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Pisa, ancora manganellate sugli studenti

 

 

Venerdì 23 febbraio, a Pisa, si è tenuta una manifestazione a favore della Palestina, come se ne vedono tante in questo periodo in Italia e nel mondo intero. Come abbiamo sottolineato sul nostro organo, nel suo ultimo numero (il comunista, n° 180, p. 1), Gaza è ormai divenuta il parco giochi mortale delle ultime applicazioni belliche dell'intelligenza artificiale. La vendetta contro l'attacco terroristico di Hamas, operata dal sionismo più intransigente, sta dimostrando in modo chiaro, ancora una volta, come a pagare sia sempre il proletariato di Gaza, che si trova da un giorno all'altro sepolto dalle bombe e dalle cannonate. In questo immenso e tragico quadro – con una quantità immensa di morti, con una situazione umanitaria ignobile, con la colpevole inazione di qualsivoglia governo borghese – è naturale che si formino movimenti di piazza, più o meno orientati in senso classista, per protestare contro le orrende uccisioni di proletari. Non ci si deve stupire dunque del mobilitarsi degli studenti, da sempre mossi qui e lì dalle più varie cause.

Una manifestazione di studenti molto giovani, come attestano gli articoli di giornale ed anche le videoregistrazioni degli accaduti. Questa volta, per l'ennesima volta, la polizia ha caricato senza essere provocata. L'azione, per com'è stata descritta da alcuni (ad esempio, Rainews [1]), sarebbe stata causata dal tentativo di forzare il posto di blocco delle forze dell'ordine. In qualsiasi caso, gli agenti, in tenuta antisommossa, sono avanzati alla carica contro i giovani, imbottigliati in un vicolo, attaccando con decisa ferocia ed armati di manganelli. Alcuni studenti ne sono usciti feriti e sono stati rapidamente trasportati al pronto soccorso. Questo evento non è straordinario, certo, ma è indicativo di un clima politico che si sta sempre più respirando in Italia: la repressione del dissenso politico si trova, in queste situazioni, ben più chiaramente espressa nella sua nuda verità, rispetto alle melliflue e vane cantilene della democrazia repubblicana.

Ed è proprio la vana cantilena quella sollevata dai vari partiti borghesi, come il Partito Democratico, che ovviamente ha condannato con sdegno l'uso dissennato della polizia, scandalizzandosi per la violenza di un organo costituito col solo obiettivo del mantenimento dell'ordine sociale borghese.

Credere che questi attacchi contro le manifestazioni siano un fatto eccezionale, nel regime sociale capitalistico, è completa utopia: la polizia ha il compito di agire negli interessi della classe dominante borghese e delle sue posizioni politiche e geopolitiche. Non valgono a nulla, in questo senso, le denunce di fascismo o gli appelli alla democrazia. Sono ritornelli ripetuti fino alla nausea, che forniscono ai lavoratori solamente l'illusione di un potere che, finché sarà in piedi

questo modo di produzione, non hanno e che non avranno mai. Se poi la tanto decantata “libertà” provano a manifestarla, trovano e troveranno ben pronto il manganello in piazza a silenziare qualsiasi voce realmente discordante.

Fermarsi alla denuncia sdegnata della natura repressiva delle azioni della polizia serve a ben poco; va invece denunciata la natura classista delle forze dell'ordine, che servono uno Stato il cui compito principale è di difendere l’ordine capitalistico e borghese in cui la classe dominante detta le regole a seconda degli interessi che la legano alle diverse alleanze internazionali da cui, di volta in volta, cerca di trarre il maggior vantaggio immediato possibile (ieri visceralmente antiebraica, oggi visceralmente antipalestinese). Che la polizia reprima manifestazioni pacifiche, come quella di Pisa, non è una novità; lo ha fatto per anni contro i cortei operai in sciopero, contro i picchetti di lavoratori davanti alle fabbriche, e contro le grandi manifestazioni di dissenso sociale come a Genova nel 2001 in occasione del G8, e Pisa non sarà l’ultimo episodio di questo genere. In un clima internazionale di crisi generale in cui la borghesia italiana tenta di riguadagnare una certa credibilità a livello mondiale, l’attacco alle condizioni di vita e di lavoro proletarie va di pari passo con l’attacco alle supposte libertà di manifestare dissenso e proteste, sia da parte operaia che da parte studentesca, soprattutto se per oggetto hanno problemi particolarmente sensibili come la «questione palestinese» che, in realtà, è la questione di Israele come fidato gendarme dell’ordine capitalistico e imperialistico in un’area strategica come il Medio Oriente.

Le manganellate di Pisa non avevano tanto lo scopo di impedire lo svolgimento di un diritto previsto dall’ordine repubblicano e democratico – qualsiasi governo borghese proclamerà questo diritto intoccabile... – quanto quello di dimostrare agli alleati occidentali, e agli USA in particolare, che la propria politica estera, in tutto e per tutto schierata a favore del sostegno di Israele, anche a costo di un continuo massacro della popolazione palestinese, è intoccabile perché favorevole all'ordine sociale capitalista mondiale.   

La repressione dei movimenti che tendono a mettere in discussione la politica governativa non è una caratteristica soltanto del vecchio o del nuovo fascismo, è una caratteristica del regime borghese in quanto tale, e del suo ordine democratico. L’appello all'«antifascismo democratico» lascia il tempo che trova: è stata una bandiera che, fin dal ventennio mussoliniano, è servita a deviare il movimento di classe del proletariato dal terreno della sua lotta di classe, fondamentalmente antiborghese e anticapitalistica, al terreno della democrazia borghese, dell’ordine borghese come se questo fosse la soluzione di ogni problema politico, sociale ed economico della società. In realtà è stata la bandiera sotto la quale le forze dell’opportunismo collaborazionista con la classe dominante borghese irreggimentavano le masse proletarie procedendo all’«asservimento del programma proletario agli interessi borghesi». 

La gioventù studentesca, mossa a sostenere la causa di un popolo oppresso e massacrato sistematicamente come quello palestinese, ha di fronte a sé un’alternativa: o invocare una «vera democrazia», credendo perciò che l’arma consunta della democrazia sia ancora l’unica utile a risolvere i contrasti sociali di ogni genere e andare incontro sistematicamente ad una inevitabile delusione, oppure abbracciare una prospettiva completamente opposta, realmente antiborghese e perciò anti-democratica, la prospettiva che storicamente si è imposta al proletariato di tutto il mondo, quella della rivoluzione proletaria e comunista per la quale si tratta di contribuire con le proprie energie alla ricostituzione di una forza sociale classista abbracciando il programma proletario e comunista, l’unico realmente antiborghese e anticapitalista.

A Pisa la polizia ha manganellato duramente gli studenti, in altre città non lo ha fatto; ciò dimostra non che i poliziotti a Pisa sono andati fuori di senno, accanendosi contro giovani studenti inermi per sfogare un loro disagio personale; anche a Genova nel 2001, nel tremendo pestaggio alla scuola Diaz, dissero che i poliziotti avevano perso la testa... In realtà sono saggi di repressione, più o meno dura, momenti in cui la polizia viene lanciata contro i manifestanti in quel dato luogo e in quel dato momento come monito per tutte le altre manifestazioni e per dare alle forze dell’ordine un obiettivo reale contro cui scatenarsi visto che vengono allenate esattamente con quel compito, trovando le occasioni in cui mettere in pratica ciò per cui vengono preparate.

Ben altri scontri le attendono, quelli in cui i proletari, stanchi di subire ogni tipo di colpo alle loro condizioni di esistenza, si muoveranno finalmente uniti sul terreno della lotta classista. E’ di questa immensa forza sociale della classe operaia che la classe dominante ha paura perché è la sola che potrà fermare definitivamente la borghesia, i suoi interessi ed i suoi poliziotti. I giovani studenti

da che parte staranno, dalla parte dei proletari in lotta o dalla parte dei democratici che invocano la pace sociale e la collaborazione fra le classi, coprendo così per l’ennesima volta gli interessi esclusivamente borghesi?

 


 

1) https://www.rainews.it/articoli/2024/02/tensione-durante-il-corteo-pro-palestina-firenze-pisamanifestanti-caricati-dalla-polizia--b76e8fed-34bb-4ca9-b4d0-166bee141ce7.html

 

27 febbraio 2024

 

 

Partito Comunista Internazionale

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