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24 gennaio, sciopero generale in Argentina

 

 

Mercoledì 24 gennaio avrà luogo in Argentina uno sciopero generale indetto dai principali sindacati e correnti sindacali del paese, dell'opposizione peronista e dell'estrema sinistra parlamentare, nonché da innumerevoli organizzazioni sociali, di manovali ecc. L'obiettivo è evitare che la legge omnibus proposta dal governo del neoeletto Milei passi attraverso parlamento e magistratura e diventi realtà.

Dopo la vittoria dell'istrionico candidato alla fine dello scorso anno, l'Argentina sembra essere al centro di ogni attenzione. Di fronte ad una crisi economica la cui caratteristica principale è l’inflazione galoppante (ma che non è una cosa così strana in un paese con le sue caratteristiche produttive) e il tono bellicoso con cui il partito La Libertad Avanza è salito al potere, da ogni parte si attende  il risultato delle misure che si stanno mettendo in marcia. Ma la realtà, al di là del circo mediatico che potrebbe generarsi attorno al vociare del nuovo presidente, è che in Argentina si sta preparando un aggiustamento economico tradizionale, seguendo gli schemi di base che si sono visti negli ultimi anni in ogni caso di questo tipo. Svalutazione della moneta per limitare la crescita dei salari, salvataggio del debito privato, protezione dei settori di esportazione del paese, ecc. ecc. Niente che non si sia visto prima in altri paesi che, come l’Argentina, hanno ricevuto aiuti da entità finanziarie internazionali e che si vedano costretti a restituirli nel mezzo di una situazione turbolenta. Su questo non bisogna illudersi: il “libertarismo” di Milei, gli attacchi alla “casta”, gli appelli a porre fine alla Banca Centrale, sono strepiti che offuscano la realtà: sarà la classe proletaria a pagare l’aggiustamento, e lo farà, come sempre, vedendo le sue condizioni di vita e di lotta deteriorarsi fino all'estremo e indefinitamente.

La legge omnibus contro la quale è indetto lo sciopero tocca questioni diverse come i salari, la regolamentazione dello spazio aereo o la proprietà dei beni delle squadre di calcio. Si tratta di una sorta di colpo a bruciapelo, con tutte le forze a disposizione al momento, con cui si cerca di sfruttare il momento di euforia e di forza successivo alle elezioni per imporre il più rapidamente possibile le misure anticrisi. A quanto pare, la fretta nel progettare la riforma legislativa ha fatto sì che la Costituzione stessa potesse essere violata e questo ha portato la magistratura a bloccarne l'applicazione. Di fronte a questa paralisi, il tradizionale partito di destra – che ha dato forma e struttura a Milei dopo aver vinto a sorpresa il primo turno delle elezioni e attraverso il quale la classe borghese argentina, inizialmente riluttante a far arrivare al potere il nuovo presidente, ha collocato i suoi principali rappresentanti nel governo – si è reso disponibile ad accettare alcune riforme del testo legale, ad ammorbidire alcuni punti, ecc. Per loro, per la classe sociale che rappresentano e che vede in personaggi come Macri o Bullrich l’unica alternativa al marciume assoluto che domina il peronismo, non si tratta di fare una rivoluzione: basta saper usare l’ubriachezza democratica che ha portato al potere l’ennesimo governo populista per attuare quello che è stato il suo consueto programma di riforme negli ultimi 50 anni.

Per la sinistra tradizionale, per le diverse correnti peroniste e per il grande sindacato CGT, la paralisi della legge è stata la scusa perfetta per scendere a compromessi con il governo. Per cominciare, hanno indetto uno sciopero generale per il 24 gennaio! Un mese dopo l'approvazione del decreto omnibus, dando così la garanzia che l'unico scopo della mobilitazione era coprire l’espediente, giustificare un'opposizione più fittizia che reale e in definitiva piegata alle richieste della borghesia. E, per continuare, basano ogni rigetto della legge sui suoi difetti formali, sulla sua possibile incostituzionalità, ecc. Lasciano cioè alla magistratura il potere di applicarla almeno nelle sue parti legali.

Infine, l’estrema sinistra parlamentare, di stampo trotskista e rappresentata dal Fronte della Sinistra e dei Lavoratori (coalizione elettorale formata dal Partito Socialista dei Lavoratori, dal Partito Operaio e dalla Sinistra Socialista), si colloca, come di consueto, dietro il peronismo e la CGT, e si limitano a chiedere loro che formino una “vera opposizione” a Milei, che dirigano gli scioperi e le proteste, che perseguano vie legalitarie, ecc. Negli ultimi vent’anni, il trotskismo ha mostrato, in Argentina, la sua immensa capacità… di distogliere i proletari dai veri obiettivi, metodi e mezzi della lotta di classe. Non sarà da meno adesso.

Ma la realtà è cruenta per il proletariato argentino. La temporanea paralisi della legge non sembra essere altro che una manovra dilatoria per evitare uno scontro troppo brusco tra il nuovo governo e la classe operaia colpita dalle sue misure. La borghesia, attraverso il suo Stato, che comprende sia il governo che la magistratura e il Parlamento in cui è presente l'opposizione, cerca di raggiungere un punto di equilibrio in cui le sue rivendicazioni vengono imposte con forza ma gli aspetti più importanti sono mitigati, cercando così di rafforzare la fiducia nello Stato stesso da parte dei proletari e a mitigare la loro protesta, che può sempre essere rinviata dall'opposizione peronista e trotskista ad una nuova sfida elettorale, ad una nuova supplica legalitaria ecc.

Le misure richieste dalla borghesia argentina e internazionale verranno imposte, senza dubbio. Non vi è alcuna opposizione né in Parlamento né nei tribunali: tutti i partiti borghesi sanno che sono essenziali per evitare che la crisi economica si ripercuota definitivamente sui loro profitti e l'estrema sinistra non sarà in grado di rompere con loro. La fitta rete di organizzazioni sindacali e associazioni sociali controllate dal peronismo e dal trotskismo non intraprenderà una vera battaglia contro le misure antioperaie del governo: in Argentina, più che in ogni altro paese dell'America Latina, il sindacalismo concertativo, che ha come sua bandiera la solidarietà interclassista sotto la protezione dello Stato borghese, paralizza il proletariato e ha la funzione di garantire la pace sociale in cambio della partecipazione allo sviluppo delle politiche sociali, alla distribuzione delle prebende, ecc.

In questa situazione i proletari devono prepararsi ad un lungo periodo di sacrifici e di rivendicazioni. La loro unica alternativa è riuscire a uscire dal letargo e proporre la battaglia sul terreno della difesa immediata delle proprie condizioni di esistenza. Non possono aspettarsi nulla né dall’opposizione di “sinistra” né dalle grandi organizzazioni sindacali che giocano a favore del loro nemico di classe, ma, quando arriva il momento critico, quando si tratta di applicare la legislazione antioperaia che la borghesia richiede attraverso Milei, possiedono ancora la forza di classe potenziale nei posti di lavoro, nelle aziende e nei quartieri proletari. Anche quando tutta la forza del nemico, palese e nascosta, è volta a far accettare loro la propria miseria, essi possono comunque farvi fronte attraverso la lotta quotidiana di resistenza contro l’applicazione di ciascuna delle misure contenute nel decreto.

 

Per la difesa intransigente delle condizioni di vita e della lotta del proletariato!

Per la creazione di organizzazioni di resistenza economica capaci di far fronte all'offensiva della classe borghese!

Per il ritorno della lotta di classe!

 

22 gennaio 2024

 

 

Partito Comunista Internazionale

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