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Flint (Michigan) 

Il vero veleno è il capitalismo.

Il rimedio, la sua distruzione!

 

 

I 125.000 abitanti della città di Flint – culla della grande fabbrica automobilistica General Motors – sono stati colpite da una catastrofe sanitaria di grandi proporzioni, causata dall’avvelenamento dell'acqua. In questa città operaia, in maggioranza nera e pesantemente colpita dalla disoccupazione (40%), migliaia di proletari sono stati per oltre due anni intossicati dal piombo presente nell’acqua.
Molti abitanti hanno manifestato per mesi vomito, eruzioni cutanee o perdita di capelli. Sono stati segnalati 87 casi di legionellosi, di cui dieci fatali. Oltre il 15% dei bambini presenta alti livelli di piombo nel sangue. Le conseguenze di questa catastrofe – che sono ben lungi dall'essere tutte emerse – sono numerosissime e irreversibili: ritardi nello sviluppo cerebrale e della crescita, più basso quoziente intellettivo, disturbo da deficit di attenzione, mal di testa e di stomaco, insufficienza renale, stitichezza, debolezza muscolare, effetti tossici sull’apparato riproduttivo, ipertensione ecc.


Quale la causa dell’avvelenamento di massa? Al Qaeda? L’ISIS?
No! Semplicemente, il barbaro regno del capitale nella principale potenza mondiale!

 

I proletari sono stati vittime della decisione della città di abbassare i propri costi di approvvigionamento idrico. A questo scopo, le autorità municipali hanno smesso di comprare l'acqua dalla città di Detroit per pomparla direttamente dal fiume locale.
Gli abitanti si sono subito preoccupati per il colore e il sapore dell'acqua che usciva dai loro rubinetti. La General Motors (GM) ha rapidamente smesso di utilizzare quest’acqua per la sua fabbrica locale in quanto provocava una forte corrosione dei pezzi di auto. Inoltre, quest’acqua ha attaccato le tubazioni riversando piombo nell'acqua "potabile".

Da bravi borghesi, gli amministratori della città hanno dato una sola risposta: fate bollire l'acqua prima di berla! Hanno così dimostrato di considerare i proletari meno di quanto la GM considera i suoi pezzi di auto.

Dopo tre anni di smentite ufficiali, le autorità locali e nazionali hanno infine riconosciuto che l'acqua era dannosa per la salute degli abitanti. Il presidente Obama ha concesso un aiuto federale di cinque milioni di dollari, vale a dire meno del costo della fornitura di acqua in bottiglia alla popolazione per venti giorni.

I proletari di Flint non solo sono stati avvelenati, ma ora devono anche affannarsi per ottenere l’acqua fornita dallo Stato o dalla Croce Rossa (per i più fortunati) o spendere una parte dei loro magri salari per comprarla al dettaglio.

Il vero colpevole in questa faccenda, quello a cui obbedisce anima e corpo chi ha scelto di distribuire l'acqua contaminata, questo vero e proprio genio del male pronto a inquinare, avvelenare, massacrare pur di avere alla fine un profitto sufficiente, è il capitalismo.

Questo modo di produzione fa correre alla specie umana pericoli sempre più gravi, come già affermava Karl Marx:

«Après moi le déluge! è il motto di ogni capitalista come di ogni nazione capitalistica. Perciò il capitale non ha riguardi per la salute e la durata in vita dell’operaio, finché la società non lo costringa ad averne. Al lamento sulla degradazione fisica e mentale, sulla morte precoce, sulla tortura del sopralavoro, esso risponde: A che tormentarci del “cruccio” che “accresce il nostro gusto”ª (il profitto)? Ma, nell’insieme, tutto ciò non dipende neppure dalla buona o cattiva volontà del capitalista singolo. La libera concorrenza fa valere nei confronti di quest’ultimo, come legge coercitiva esterna, le leggi immanenti della produzione capitalistica» (1).

 

È dunque assurdo e, in definitiva, criminale rivendicare un capitalismo "pulito" non inquinante, così come rivendicare un capitalismo senza sfruttamento, senza miseria, senza oppressione, senza guerre... Finché esisterà il capitalismo, esso sfrutterà e opprimerà gli uomini; finché esisterà deteriorerà la salute e il benessere degli esseri umani.

Di questo crimine, come di tutti quelli definiti calamità naturali, il capitalismo è colpevole. È lui che bisogna non solo accusare, ma soprattutto combattere senza esitazione. Si pone con urgenza sempre maggiore la necessità della sua distruzione. È proprio a questo modo di produzione in sé che bisogna porre fine. E per distruggerlo, è necessario che il proletariato rompa qualunque forma di solidarietà con il capitale e con i suoi organi, e ritrovi la via della sua lotta di classe.

Ciò vale per la lotta economica, ma anche per la lotta contro l'inquinamento. Questa è parte integrante della causa comunista per l'emancipazione del genere umano. I rivoluzionari devono intervenire su questo terreno per far sì che la lotta si elevi, al di là di una mobilitazione contro gli effetti dell'inquinamento, al livello di una lotta contro le sue vere cause che risiedono nel capitalismo.

 


 

(1) Vedi K. Marx, Il Capitale, Libro primo, sezione III, cap. VIII. La giornata lavorativa, UTET, Torino 1974, p. 380. [Après moi le déluge!: Dopo di me, il diluvio!, NdR].

ª Qui Marx ha usato una variante da due versi ripresi da An Suleika, di Goethe (in Goethe, Opere, Firenze, 1961, V, p. 446).

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

14 marzo 2016

www.pcint.org

 

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