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Prises de position - Prese di posizione - Toma de posición - Statements                        


 

La finanziaria del centro-sinistra? 

E’ il lavoro sporco di una coalizione che si dichiara amica dei lavoratori

 

Proletari! Compagni di lotta!

 

Il peso maggiore della manovra finanziaria del governo cadrà per l’ennesima volta completamente sulle spalle dei proletari. Non ci si faccia ingannare dal fatto che il governo con una mano dia una modestissima riduzione fiscale soprattutto ai proletari che hanno dei carichi famigliari; in realtà, con più mani toglie quantità maggiori di quote di salario grazie all’aumento dei contributi, ai tikets sanitari,  alle addizionali Irpef: tutti aumenti che saranno imposti in un secondo momento dagli Enti Locali. Non va poi dimenticato che l’innalzamento dell’età pensionabile è stato solo rimandato di qualche mese, per il quale i sindacati tricolore hanno già dato a priori la propria disponibilità a discutere senza pregiudiziali.

L’elenco degli attacchi alle condizioni di vita proletarie non si ferma: blocco delle assunzioni nel Pubblico Impiego; miseri ritocchi salariali che i bonzi sindacali sempre più legano alla flessibilità sul posto di lavoro e all’aumento della produttività; aumento della concorrenza tra lavoratori attraverso i vari tipi di contratti a termine, quindi aumento esponenziale della precarietà del posto stesso tanto che i padroni, sia pubblici che privati, riescono a ridurre ulteriormente i salari che già sono di fame. Tutto ciò dimostra – se ce n’era ancora bisogno – il completo servilismo di tutti i partiti che si dichiarano attenti alle esigenze dei lavoratori e che fanno parte del Governo Prodi, e l’ultracollaborazionismo dei sindacati tricolore che sostanzialmente hanno approvato la Finanziaria del governo di centro-sinistra.

Accordo fatto invece sull’utilizzo del TFR tra governo, padroni e sindacati collaborazionisti: in pratica, i lavoratori potranno decidere che tutta la loro liquidazione, maturata anno dopo anno, dal 1° luglio 2007 vada o ai Fondi pensione costituiti principalmente dai sindacati tricolore e dalle compagnie di assicurazione, o all’INPS – che investirà questi capitali in opere “pubbliche”–; se l’azienda in cui lavorano non ha più di 50 dipendenti, potranno decidere di lasciare la propria liquidazione in mano al padrone come già avviene. Insomma, tutto possono decidere fuorché averli direttamente in busta paga!

Il TFR non sono soldi in più che i datori di lavoro generosamente mettono da parte per i loro lavoratori: è una quota del salario non erogato interamente, e finora accantonata dai padroni – che l’hanno utilizzata a propri fini – per erogarla al lavoratore al momento del suo licenziamento: è salario differito, appartiene al lavoratore e nulla dovrebbe impedire che fosse il lavoratore stesso a stabilire – come fa per il salario che riceve in busta paga - come  spenderlo, se per esigenze immediate o risparmiarlo.

Naturalmente i sindacati collaborazionisti vengono ora a spiegare ai giovani proletari che,  dopo aver acconsentito al taglio delle loro pensioni da parte del governo Dini nel ’95 – ma non dei contributi versati in busta paga dai lavoratori che sono invece aumentati – devono ora anche versare tutta la loro liquidazione al Fondo pensione  per riavere domani forse un recupero di quel taglio. Ecco quindi che vediamo i sindacati tricolore trasformati a tutti gli effetti in organizzazioni di esperti promotori finanziari, rivelando definitivamente il loro coinvolgimento diretto nella gestione e nella difesa dell’economia del mercato capitalistico.

Mentre i padroni hanno avuto in cambio del lascito delle liquidazioni dei lavoratori – che adoperavano a tutti gli effetti come soldi a tasso di interesse vicino allo zero – tutta una serie di agevolazioni fiscali, va tenuto conto che lo Stato investirà  questi soldi a favore di imprese che costruiranno determinate opere pubbliche, nuove strade, ponti, ecc. I proletari, per contro, avranno un aumento dei contributi in busta paga dal prossimo gennaio!

Va smascherato il ruolo dei partiti operai borghesi che dicono di rappresentare le esigenze dei lavoratori all’interno del governo, ma che – nonostante le scaramucce fra conservatori e progressisti a fini esclusivamente elettorali – alla fine, con la scusa che se cade il governo Prodi si cederebbe il governo al Centro-destra, faranno passare la Finanziaria rendendosi artefici dell’attacco alle condizioni di vita e di lavoro della stragrande maggioranza dei lavoratori. Le difficoltà in cui versano le casse dello Stato peseranno soprattutto sulle spalle dei proletari, con la differenza che i partiti cosiddetti socialisti e comunisti coalizzati nel centro-sinistra al governo dovranno ottenere qualche briciola da distribuire ai loro potenziali elettori: il lavoro sporco a favore della classe borghese dominante si fa anche così.

I veri comunisti sono schierati dalla parte degli interessi generali, e immediati, della classe dei proletari, e perciò combattono contro tutte le forze politiche e sociali che difendono gli interessi generali e immediati delle classi borghesi. Si è comunisti conseguenti quando non ci si limita a propagandare i grandi obiettivi rivoluzionari – la rivoluzione per la conquista del potere politico, l’instaurazione della dittatura proletaria, l’internazionalizzazione della lotta rivoluzionaria, la trasformazione dell’economia capitalistica in economia socialista – ma quando, nel presente, nonostante la pesante cappa di piombo dell’opportunismo collaborazionista e il ripiegamento del proletariato nell’individualismo e nel corporativismo, si incitano i proletari a prendere in mano direttamente le proprie lotte, sul terreno di classe, sul terreno di un antagonismo sociale che dipende dalla stessa struttura economica capitalistica della società e che viene nascosto sistematicamente dalle forze del collaborazionismo interclassista e della conservazione borghese. 

I veri comunisti sono schierati a difesa degli interessi esclusivi dei proletari nell’immediato e in prospettiva, in quanto classe dei lavoratori salariati, dei senza-riserve, possessori soltanto della propria forza-lavoro che questa società obbliga a vendere giorno per giorno, col rischio sempre più alto non solo di trovare un lavoro mal pagato, ma di non trovare lavoro. Proletari occupati e disoccupati fanno parte dell’unica grande classe dei lavoratori salariati, contro la quale la borghesia combatte tutti i giorni, sul piano della concorrenza fra proletari come su quello del posto di lavoro, sul piano di una democrazia mistificata come su quello di una inesistente uguaglianza sociale. Per la propria lotta contro il proletariato, la borghesia può contare non soltanto sul suo potere politico ed economico, ma anche sull’opera sistematica di disgregazione, di demoralizzazione, di deviazione che il collaborazionismo sindacale e politico attua da decenni.

 

Proletari! Compagni di lotta!

La risposta di classe immediata alle manovre governative condensate nella Finanziaria, non può che essere la seguente:

-                  NO  ALLA  FINANZIARIA  DEL  GOVERNO  SERVO  DEI  PADRONI!

-                  NO  A  NUOVI   TIKETS  SANITARI,  ADDIZIONALI   IRPEF,  AUMENTI  DI CONTRIBUTI  E  TASSE! 

-                  NO  AL PRELIEVO  DEL  TFR  DEI LAVORATORI,  MA CHE  TORNI  DIRETTAMENTE  IN  BUSTA  PAGA  A DISPOSIZIONE DEI  LAVORATORI  STESSI!

-                  NO  ALL’INNALZAMENTO  DELL’ETA’ PENSIONABILE - NO  ALLA RIDUZIONE  DELL’IMPORTO DELLE  PENSIONI!

-                  SI  ALLA  RIPRESA  DELL’ORGANIZZAZIONE  DELLA  LOTTA  PER  FORTI!  AUMENTI  SALARIALI E CONTRO L’AUMENTO DELLE TASSE!

 

I proletari d’avanguardia, coloro che percepiscono prima degli altri la necessità di rompere i legami con l’opportunismo e con i vincoli dettati dalla democrazia borghese che favorisce esclusivamente gli strati borghesi e la classe borghese dominante, si devono assumere il compito di organizzare la lotta di resistenza quotidiana al capitale sul terreno di classe, riprendendo anche i grandi obiettivi unificanti della lotta di classe:

 

-                  AUMENTI DI SALARIO PIU’ FORTI PER LE CATEGORIE PEGGIO PAGATE!

-                  DIMINUZIONE DRASTICA DELLA GIORNATA LAVORATIVA!

-                  STESSO LAVORO STESSO SALARIO PER TUTTI, UOMINI O DONNE, GIOVANI O ANZIANI, ITALIANI O STRANIERI!

-                  SALARIO DA LAVORO O SALARIO DI DISOCCUPAZIONE!  

 

E riprendendo i mezzi di lotta più efficaci che la storia del movimento operaio abbia codificato:

 

-                  SCIOPERO AD OLTRANZA SENZA PREAVVISO E SENZA LIMITI DI TEMPO PREDEFINITI!

-                  TRATTATIVE CON LA LOTTA IN PIEDI!

 

Ogni forza sociale, ogni forza politica che sia schierata sul fronte della difesa dell’economia nazionale, della concertazione, della conciliazione fra le classi non scriverà mai nel suo programma di lotta queste rivendicazioni, e tanto meno organizzerà in questo modo la lotta proletaria per conquistarle.

Le forze del collaborazionismo e della concertazione interclassista sostengono le istituzioni democratiche, a partire dal parlamento, al solo fine di continuare ad ingannare il proletariato sull’illusione di ottenere qualche miglioramento nelle sue condizioni di vita e di lavoro solo attraverso il gioco parlamentare, la concertazione democratica, la conciliazione degli interessi reciproci fra le parti sociali.

Al contrario, gli obiettivi e i mezzi adottati dai sindacati collaborazionisti e dai partiti cosiddetti operai che li affiancano hanno dimostrato la loro inefficacia e impotenza: il proletariato sta più male di prima, le sue condizioni di vita e di lavoro sono peggiorate progressivamente, e in prospettiva peggioreranno ancor di più, soprattutto per i giovani proletari!

La strada da imboccare è quella della lotta di classe, pena il permanere della schiavitù del proletariato dei privilegi della classe padronale e dei suoi manutengoli politici e sociali!

 

 

Partito comunista internazionale

31 Ottobre 2006

www.pcint.org

 

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