1914-2024 : A centodieci anni dalla prima guerra imperialista mondiale

Le posizioni fondamentali del comunismo rivoluzionario non sono cambiate, semmai sono ancor più intransigenti nella lotta contro la democrazia borghese, contro il nazionalismo e contro ogni forma di opportunismo, vera intossicazione letale del proletariato

( Quaderni de “il comunista”, N° 1, Agosto 2024 )

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Appendice :

Da: Il «fatto compiuto»

(“Avanti!”, del 23-5-1915)

 

 

Era inevitabile. Nel tragico svolto della storia, che dalla neutralità ci porta nella guerra, le mezze coscienze si sono già confezionato l’alibi, per coonestare la defezione. Dopo aver fatto tutto il proprio dovere per evitare la guerra, sarebbe dovere dei socialisti di “accettare il fatto compiuto” e raccogliere l’invito alla cooperazione nazionale dei partiti per la vittoria delle armi d’Italia! (...)

E lasciamo andare, per ora, nomi e fatti. Discutiamo, piuttosto, questa equivoca ed ipocrita tesi del fatto compiuto, che se fosse accettata, disonorerebbe il Partito socialista e ci metterebbe in condizioni di riconoscere come giuste e meritate tutte le affermazioni di Mussolini e dei suoi compagni sulla nostra incoscienza e la nostra viltà. (...)

Dicemmo che la nostra campagna per la neutralità era motivata da ragioni di principio e da interessi di classe, che la distinguevano nettamente dalla neutralità borghese e dal suo torbido retroscena. Molti di noi – giova ricordarlo –  errarono forse nel dare il primo posto a considerazioni d’ordine contingente e nazionale, che militavano contro le tesi dell’intervento e che per pura incidenza potevano essere condivise da nostri avversari; ma tutti proclamammo che il nostro Partito, attraverso la sua propaganda antiguerresca, e difendendo la sua indipendenza di classe da ogni seduzione, come da ogni attentato, mirava all’alto compito storico di riscattare la dignità del socialismo e preparare il terreno alla nuova Internazionale proletaria, compito assai più grande – e più reale –  di quelli che si potevano assolvere all’ombra del vessillo nazionale ed in combutta coi tristi farisei del patriottismo mercantile.

Questa nostra limpida e sicura linea d’azione si spezza forse oggi in limine belli, sulle soglie della guerra borghese? No. Per quanto riguarda le ragioni nazionali, le motivazioni borghesi della neutralità che per noi non erano subordinate, sta di fatto che esse sono cadute nel vuoto, poiché il dado è tratto e non resta altro interesse per lo Stato italiano che la vittoria contro il nemico, che a sua volta minaccia in armi. (...)

Noi non potemmo evitare la guerra. Dovremmo perciò subirla associandoci ai suoi fautori! Così dicono quelli che nella guerra vedono una coincidenza di interessi tra tutte le classi sociali. (...) La lotta di classe borghese contro il proletariato non solo non si sospende, ma si intensifica al parossismo, poiché lo sfruttamento economico continua e culmina nel sacrificio di sangue che si chiede ai lavoratori in nome della patria, a cui però i capitalisti non sacrificano il frutto delle proprie speculazioni. (...)

Ancora una volta, o trepidi servitori del fatto compiuto, che vorreste farci leccare la mano di chi ci ha abbattuti ma non fiaccati, le due vie opposte si tracciano nette e precise. O fuori o dentro dal preconcetto nazionale e dagli scrupoli patriottici. O verso uno pseudo socialismo nazionalista o verso una nuova Internazionale. La posizione di chi nell’avversare la guerra non nascondeva una doppiezza miserabile non può essere che una, oggi che la guerra è un “fatto compiuto”: contro la guerra, per il socialismo antimilitarista ed internazionale!

 

 

Partito Comunista Internazionale

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