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In Italia i ponti crollano, ma i profitti sono salvi!

 

 

Il 28 ottobre 2016, sulla Superstrada 36 che collega Milano a Lecco, all’altezza di Annone Brianza crolla un cavalcavia (1 morto e 4 feriti); il 10 aprile del 2015 a causa di una frana crolla un pilone di sostegno del viadotto Scorciavacche a Lercara Friddi, Palermo. Il 2 marzo 2015, crolla una campata sul viadotto Italia, sulla Salerno-Reggio Calabria, all’altezza di Cosenza, e provoca la morte di un operaio. Il 23 dicembre 2014 il viadotto Himera di Caltavuturo (Palermo), a dieci giorni dall’inaugurazione, cede e si spezza (fortunatamente nessuno passava in quel momento).

9 marzo 2017. Dopo i 4 crolli ora ricordati, se ne registra un quinto. E’ il caso del ponte n. 167 sull’autostrada A14, tra gli svincoli di Camerano e Ancona Sud: questo cavalcavia crolla, e provoca la morte di due persone schiacciate nella propria auto mentre vi passano sotto e il ferimento di tre operai romeni che stavano lavorando all’ampliamento della strada sottostante. Lo sconcerto è che mentre si fanno dei lavori sul ponte, la circolazione in Autostrada nel tratto interessato da questi lavori non è stata deviata! Questo tipo di intervento, a detta di Autostrade e della ditta appaltatrice dei lavori, “non è considerato critico” perché una attività di questo genere “era già stata fatta, solo nell’A14, un’altra decina di volte, esattamente così” (Corriere della sera, 10.3.2017). In pratica, questo intervento consiste nel sollevare il cavalcavia con dei martinetti, per l’altezza considerata necessaria per poter inserire delle piastre d’acciaio e rendere così più distante la campata dal manto stradale. Ma questa volta l’operazione non è riuscita, con il risultato che 2 persone ci hanno rimesso la pelle e 3 operai sono feriti: alla faccia degli interventi non pericolosi!

Si ripresentano in tutti questi casi, come in molti crolli dovuti anche fattori cosiddetti “naturali”, gli stessi aspetti negativi che caratterizzano la costruzione e la gestione dei fabbricati e dei manufatti secondo le leggi del capitale: il primoobiettivo non è mai la sicurezza del manufatto, delle persone e dell’ambiente, ma il profitto; e nove volte su dieci il profitto aumenta se diminuiscono i costi, ossia i costi dei materiali, della manodopera, della manutenzione e del tempo utilizzato per finire i lavori. E’ indubbio, ed è sempre stato accertato dalle inchieste che la magistratura è obbligata a fare in tutti questi casi, che il cosiddetto “errore umano” – come è stato dichiarato anche in questo ultimo caso – incide per una percentuale minima sulle vere cause di questi crolli e delle vittime che ne risultano, rispetto a tutti gli altri fattori che sono riconducibili sostanzialmente al profitto capitalistico spartito, in questo caso, tra la società Autostrade, le ditte appaltatrici e le amministrazioni pubbliche che ne traggono vantaggio sotto forma di tasse! Il fatto poi che le imprese che “vincono” l’appalto si servano – per limitare i propri costi – di ditte in sub-appalto, è fatto del tutto normale e previsto dalla legge, legge che, ovviamente, protegge e difende il profitto di tutti i concorrenti all’impresa!

Potrà mai il sistema capitalistico assicurare che non succederanno più crolli, cedimenti, e che non vi saranno più vittime a causa loro? No!, l’unica cosa di cui si è certi è che ve ne saranno sempre: è lo stesso sistema capitalistico che contiene nella propria struttura basilare la causa di ogni disastro, di ogni crollo e delle vittime che comportano. Non solo, il sistema capitalistico non si limita a creare le condizioni per questi disastri, ma ci fa anche un sovraprofitto in termini di intervento “d’emergenza” e di “risistemazione” o di “ricostruzione”!

Per avere una vita non più sottoposta alla normalità dei crolli e dei disastri è il sistema capitalistico che deve crollare, e per farlo crollare ci vorrà non un terremoto “naturale”, ma un terremoto sociale che soltanto le classi proletarie possono provocare con la loro lotta di classe e rivoluzionaria perché in questa lotta esse esprimono interessi del tutto antagonisti al profitto capitalistico: interessi di vita sociale contro interessi di mercato!

 

 

Partito comunista internazionale (il comunista)

10 marzo 2017

www.pcint.org

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