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Spagna. Mentre la pandemia continua inarrestabile, la borghesia nazionale e regionale dichiara guerra al proletariato

 

 

Dalle ore 00:00 di lunedì prossimo, 21 settembre, un ordine di confinamento peserà su alcuni quartieri e villaggi della Comunità di Madrid: Puerta Bonita, Vista Alegre e Guayaba, a Carabanchel; Almendrales, Las Calesas, Zofío, Orcasur e San Fermín, a Usera; San Andrés, San Cristóbal, El Espinillo e Los Rosales, a Villaverde; l'area di base di Villa de Vallecas; Entrevías, Martínez de la Riva, San Diego, Numancia, Peña Prieta, Pozo del Tío Raimundo, Ángela Uriarte, Alcalá de Guadaira e Federica Montseny, nel distretto di Puente de Vallecas; e Doctor Cirajas, Ghandi, Daroca e La Elipa, a Ciudad Lineal.

Inoltre, alcuni quartieri di Fuenlabrada, Humanes de Madrid, Moraleja de En medio, Getafe, Parla, San Sebastián de los Reyes e Alcobendas.

Circa 800.000 persone di queste zone non potranno uscire dal perimetro stabilito dalla Comunità di Madrid, concorde il Governo Centrale, a rischio di essere multate; saranno soggette al coprifuoco dalle 22:00; non potranno incontrarsi negli spazi pubblici in più di sei persone; parchi e giardini saranno chiusi ecc. Ma, nel frattempo, le imprese avranno solo limitazioni di capienza, le scuole rimarranno aperte senza protocolli di sicurezza per genitori e studenti e, ovviamente, solo chi dovrà spostarsi per lavoro potrà lasciare la abituale zona di residenza.

Dal punto di vista sanitario, il provvedimento è uno sproposito assoluto: limitare questa gran parte della popolazione durante il tempo libero, costringendola invece a recarsi al lavoro è come voler mettere le porte ai campi. I dati dimostrano che, lontano da quanto sostiene la propaganda sulla “mancanza di responsabilità individuale” con cui i media bombardano da mesi la popolazione, le infezioni da Covid 19 si diffondono nella vita ordinaria delle persone, cioè al lavoro e sui mezzi pubblici, che sono i luoghi in cui i proletari trascorrono la maggior parte della loro vita, soprattutto in una città grande come Madrid. Pensare che in queste misure ci sia un criterio epidemiologico coerente è ridicolo: le misure sono coercitive, non mediche. Nessun operatore sanitario che esamini onestamente il problema può pensare che queste restrizioni fermeranno la diffusione delle infezioni mentre le principali fonti di queste rimarranno attive.

 

Proletari!

 

Dopo sei mesi dal momento in cui la pandemia è stata ufficialmente dichiarata in Spagna e, con essa, le misure eccezionali prese con lo Stato di allarme e con i decreti della cosiddetta “Nuova normalità”, le condizioni di vita della classe proletaria sono gravemente peggiorate. Almeno sei milioni di proletari sono passati attraverso l’ERTE (cassa integrazione), con cui il salario è ridotto del 25%, oppure sono caduti direttamente nella disoccupazione. Sono morte circa 50.000 persone, la maggior parte anziane abbandonate al loro destino, con la complicità di tutti i livelli governativi, in residenze per anziani. Quasi un milione di persone è stato multato per aver infranto leggi speciali che in un modo o nell'altro limitano gli spostamenti, e centinaia di persone sono state selvaggiamente attaccate dalle forze di polizia, a cui è stato dato il via libera per imporre dispoticamente l’ordine nelle strade. Le mense, le dispense popolari, le parrocchie e le ONG che assistono le famiglie prive di risorse sono completamente sopraffatte dalla grave epidemia di povertà.

Le loro misure, sia dell’Amministrazione centrale guidata dalla coalizione PSOE-Podemos, sia dei vari enti autonomi, sono state finalizzate esclusivamente a salvare l'economia nazionale da un possibile collasso, garantendo la sopravvivenza delle grandi aziende e i loro investimenti. Fin dal primo momento si sono occupati di garantire la redditività delle imprese che potevano essere salvate sovvenzionando la loro forza lavoro, aprendo linee di credito pubblico strumentalizzate da banche a tasso zero ecc. Mentre per i proletari... niente di niente. I tanto decantati ERTE non sono altro che denaro che viene indirettamente dato alle aziende per ridurre l'onere finanziario della forza lavoro, mentre il resto degli aiuti promessi (soprattutto moratorie sull'affitto e Reddito Vitale Minimo) non sono altro che fumo. È persino accaduto che le società incaricate del trattamento di questo reddito minimo abbiano denunciato che il governoha dato l’ordine di ritardare deliberatamente le domande presentate.

 

Proletari!

 

Mentre le condizioni di vita della classe operaia sono precipitate, il gioco democratico della borghesia ha svolto la sua funzione: le accuse tra i governi centrale e regionale, le critiche del Consiglio della Sanità contro il Ministero ecc. hanno distolto l'attenzione da ciò che è veramente importante. I partiti della sinistra parlamentare ed extraparlamentare concentrano l'attenzione sui governi autonomi di destra e lamentano la mancanza di sostegno da parte dello Stato centrale. E mentre si svolgono queste sterili polemiche, i datori di lavoro di tutti i colori politici possibili hanno ripreso l'attività senza applicare misure igieniche sui posti di lavoro e il trasporto pubblico è diventato una fonte di infezioni illimitate.

Il sedicente “governo progressista” che ha anche un ministro, Alberto Garzón, del Partito Comunista, ha consentito ai governi autonomi di farsi carico della gestione della pandemia, pur sapendo che erano assolutamente incapaci di garantire la salute pubblica. Si è nascosto dietro un “passaggio di poteri” alle Comunità autonome, ma non ha evitato il massacro degli anziani nelle residenze, cedendo a tutte le richieste delle diverse borghesie locali. Da parte loro, i governi regionali hanno assunto il ruolo di valvola di sfogo: i mezzi che erano stati loro sottratti dallo Stato di allarme, una volta tornati nelle loro mani non sono serviti, in  realtà, a prendere le misure sanitarie necessarie al buon funzionamento economico della loro regione, suscitando contro di loro un’animosità che dovrebbe essere diretta contro tutta la borghesia e il suo Stato; è dimostrato in questo modo che la vita dei proletari non ha alcuna importanza se, per garantirla, si mettono a rischio le esigenze dell’economia nazionale.

 

Proletari!

 

Per settimane i proletari sono stati ritenuti responsabili della pandemia, sottolineando che erano incapaci di comportarsi civilmente e che stavano infrangendo le norme di sanità pubblica. Sebbene né il governo centrale né il governo autonomo siano stati in grado di garantire le condizioni igienico-sanitarie minime per fermare la diffusione del coronavirus, hanno puntato il dito contro i quartieri e i villaggi a sud della capitale per incolpare i loro abitanti della situazione creatasi. E, infine, sono arrivati ​​al punto di sospendere in queste aree i diritti fondamentali (riunioni, spostamenti ecc.) e di intervenire creando quello che probabilmente diverrà una sorta di stato di polizia.

 

Proletari!

 

Come abbiamo detto, queste misure non hanno alcun valore dal punto di vista sanitario. Non impediranno la diffusione della pandemia, ma svolgono il ruolo di raddoppiare la pressione sulla classe proletaria in un momento di crisi economica, ma anche politica e sociale, che colpisce non solo la Spagna ma anche il resto dei paesi capitalisti sviluppati. I proletari di Carabanchel, Vallecas o Villaverde sono confinati non per garantire la loro salute, ma per imporre loro una disciplina che sarà necessaria di fronte alle prossime misure economiche e sociali che hanno in programma di mettere in atto. Come dalla crisi del 2008 la borghesia è uscita caricando tutti i sacrifici e gli sforzi necessari sulle spalle del proletariato, dall’attuale crisi provocata dalla pandemia la borghesia uscirà esattamente allo stesso modo. Alla tensione sociale che ciò comporterà, essa comincia già a rispondere, colpendo per prima. Mette in lockdown i quartieri operai per mostrare che tutta la sua forza politica, economica, sanitaria... è diretta contro i proletari che questa volta pagheranno anche per ogni inezia.

I prossimi mesi renderanno più chiara alla classe proletaria questa ancora nascosta realtà. Gli ospedali quasi certamente collasseranno di nuovo, i morti aumenteranno e le misure anti-crisi, che i padroni e il governo cercano di posporre il più possibile nel tempo, inizieranno a mostrarsi apertamente.

Di fronte a questa situazione, ai proletari resta una sola strada: quella della lotta di classe. Nessun governo, nessun partito che popola il parlamento nazionale o regionale, regalerà loro qualcosa. La borghesia vuole solo sfruttare la loro forza lavoro per ottenere un profitto, senza preoccuparsi della loro salute. A tutto questo, la classe proletaria deve rispondere con l'unica forza a sua disposizione, quella data dal fatto che costituisce la stragrande maggioranza della popolazione ed è l’unica che può organizzarsi sia sul terreno della lotta immediata per chiedere migliori condizioni di esistenza (lavoro, salute ecc.), sia sul terreno della lotta politica che, come obiettivo finale, se guidato dal suo partito di classe, ha la distruzione dello Stato borghese e l’eliminazione della spregevole classe dominante.

Alle misure di confinamento il proletariato deve rispondere lottando contro la pressione che il potere borghese esercita sulla sua vita. Alla mancanza di condizioni igienico-sanitarie, al sovrasfruttamento di medici, infermieri e assistenti nei centri sanitari e negli ospedali, dove peraltro manca l'essenziale per garantire le loro funzioni, il proletariato deve rispondere colpendo la borghesia dove fa più male: nella produzione. Come hanno fatto gli operai del settore automobilistico, che a marzo hanno iniziato una serie di scioperi, senza rispettare preavvisi o servizi minimi, rifiutandosi di lavorare quando la loro salute non era garantita.

Alla più che presumibile repressione che verrà esercitata nei prossimi giorni nei quartieri proletari e nella città di Madrid, il proletariato deve rispondere con la solidarietà di classe.

 

Contro il confinamento anti-operaio!

Contro le misure antiproletarie del governo centrale e autonomo!

Per la riorganizzazione classista indipendente e per la ripresa della lotta di classe!

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

18 settembre 2020

www.pcint.org

 

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