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Lotta di classe contro la legge sull'immigrazione e tutti gli attacchi ai lavoratori!

 

 

La legge sull'immigrazione adottata dopo i dibattiti parlamentari è, alla fine, una versione molto più repressiva rispetto alla proposta originale del ministro degli Interni Gérald Darmanin e alla sua versione più inasprita al Senato, tanto che il partito di estrema destra Rassemblement National (RN) ha votato a favore, vantando una "vittoria ideologica", mentre Eric Ciotti, presidente di Les Républicains (LR), ha parlato di una "vittoria storica per la destra".

Come è noto, questa legge ha suscitato critiche e opposizioni da più parti, compresi i sostenitori borghesi del governo e i dirigenti delle istituzioni borghesi: ad esempio, i rettori delle università in nome della “diplomazia scientifica, culturale e di influenza” della Francia (1). Secondo Mélenchon (leader del partito di sinistra La Francia Indomita, FI), questa legge “sfigura l'immagine della Francia” – come se non fosse l'immagine di un Paese imperialista che ha commesso innumerevoli crimini, è ancora coinvolto nei massacri di Gaza compiuti dallo Stato israeliano e mantiene con esso una cooperazione militare e di sicurezza.

In realtà, al di là delle macchinazioni politiche che hanno portato alla sua formulazione finale, questa legge fa parte di una serie di attacchi, antisociali e contro la classe operaia, che il governo sta portando avanti in successione, dagli attacchi ai disoccupati a quelli alle pensioni: sebbene questa legge sia diretta contro i proletari stranieri e le loro famiglie, in realtà il suo obiettivo è l'intera classe operaia. Secondo i datori di lavoro, entro il 2050 l'economia francese “avrà bisogno (…) di 3,9 milioni di lavoratori stranieri” (2). È proprio nella prospettiva di questo sfruttamento di massa dei proletari immigrati che spinge le autorità ad aumentare e rafforzare le misure repressive per “controllare” questa immigrazione, il che significa lasciare un gran numero di questi proletari immigrati senza diritti e protezione sociale e sotto la costante minaccia di espulsione, alla mercé dei loro padroni, in uno “stato di emergenza” de facto.

Da ciò deriva che la lotta contro questa legge e contro tutte le misure anti-immigrazione non è una posizione democratica o umanitaria, ma una posizione di classe: abbandonare una parte del proletariato alla mercé dei padroni e dello Stato borghese significa indebolire l'intera classe proletaria nella sua lotta contro il capitalismo. Mentre i capitalisti e il loro governo cercano costantemente di dividerla in base alle categorie, allo status, all'età, al sesso, ecc. e alla nazionalità, è interesse vitale dei proletari raggiungere la loro unità al di là di tutte queste divisioni, in modo da poter intraprendere una vera lotta di classe.

Ma non è possibile intraprendere tale lotta affidandosi a coloro che sono stati responsabili delle sconfitte nelle lotte precedenti. L'appello alle manifestazioni del 21 gennaio lo dimostra ancora una volta: si presenta come una petizione di artisti e personalità varie, anche di destra, e non ha altro scopo che chiedere gentilmente al presidente Macron di non firmare la sua legge! Non si tratta di un appello alla lotta, ma di una innocua marcia domenicale sotto la bandiera del “nostro patto repubblicano ereditato dal Conseil National de la Résistance” (il Conseil National de la Résistance era il centro del movimento di resistenza nazionalista francese contro l’occupazione tedesca, ndr), in altre parole, sotto la bandiera della collaborazione di classe in difesa del capitalismo francese (3)! La più grande confederazione sindacale, la CFDT, chiede di “opporsi al calpestamento dei valori della Repubblica” (4), mentre la seconda più grande, la CGT, si indigna per “la messa in discussione dei nostri principi repubblicani” (5); la CGT chiede indubbiamente la regolarizzazione dei lavoratori immigrati senza documenti in sciopero (i cosiddetti sans-papiers), ma per capire il vero significato di questo sostegno, è necessario sapere che durante la campagna di mobilitazione del 14 gennaio ha chiesto ai collettivi dei lavoratori senza documenti di rinunciare alla loro richiesta di regolarizzazione di tutti i lavoratori immigrati senza documenti e alla loro intenzione di organizzare scioperi durante i Giochi Olimpici (6)! Non si possono difendere veramente i lavoratori se si difendono i valori e i principi della repubblica borghese: per questi partiti e sindacati, indissolubilmente legati alla collaborazione di classe e alla pace sociale, difendere i valori e i principi della lotta di classe contro il capitalismo e lo Stato borghese è fuori questione!

Tuttavia, per contrastare i continui attacchi borghesi, dobbiamo rivolgerci proprio ai valori e ai principi della lotta di classe contro il capitalismo e lo Stato borghese, lottando e organizzandoci indipendentemente dall'influenza delle organizzazioni collaborazioniste.

 

No alla legge sull'immigrazione e a tutte le leggi antioperaie! No alla repressione e alla discriminazione! No alle deportazioni e ai rimpatri! Uguaglianza di diritti per tutti i lavoratori, francesi e stranieri! Regolarizzazione di tutti i lavoratori senza documenti!

No al controllo dell'immigrazione!

Per la lotta di classe anticapitalista proletaria in unione con i proletari di tutto il mondo!

 


 

(1) Comunicato stampa di France Université, 17 dicembre 2023.

(2) Dichiarazione del presidente del MEDEF (sindacato dei datori di lavoro) a Radio Classique, 19 dicembre 2023.

(3) Ricordiamo che il PCF (Partito Comunista Francese) non era totalmente contrario al primo progetto di legge, ma voleva solo discuterlo.

(4) Comunicato stampa del 20/12/2023.

(5) Volantino dell'11.1.23.

(6) L'appello alle manifestazioni del 14 gennaio, firmato da decine di organizzazioni di accompagnamento, dal trotzkista Nuovo Partito Anticapitalista (NPA), da La Francia Indomita (LFI), dai sindacati SUD, ecc. non comprendeva queste richieste, ma la CGT ha preferito aderire alla mobilitazione del 21 gennaio. I comitati dei lavoratori immigrati senza documenti dell'area parigina si sono rifiutati di aderire perché “nessuna delle nostre richieste storiche è stata presa in considerazione; da nessuna parte si è parlato delle lotte e degli scioperi attuali”. Si veda il comunicato stampa del 20 gennaio: https://twitter.com/gilets_noirs/status/1748828698885669103

 

18 gennaio 2024 (aggiornato al 20 gennaio 2024 - nota aggiuntiva 6)

 

 

Partito Comunista Internazionale

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