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Sciopero dei metalmeccanici nella baia di Cadice

I padroni e la borghesia chiedono sacrifici e pace, i proletari rispondono con la lotta!

 

 

Per due giorni, le aziende metameccaniche della baia di Cadice, situate principalmente nella stessa Cadice, a Puerto Real, San Fernando e Campo de Gibraltar, hanno subito uno sciopero generale del settore indetto dai grandi sindacati UGT, CC.OO. e CGT e altri minoritari che hanno mostrato il loro appoggio alle esigenze che emergono nella trattativa per il Contratto Collettivo Regionale Metalmeccanico.

Questo sciopero scoppia dopo diverse settimane di mobilitazioni che, in un primo momento, sono state portate avanti dai lavoratori delle aziende ausiliarie e che hanno infine imposto un massiccio appello da parte dei sindacati. Nonostante la maggior parte dei media abbia cercato di nascondere la notizia di queste mobilitazioni e dello sciopero del 16 e 17 scorsi, fatta eccezione per alcuni giornali locali della baia per i quali la realtà era impossibile da nascondere, finalmente il livello raggiunto a causa dei picchetti, delle manifestazioni e degli scontri con le forze dell'ordine, ha reso inevitabile che anche i principali quotidiani nazionali abbiano dovuto mettere da parte la loro politica del silenzio su qualsiasi mobilitazione proletaria nel paese e riferire sull'accaduto.

Secondo questa stampa, il 17 nella città di Cadice gli operai hanno bloccato il ponte di accesso alla città, costruito barricate nei viali principali vicino ai cantieri navali e sono riusciti a bloccare anche la stazione ferroviaria, il tutto tra forti scontri con la polizia che ricordano i duri scioperi dell'era della riconversione navale.

A Puerto Real, le principali società (Navantia, Dragados e Alestis) sono rimaste chiuse per i due giorni di sciopero, bloccando le zone industriali di Río San Pedro e El Trocadero. Alcune aziende hanno semplicemente scelto di far telelavorare i propri dipendenti dell'amministrazione, pensando che tutti i lavoratori sarebbero scesi in sciopero e che i picchetti avrebbero ancora una volta bloccato completamente le zone. È da notare che allo sciopero non hanno partecipato i lavoratori di Airbus Puerto Real, azienda che è disciplinata da un proprio contratto collettivo: questa azienda è gravemente colpita dai piani di ricollocazione e dalla indisponibilità dei datori di lavoro metalmeccanici a trattare, ma la lunga lotta che i lavoratori hanno combattuto contro la chiusura dell’impianto è stata isolata dai sindacati rispetto alle mobilitazioni di tutto il settore. Un grande esempio dell'opera di disorganizzazione e sabotaggio dell'unità di classe che queste organizzazioni dedite a garantire la collaborazione tra le classi esercitano sempre.

A San Fernando, gli operai hanno affrontato per diverse ore la polizia, dando anche fuoco a un'auto che sembrava appartenere alla Brigata dell'Informazione. Hanno anche bloccato gli ingressi ai cantieri militari incendiando barricate e fermando totalmente le aziende metalmeccaniche della città. Dopo questi due giorni di sciopero, la situazione continua praticamente nella stessa situazione di qualche settimana fa. Il Consiglio per l'occupazione andaluso ha chiamato i sindacati CC.OO. e UGT per negoziare con i datori di lavoro la firma definitiva del nuovo contratto collettivo. Da parte dei sindacati, il requisito principale è che l'accordo attuale scada nel 2021 e nel 2022 venga pagato un aumento salariale basato sull'inflazione “in termini negoziabili”. I datori di lavoro cercano invece di prolungare l'accordo fino al 2023 applicando aumenti salariali dello 0,5% e dell'1,5% nei prossimi due anni, sopprimendo due pagamenti straordinari e altre misure organizzative.

Dal canto loro, i sindacati, guidati dall'UGT, hanno condannato la “violenza” dei lavoratori appellandosi alla calma. I dirigenti sindacali, significativamente, hanno insistito presso la stampa che stanno con i lavoratori, ovviamente per giustificare l’aver lasciato al loro destino i proletari delle industrie ausiliarie in questi ultimi mesi, come denunciato da organizzazioni come la “Coordinadora de trabajadores del metal”, corrente autonoma che ha avuto una certa presenza nelle mobilitazioni delle ultime settimane organizzando un buon numero di proletari insoddisfatti della politica tradizionale di CC.OO. e UGT.

La lotta dei proletari metalmeccanici nella baia di Cadice ha un'importanza che va al di là delle loro specifiche esigenze lavorative. Prima della pandemia e che iniziassero le misure di restrizione agli spostamenti, delle chiusure delle imprese ecc., la crisi del settore metalmeccanico era una realtà sempre più vicina. A quasi due anni di distanza, la situazione non è sostanzialmente cambiata: il settore metalmeccanico, in particolare le aziende dedicate al settore automobilistico, hanno intrapreso un piano di ristrutturazione dei propri stabilimenti in tutto il mondo, sostenuto da tutti gli Stati e da tutti i governi, liquidando la capacità produttiva in eccesso, sia l'eccesso di capitale costante investito sia l'eccesso di lavoro salariato. Ciò ha portato a una vera e propria offensiva padronale volta a chiudere tutte le strutture considerate eccedenti e a peggiorare le condizioni di lavoro dei proletari che mantengono il posto di lavoro. È il caso di Alcoa nelle Asturie, di Nissan nella zona franca di Barcellona, ​​​​Tubacex in Euskadi o Airbus a Puerto Real. In tutte queste aziende, i datori di lavoro hanno cercato di chiudere, licenziare o abbattere le condizioni di lavoro dei lavoratori in esse occupati. Ed è anche il caso delle centinaia di aziende che, come le grandi del settore automobilistico, si avvalgono delle misure agevolate dal governo PSOE-Podemos per licenziare temporaneamente la forza lavoro che non è necessaria in un determinato momento.

La lotta dei proletari metallurgici a Cadice, San Fernando e Puerto Real, sebbene nasca attorno all’esigenza di un minimo salariale, ha molto più significato: è la risposta alle misure antiproletarie che i padroni del metallo intendono imporre in tutto il paese. Prende la forma di un confronto locale e parziale, ma è un esempio per tutti i settori per i quali, nel prossimo anno, le rispettive aziende proveranno ad adottare misure simili.

Rispondendo con la forza alle richieste dei datori di lavoro, i lavoratori di Cadice danno un esempio di lotta, soprattutto nella misura in cui con la loro determinazione riescono a forzare anche i sindacati CC.OO. e UGT, storici sabotatori di questo tipo di lotte, a porsi, almeno in apparenza, al suo fianco per non essere scavalcati.

Ma la lotta dei proletari della baia non è solo un esempio per i lavoratori del settore metalmeccanico. Se le misure antioperaie che i padroni stanno prendendo in questo settore sono particolarmente dure, è perché la metalmeccanica è un punto chiave per tutta la borghesia: gran parte del proletariato manifatturiero in Spagna vive intorno alle sue industrie e questo fatto trascina i proletari di molti altri settori. In molte regioni del paese, i metalmeccanici sono un fattore determinante nelle condizioni di esistenza dell'intero proletariato locale. A Cadice, per esempio, la regione della Spagna dove c'è più disoccupazione, buona parte del reddito salariale dipende da questo settore. Attaccando proprio lì, la borghesia intende colpire tutto il proletariato. Ecco perché ha sollevato, congiuntamente e allo stesso tempo, questa offensiva. Cercando il momento migliore per scatenarla, proprio alla fine della pandemia, ma con le misure di controllo sociale che lo Stato ha imposto ancora in vigore, e radunando tutte le forze disponibili (stampa, organizzazioni politiche, ecc.) per imporre i termini della lotta.

Nessuno può ormai avere il minimo dubbio che i prossimi mesi porteranno una serie di riforme legislative volte a peggiorare notevolmente le condizioni di vita dei proletari: la riforma del lavoro, che renderà l'ERTE normale in tutti i settori, la riforma delle pensioni, che aumenterà il periodo contributivo obbligatorio ecc., sono già sul tavolo della borghesia spagnola, che conta di imporli grazie allo sforzo inestimabile che il PSOE e Podemos stanno facendo dall’alto del governo per impedire anche la minima risposta operaia. Insieme a queste riforme del quadro giuridico che regola l'esistenza dei proletari, le aziende imporranno senza dubbio una serie di tagli salariali e di peggioramento delle condizioni di lavoro molto simili a quelli seguiti alla crisi del 2008. Ed è in questo senso che i padroni della metallurgia stanno aprendo la strada, cercando di contrastare ogni tipo di resistenza e quindi di indebolire la classe proletaria nel suo insieme. Ed è per questo che la risposta dei metalmeccanici della baia ha un'importanza che va oltre il locale, come ha avuto la lotta vittoriosa dei lavoratori Tubacex: entrambi sono esempi che, nella misura in cui i proletari vanno oltre la rassegnazione e la fiducia nelle organizzazioni del collaborazionismo politico e sindacale, nella misura in cui tendono a superare i limiti democratici che la borghesia ha stabilito per la lotta operaia e cercano di posizionarsi, sia pure in modo molto limitato, sul terreno della vera lotta di classe, combattendo con mezzi e metodi veramente classisti, rompendo l'isolamento locale o settoriale della loro lotta ecc., possono vincere.

A Cadice in questi giorni, come a Tubacex qualche settimana fa, i proletari rispondono all'offensiva padronale (che nel caso dell’impresa di Euskadi si offriva addirittura di pagare senza lavorare in cambio della cessazione della lotta: questa è la paura che gli imprenditori hanno della classe proletaria quando essa si comporta come tale!) e sebbene le loro lotte sembrino due gocce d'acqua in un oceano di pace sociale totale e assoluta, i prossimi anni metteranno in campo, praticamente per tutti i proletari, la necessità di seguire questa stessa strada per contrastare il gravissimo deterioramento delle loro condizioni di vita. Per farlo, i proletari devono saper rompere con la tradizionale politica di collaborazione tra le classi, di servitù verso la borghesia, che le organizzazioni opportuniste in campo sindacale (CC.OO. e UGT, per esempio) e politiche (PSOE e UP, entrambi i partiti di governo) vogliono conservare ad ogni costo per evitare che la forza della classe proletaria trabocchi dai margini della sottomissione che le hanno imposto.

 

Per la ripresa della lotta di classe del proletariato!

Per la solidarietà di classe tra tutti i proletari!

Per la rinascita delle organizzazioni proletarie di lotta indipendenti dalle pratiche del collaborazionismo interclassista!

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

17 novembre 2021

www.pcint.org

 

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