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Elezioni regionali in Francia:

Abbasso la mistificazione elettorale, viva la lotta proletaria! 

 

 

Il peggioramento della situazione dei lavoratori, in Francia come in altri paesi, diventa sempre più grave a causa della crisi economica che non dà segno di finire. Malgrado le dichiarazioni del governo, la disoccupazione aumenta (ufficialmente i disoccupati sono più di 3.800.000 in gennaio, in aumento del 14% sull’anno precedente), i salari sono bloccati, la precarietà di generalizza.  Fillon ha annunciato che la disoccupazione continuerà ad aumentare, mentre Sarkozy prepara nuove misure contro le pensioni. Nei mesi che verranno, politiche dette di austerità andranno generalizzandosi, anche in Francia, nello stesso modo in cui i governi europei impongono oggi alla Grecia o secondo quanto ha deciso di fare il governo in Spagna: abbattimento della spesa sociale, attacco alle pensioni, crescente pressione sui salari ecc.

Per i capitalisti e il loro Stato, è necessario non solo ristabilire gli equilibri finanziari ancora in crisi nonostante il salvataggio del sistema bancario e le misure di rilancio economico, ma più in generale riguadagnare i tassi di profitto crollati a causa della crisi.

A questo scopo il capitalismo non conosce che una sola soluzione: far pagare il prezzo della crisi ai proletari, cioè accrescere il loro sfruttamento e peggiorare le loro condizioni di vita in ogni campo (dalla sanità alle pensioni, passando per il problema della casa). Ma perché questa vera offensiva della classe borghese riesca, bisogna che non provochi come reazione la lotta proletaria o, nel caso in cui gli scioperi scoppino comunque qui e là, che questi scioperi rimangano isolati. Per i governanti è dunque vitale che le grandi e le meno grandi organizzazioni sindacali giochino fino in fondo il loro ruolo di sabotaggio delle lotte quando non riescono ad impedirle.

Purtroppo è esattamente quello che queste organizzazioni riescono a fare con molta efficacia, come hanno dimostrato col loro intervento negli scioperi delle raffinerie della Total: sorpresa dalla determinazione dei lavoratori delle altre raffinerie nel votare lo sciopero a tempo illimitato in solidarietà con i lavoratori di Dunkerque, la CGT è riuscita ad intervenire per far sospendere il  movimento di sciopero prendendo in considerazione le vaghe promesse della direzione dell’azienda proprio nel momento in cui lo sciopero prendeva forza mettendo in pericolo la distribuzione del carburante! Esempi di questo genere, ultimamente, se ne sono verificati parecchi (come l’isolamento delle lotte dei proletari sans-papiers) al punto che il quotidiano padronale «Les Echos» del 26 febbraio scorso si rallegrava dell’«alleanza Sarkozy-CGT» perché significava, secondo lui, «la disfatta delle tesi della lotta radicale», ciò che va a tutto vantaggio «per la Francia» (leggi: per i capitalisti francesi)!

Ma, se la politica di collaborazione di classe degli apparati sindacali ha potuto finora paralizzare i lavoratori di fronte agli attacchi capitalisti, non è sempre sufficiente; bisogna in ogni caso deviare, finché si è in tempo, il crescente malcontento dei proletari in vie inoffensive: è il classico ruolo delle elezioni e della menzogna democratica, secondo la quale deponendo un pezzo di carta in un’urna si potrà cambiare la politica governativa, come se quest’ultima non fosse determinata dagli interessi della classe dominante.

Le elezioni regionali cadono al momento giusto per deviare l’attenzione dai problemi reali che si pongono di fronte a milioni di proletari; l’importante per i borghesi e per i loro servi non è di prepararsi ad una vera lotta contro gli attacchi capitalisti, ma di votare in favore di questa o quella lista affinché «la destra» non abbia il controllo di quella o quell’altra regione!

Siccome non è così facile far abboccare i proletari all’amo (chi può credere che un cambiamento di maggioranza alle assemblee regionali cambierebbe in qualche modo la situazione dei lavoratori?), la partecipazione dei demagoghi di «estrema sinistra» che si pretendono «anticapitalisti» o «rivoluzionari» è indispensabile per dare un po’ di credibilità a questa farsa elettorale: da Lutte Ouvrière, che afferma che un voto per le sue liste sarebbe il mezzo con cui «il mondo del lavoro» potrebbe «esprimere la sua collera», al NPA secondo cui votare per le sue liste permetterebbe di «esprimere la nostra volontà di totale cambiamento e di terminare con un capitalismo ingiusto», questi gruppi politici si impegnano quindi a spalleggiare i riformisti tradizionali facendo credere ai proletari che sarebbe possibile utilizzare a loro vantaggio la partecipazione a questo gioco truccato che in realtà serve solo alla borghesia dominante!

 La forza reale dei lavoratori non si trova nelle elezioni, dove si tratta soltanto – come diceva Marx – di eleggere per un certo numero di anni i politicanti che calpesteranno senza scrupoli gli interessi dei proletari. Fino a quando esisterà la divisione della società in classi e fino a quando il dominio di classe della borghesia e la forza del suo Stato resteranno intatti, le elezioni non saranno che un imbroglio.

La forza dei proletari non può trovarsi che nell’azione collettiva, nello sciopero, a condizione che questo sia orientato da obiettivi di classe e condotto da organizzazioni di classe: ad esempio, gli scioperanti delle raffinerie avrebbero potuto mettere praticamente la vita economica del paese in ginocchio e, quindi, stabilire un rapporto di forze molto favorevole rispetto ai loro padroni e allo Stato, se non avessero seguito le consegne della CGT!

Per difendersi contro i capitalisti bisogna rompere con le illusioni democratiche ed elettoralesche, rompere con le organizzazioni di sinistra e di estrema sinistra che le diffondono; bisogna rompere con la fiducia nella collaborazione fra le classi e negli apparati sindacali che la praticano. In breve, bisogna rompere con l’idea e la pratica secondo le quali esisterebbe un «interesse nazionale» da difendere in comune con tutte le classi e tutti cittadini. Non esistono, in realtà, che interessi di classe contrapposti. O si difendono gli interessi degli sfruttati, o si difendono gli interessi degli sfruttatori. I proletari non potranno resistere alla classe nemica e vincerla che lottando per i loro esclusivi interessi di classe e organizzandosi per questa lotta indipendentemente da tutti i lacchè della classe dominante borghese.

 

Questo non si potrà fare da un giorno all’altro, ma è su questa via che bisogna incamminarsi!

● Abbasso la mistificazione elettorale!

● Abbasso la collaborazione di classe!

● Una sola soluzione: la lotta proletaria con i mezzi, i metodi e l’organizzazione di classe!

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

Supplemento a «il comunista» n. 115

26 febbraio 2010

www.pcint.org

 

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