1914-2024 : A centodieci anni dalla prima guerra imperialista mondiale

Le posizioni fondamentali del comunismo rivoluzionario non sono cambiate, semmai sono ancor più intransigenti nella lotta contro la democrazia borghese, contro il nazionalismo e contro ogni forma di opportunismo, vera intossicazione letale del proletariato

( Quaderni de “il comunista”, N° 1, Agosto 2024 )

Ritorne indice Quaderni n. 1  -   Pagina precedente - Pagina successiva

 

Appendice :

Sulla «Difesa nazionale»

(dal discorso di Bucharin al IV Congresso dell’I.C.)

 

 

Alla seduta del 16 novembre 1922, Bucharin tenne il previsto discorso sul Programma dell’Internazionale che aveva l’ambizione di definire anche la tattica dell’I.C. di fronte alla situazione mondiale creatasi con la guerra civile in Russia e il ritardo della rivoluzione nei paesi occidentali.

Il testo di questo discorso, per ragioni di tempo, non fu distribuito a tutti i delegati e discusso prima del IV congresso; per questa ragione Bucharin, tenuto egualmente il discorso che aveva preparato, ne rimandò la discussione a livello internazionale al V Congresso successivo.

Questo discorso è stato pubblicato, in francese, nel Bulletin Communiste n. 1, 4 gennaio 1923, pp.5-14, da cui abbiamo ripreso e tradotto la parte dedicata alla “Difesa nazionale”:

 

«(...) Il secondo problema tattico è quello della difesa nazionale. Questo problema della difesa nazionale che, per noi comunisti, era del tutto chiaro all’inizio della guerra, perché comportava la negazione pura e semplice della difesa nazionale, si pone attualmente in maniera un po’ differente, e più complicata.

«La più grande complicazione è data dal fatto che noi ci troviamo in presenza di una dittatura proletaria e, beninteso, l’esistenza di uno Stato proletario, e ciò modifica subito l’insieme della situazione. In generale, bisogna che, noi marxisti e dialettici, teniamo molto in conto simili modificazioni. Mi accontenterò di fare un esempio. Quando eravamo un partito rivoluzionario di opposizione, non ci era mai permesso di far sostenere la nostra azione rivoluzionaria da uno Stato borghese. Nulla sarebbe stato più stupido.

«Ricevendo del denaro dalle mani dei nostri nemici, avremmo compromesso per sempre la nostra causa. Anche la borghesia internazionale guardava questo problema, dal suo punto di vista, molto giudiziosamente, quando cercava di dimostrare che noi eravamo gli agenti dell’imperialismo tedesco, o che Karl Liebknecht era un agente dell’imperialismo francese.

«Noi abbiamo deciso una volta per tutte che non faremo mai nulla di simile e siamo rimasti oppositori ad ogni tentativo di questo genere. Ma oggi esiste uno Stato proletario e se può contrattare un prestito verso un qualsiasi Stato borghese sarebbe egualmente stupido di rifiutarsi per principio. E’ un piccolo esempio che permette di mostrare il voltafaccia di principio che può diventare necessario da quando è sorto uno Stato proletario.

«Stessa cosa sulla questione della difesa nazionale. E’ chiaro che “paese proletario” significa “Stato proletario” (perché, in tutte queste questioni, la parola “paese” è sinonimo della parola “Stato” con tale o tal altra caratteristica di classe). Quando la borghesia parla di difendere il “paese”, essa sottintende la difesa dell’apparato amministrativo borghese, e quando noi parliamo di difendere il “paese” sottintendiamo la difesa dello Stato proletario. E così è necessario che il nostro programma ponga chiaramente che lo Stato proletario può e deve essere difeso non soltanto dal proletariato del paese in questione, ma anche dal proletariato di tutti gli altri paesi. Ecco l’elemento nuovo che si è introdotto nella questione dopo il 1914.

«La seconda questione è di sapere se gli Stati proletari, conformandosi alla strategia dell’insieme del proletariato, devono o no fare blocco militare con gli Stati borghesi. In principio, non vi è alcuna differenza fra un prestito e un’alleanza militare. E io affermo che noi già abbastanza grandi per poter concludere un’alleanza militare con questo o quel governo borghese allo scopo, con l’aiuto di Stati borghesi, di rovesciare un’altra borghesia. Voi potete facilmente immaginare cosa arriverà più tardi, dopo un cambiamento nei rapporti di forza presenti. E’ una questione di pura opportunità strategica e tattica che deve essere posta chiaramente nel programma.

Supponendo che un’alleanza militare sia conclusa con uno Stato borghese, il dovere dei compagni di ogni paese consiste nel contribuire alla vittoria del blocco dei due alleati. Se anche in una fase, la borghesia di questo Stato è vinta, un altro problema sorgerebbe [Risate] che non ho bisogno di abbozzare qui, ma che voi comprenderete agevolmente.

«Un altro punto di tattica da menzionare è il diritto all’intervento rosso. A mio avviso, è la pietra di paragone di tutti i Partiti comunisti. Tutti parlano di “militarismo rosso”. Bisogna affermare nel nostro programma il diritto all’intervento di ogni Stato proletario. [Interruzione di Radek: Tu sei il capo onorario di un reggimento, è quel che ti fa parlare così. Risate]. Leggiamo nel Manifesto Comunista che il proletariato deve conquistare il mondo. Ebbene, non ci si può arrivare con il mignolo (Risate), non ci si può arrivare che con l’aiuto delle baionette e dei fucili. Anche l’estensione del sistema sul quale si basa ogni armata rossa è nello stesso tempo l’estensione del socialismo, del potere proletario, della rivoluzione. Si ha allo stesso modo il diritto di ricorrere all’intervento rosso, sotto certe condizioni puramente tecniche che rendono la sua realizzazione possibile.

«(...) ».

 

 

Partito Comunista Internazionale

Il comunista - le prolétaire - el proletario - proletarian - programme communiste - el programa comunista - Communist Program

www.pcint.org

 

Pagina precedente - Pagina successiva

Top - Ritorne indice - Ritorno a il comunista - Ritorno al catalogo delle publicazioni