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Alternanza scuola-lavoro: Morire da studenti-lavoratori

 

 

ANTEFATTI

 

La morte di Lorenzo Parelli, studente 18enne, durante lo stage dell'alternanza scuola-lavoro, ha destato indignazione sia da parte delle forze democratiche (ovvero sinonimo di borghesi) sia da parte degli studenti. Il suo nome, come quello di molti altri prima di lui (e come quello di Giuseppe Lenoci, morto da pochissimo tempo al momento in cui scriviamo di questo pezzo), rappresenta il simbolo della gioventù spezzata dalla classe borghese, oppressa da una scuola organizzata e costruita solamente in funzione della formazione della nuova forza-lavoro. Non contenti di aver creato questo ordinamento, i padroni (ed è un fatto internazionale) hanno voluto buttare la maschera dell'istruzione, istituendo l'alternanza scuola-lavoro. I vantaggi di questo sistema sono cospicui, per la classe borghese: sia per le grandi aziende, che ottengono, tramite l'adeguarsi degli studenti, dei futuri lavoratori meno inclini all'insubordinazione, sia per le piccole aziende, che invece ottengono un buon risparmio sul personale.

L'Alternanza Scuola-Lavoro (ASL), invero, - infame esempio della infinita sete di profitto della classe dominante -, rappresenta ora uno dei più grandi nemici degli studenti. È un infernale sistema secondo il quale prestare 200 ore di lavoro non pagato per ogni studente dovrebbe essere in qualche modo formativo. Ciò che è più preoccupante, però, è il modo in cui gli studenti vengono formati insegnando loro a sottostare ad un padrone fin da giovani, in situazioni di lavoro spesso non sicure e con infrastrutture (fatto comune tra studenti ed operai) fatiscenti. Se gli studenti hanno deciso di scendere in piazza, è proprio per il metodo seguito dalla scuola borghese nel suo sistematico sfruttamento dei lavoratori del futuro. Il Ministero dell'Istruzione, spaventato (aggiungiamo, naturalmente, di fronte a delle rivendicazioni contrarie agli interessi padronali), ha deciso persino di cambiare il nome dell'ASL, così da confondere le acque. E mentre sui giornali “indipendenti” si sprecano articoli contro i manifestanti, ha senso andare più nel dettaglio.

 

LE MANIFESTAZIONI

 

Le prime manifestazioni, che hanno fin da subito portato alla mobilitazione generale degli studenti in tutta Italia, si sono svolte il 28 gennaio ed il 4 febbraio, con lo scopo di ottenere l'abolizione dell'Alternanza Scuola-Lavoro (ed anche di ricordare la morte di Parelli), l'abolizione della seconda prova di maturità (restaurata in modo fraudolento dal Ministero, senza badare né ai tempi di studio degli studenti, né al pochissimo anticipo dell'avviso rispetto alla prova) e maggiori diritti di assemblea. Dalle manifestazioni, grazie all'intervento criminale della repressione poliziesca, sono risultate decine di feriti tra gli studenti: feroci cariche hanno colpito i manifestanti pacifici per impedire di manifestare nei centri delle città. La repressione, ancora una volta, colpisce chi lotta per delle condizioni migliori. In questo caso, per assurdo, la richiesta sarebbe solo quella di permettere agli studenti di studiare, senza prestare lavoro non pagato.

Nella giornata di oggi, 18 febbraio, si sono svolte grandi manifestazioni per tutto il paese, che dimostrano ancora una volta la combattività degli studenti. A quanto pare, questo movimento non ha intenzione di fermarsi molto presto. La montante rabbia sociale degli studenti, dopo due anni di insegnamento fatto per modo di dire, solo per dimostrare che la scuola funziona ancora, sta provocando azioni di sempre crescente lotta, con occupazioni studentesche degli istituti e con sfondamenti dei presìdi di polizia sempre più frequenti. Dall'altra, il manganello colpisce sempre più forte, portando da un lato alle decine di feriti di cui prima, dall'altro allo sgombero sistematico degli istituti occupati. Il quadro, se non sessantottino, pare quantomeno ricordare le situazioni studentesche di quegli anni. Ciò ci mette, necessariamente, nella posizione di fare delle note di continuità rispetto al rosso filo della teoria marxista che ha affrontato la questione teorica dell'analisi di quegli anni.

 

ILLUSIONI MOVIMENTISTE E CERTEZZA SCIENTIFICA DEL MARXISMO

 

Come viene detto giustamente da A. Bordiga (il programma comunista n.8 del 1968) nel suo scritto Nota elementare sugli studenti ed il marxismo autentico di sinistra, il Partito non riconosce una qualsiasi autonomia politica o storica al Movimento Studentesco. Se il vecchio vestito pseudo-maoista è stato buttato alle ortiche, ancora al giorno d'oggi si sente parlare di ridicole note sulle possibilità di “autonomia del movimento” o di “rivoluzione studentesca”. Tentare di scalzare il proletariato mondiale dal suo unico posto di classe rivoluzionaria socialista con assurde tesi sulla pretesa esistenza (!) di una classe studentesca, oltre che assurdo nei rispetti della teoria marxista, è anche una effettiva completa assurdità. Ripetiamo, con la certezza dell'invarianza del marxismo, che la società capitalistica è divisa in due classi, e che non è possibile una “rivoluzione studentesca”.

Gli studenti d'oggi, ancora più confusi dei loro predecessori di 50 anni fa, non hanno nessuna bussola teorica e pratica per comprendere il ruolo classista che dovrebbero assumere nella lotta che conducono contro le istituzioni borghesi. La negazione delle necessità programmatiche del loro stesso presunto movimento è sintomo attuale di questa grandissima confusione. L'obiettivo non è nemmeno mascherato da corrente politica menzognera del marxismo. Molti degli studenti, politicamente, si oppongono allo stato borghese deviando in opportunismi di degradazione stalinista o in collettivi anarcoidi. Il disordine e la forma composita delle forze studentesche non permette nemmeno di capire quali siano i movimenti che dirigono e quali subordinati, e così via. Una cosa è certa: non sarà tramite le manifestazioni gestite dalle associazioni comandate dalla CIGL che gli studenti potranno raggiungere i loro obiettivi, anzi. Nemmeno l'illusione del movimentismo massimalista può però portare i giovani a reali risultati.

Agli studenti diciamo - forti della nostra valutazione storica - che non possono pensare di poter vincere realmente contro il loro nemico, lo stato borghese, senza una chiara impronta classista. L'ottenimento di migliori situazioni è un fatto importante, certo, ma il problema è del sistema capitalistico nella sua totalità, che con le sue inevitabili dinamiche non potrà mai garantire agli studenti una condizione ottimale. Soltanto la rivoluzione proletaria mondiale, socialista e classista, potrà portare alla definitiva risoluzione delle contraddizioni di questo sistema.

 

Studenti! Guardate anche alle condizioni degli operai!

Studenti! Senza organizzazione classista ogni lotta è inutile!

Soltanto con il partito comunista mondiale ed un programma marxista rivoluzionario si potrà rivoluzionare da cima a fondo questo sistema!

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

18 febbraio 2022

www.pcint.org

 

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