquistare la loro indipendenza di classe rispetto a tutti gli altri strati sociali e alle altre classi. Solo organizzando e lottando su basi di classe possono esprimere tutta la loro forza.

I Gilets Gialli possono bloccare incroci e interferire con il movimento delle merci; essi possono sognare le dimissioni del governo, lo scioglimento del Parlamento - vale a dire nuove elezioni nel quadro, forse rinnovato ma sempre dominante, del sistema borghese.

Solo i proletari possono bloccare tutta la produzione con lo sciopero; solo loro hanno il potere potenziale non solo di ostacolare il capitalismo, ma di abbatterlo. Scendendo in  lotta per i loro propri interessi di classe avranno anche la forza di raggruppèare intorno a loro, contro il capitalismo, le masse sfruttate che si stanno mobilitando oggi contro Macron, che è soltanto uno dei rappresentanti intercambiabili di questo sistema.

Il governo può anche abbassare la cresta, e potrà farlo ancora. Ma le esigenze del capitalismo, di cui è l'esecutore fedele, lo costringeranno a trovare altrove i miliardi a cui oggi rinuncia, rinunciando a queste tasse, e non saranno certi i "ricchi" che verranno costretti a contribuire. Se aspetta un po’ di tempo prima di lanciare la sua prevista "riforma" delle pensioni, è solo temporaneamente. A prescindere dalle concessioni che farà ai Gilets Gialli - principalmente alla componente di questi costituita dai padroncini - alla fine la farà pagare ai proletari che non avranno altra scelta se non quella di rispondere, anch’essi, con una lotta aperta e generale.

E allora la loro lotta sotto le pieghe della bandiera rossa, la bandiera della rivoluzione sociale internazionale, anche se questa prospettiva non è immediata, sarà molto più potente, radicale e invincibile di quella dei Gilets Gialli.

 

Per l'organizzazione e la lotta di classe indipendente!

Per la ripresa della lotta anticapitalista!

Per la rivoluzione comunista mondiale!

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

6 dicembre 2018

www.pcint.org

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